Il caso di Farfa è un ottimo esempio di come le fonti agiografiche – e liturgiche - si rivelino non solo utili, ma necessarie per la piena comprensione dei processi storici relativi a una istituzione monastica. Nella ricostruzione delle origini operata all’inetrno del monastero tra fine XI e inizi XII secolo non viene riproposto semplicemente quanto doveva essere scritto nei più antichi documenti dell’abbazia, ma Gregorio di catino, storico e archivista dell’abbazia e vero e proprio “architetto della memoria” farfense, opera selezioni, aggiunte e correzioni spregiudicate, consapevoli e coerenti con la linea e le necessità politiche dell’abbazia sabina. Ci troviamo dunque di fronte a una vera e propria ricostruzione della memoria delle origini, che non vuol dire -sarebbe una forzatura - invenzione. Non tanto la dimensione spirituale, le forme di vita religiosa vengono evocate nella ricostruzione della duplice fondazione, ma viene posta in assoluto risalto l’identità politica, territoriale proiettando nella ricostruzione delle origini il proprio, lo specifico della tradizione e dell’identità religiosa e ideologica del monachesimo farfense. Monachesimo fortemente connotato dal suo ruolo non solo religioso, ma anche politico e economico nel territorio, geloso custode dei suoi privilegi di immunità che vacillano di fronte all’emergere di nuovi equilibri e assetti politico-territoriali.
Farfa e l’agiografia / Longo, Umberto. - STAMPA. - (2006), pp. 233-253. (Intervento presentato al convegno Farfa abbazia imperiale tenutosi a Farfa – Santa Vittoria in Matenano).
Farfa e l’agiografia
LONGO, UMBERTO
2006
Abstract
Il caso di Farfa è un ottimo esempio di come le fonti agiografiche – e liturgiche - si rivelino non solo utili, ma necessarie per la piena comprensione dei processi storici relativi a una istituzione monastica. Nella ricostruzione delle origini operata all’inetrno del monastero tra fine XI e inizi XII secolo non viene riproposto semplicemente quanto doveva essere scritto nei più antichi documenti dell’abbazia, ma Gregorio di catino, storico e archivista dell’abbazia e vero e proprio “architetto della memoria” farfense, opera selezioni, aggiunte e correzioni spregiudicate, consapevoli e coerenti con la linea e le necessità politiche dell’abbazia sabina. Ci troviamo dunque di fronte a una vera e propria ricostruzione della memoria delle origini, che non vuol dire -sarebbe una forzatura - invenzione. Non tanto la dimensione spirituale, le forme di vita religiosa vengono evocate nella ricostruzione della duplice fondazione, ma viene posta in assoluto risalto l’identità politica, territoriale proiettando nella ricostruzione delle origini il proprio, lo specifico della tradizione e dell’identità religiosa e ideologica del monachesimo farfense. Monachesimo fortemente connotato dal suo ruolo non solo religioso, ma anche politico e economico nel territorio, geloso custode dei suoi privilegi di immunità che vacillano di fronte all’emergere di nuovi equilibri e assetti politico-territoriali.File | Dimensione | Formato | |
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