La questione del destino del patrimonio immobiliare pubblico dismesso torna periodicamente in Italia riproponendo ogni volta il quesito di come trattare tali beni, specialmente quando si tratti di complessi in tutto o in parte di interesse storico. Le risposte che negli ultimi anni sono state date hanno oscillato tra il rigore conservativo di interventi esclusivamente difensivi e la trasformazione radicale, con frequenti casi di stravolgimento dei caratteri dei beni e di banalizzazione degli usi, senza una strategia complessiva per la città e senza un rapporto consapevole con il contesto urbano. La riflessione sul caso del progetto urbano della caserma De Bonne a Grenoble, collocata in riferimento ad alcuni caratteri specifici del contesto francese e di quello della città, offre la possibilità di osservare una <buona pratica> nel campo e di trarne elementi utili anche in altri contesti, in merito ai rischi e ai fattori di successo di un’operazione complessa durata nell’insieme circa dieci anni. Grenoble, infatti, è una delle tante città della Francia che negli ultimi trent’anni hanno avviato un percorso di ripensamento delle strategie di governo delle trasformazioni del proprio territorio mettendo radicalmente in discussione il modello urbano, le priorità e gli strumenti prevalenti nei decenni precedenti e promuovendo la riqualificazione di ambiti spaziali sempre più vasti sulla base dell’approccio del progetto urbano, con una forte inclinazione verso la sostenibilità. A questo scopo, all’inizio degli anni 2000 l’amministrazione comunale avvia quello che si può definire un progetto di territorio, portando avanti contemporaneamente l’elaborazione del Plan Local d’Urbanisme (PLU) secondo i dettami della nuova legge urbanistica francese e la predisposizione di una serie di progetti riguardanti aree e complessi edificati dismessi. Progetti che vengono incardinati nel piano grazie ad un nuovo strumento previsto dal codice dell’urbanistica, ossia les orientations d’aménagement. Entrambi i livelli, quello del piano e quello dei diversi progetti, sono ispirati ad alcuni orientamenti di fondo comuni: in primo luogo la mixité funzionale e sociale e la scelta di privilegiare la produzione di una città compatta (compacité). Nel caso del progetto di riconversione della ex caserma de Bonne, i due orientamenti si coniugano con la volontà di rafforzare il ruolo urbano e territoriale del centro città da un lato e con la necessità di una maggiore dotazione di spazi naturali dall’altro.

Riconversione del patrimonio storico e sostenibilità: due fattori per una strategia. Il progetto urbano dell’ex caserma De Bonne a Grenoble / Donvito, Giacinto. - In: HORTUS. - ISSN 2038-6095. - ELETTRONICO. - 82 luglio 2014:(2014).

Riconversione del patrimonio storico e sostenibilità: due fattori per una strategia. Il progetto urbano dell’ex caserma De Bonne a Grenoble

DONVITO, GIACINTO
2014

Abstract

La questione del destino del patrimonio immobiliare pubblico dismesso torna periodicamente in Italia riproponendo ogni volta il quesito di come trattare tali beni, specialmente quando si tratti di complessi in tutto o in parte di interesse storico. Le risposte che negli ultimi anni sono state date hanno oscillato tra il rigore conservativo di interventi esclusivamente difensivi e la trasformazione radicale, con frequenti casi di stravolgimento dei caratteri dei beni e di banalizzazione degli usi, senza una strategia complessiva per la città e senza un rapporto consapevole con il contesto urbano. La riflessione sul caso del progetto urbano della caserma De Bonne a Grenoble, collocata in riferimento ad alcuni caratteri specifici del contesto francese e di quello della città, offre la possibilità di osservare una nel campo e di trarne elementi utili anche in altri contesti, in merito ai rischi e ai fattori di successo di un’operazione complessa durata nell’insieme circa dieci anni. Grenoble, infatti, è una delle tante città della Francia che negli ultimi trent’anni hanno avviato un percorso di ripensamento delle strategie di governo delle trasformazioni del proprio territorio mettendo radicalmente in discussione il modello urbano, le priorità e gli strumenti prevalenti nei decenni precedenti e promuovendo la riqualificazione di ambiti spaziali sempre più vasti sulla base dell’approccio del progetto urbano, con una forte inclinazione verso la sostenibilità. A questo scopo, all’inizio degli anni 2000 l’amministrazione comunale avvia quello che si può definire un progetto di territorio, portando avanti contemporaneamente l’elaborazione del Plan Local d’Urbanisme (PLU) secondo i dettami della nuova legge urbanistica francese e la predisposizione di una serie di progetti riguardanti aree e complessi edificati dismessi. Progetti che vengono incardinati nel piano grazie ad un nuovo strumento previsto dal codice dell’urbanistica, ossia les orientations d’aménagement. Entrambi i livelli, quello del piano e quello dei diversi progetti, sono ispirati ad alcuni orientamenti di fondo comuni: in primo luogo la mixité funzionale e sociale e la scelta di privilegiare la produzione di una città compatta (compacité). Nel caso del progetto di riconversione della ex caserma de Bonne, i due orientamenti si coniugano con la volontà di rafforzare il ruolo urbano e territoriale del centro città da un lato e con la necessità di una maggiore dotazione di spazi naturali dall’altro.
2014
progetto urbano; patrimonio storico; sostenibilità; città compatta
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Riconversione del patrimonio storico e sostenibilità: due fattori per una strategia. Il progetto urbano dell’ex caserma De Bonne a Grenoble / Donvito, Giacinto. - In: HORTUS. - ISSN 2038-6095. - ELETTRONICO. - 82 luglio 2014:(2014).
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