Obiettivo: studi recenti riportano che durante il trattamento endovascolare dello stroke ischemico, in aggiunta ai fattori prognostici di base e all’efficacia della procedura, vi sono fattori periprocedurali quali il tipo di anestesia, la saturazione di ossigeno e la pressione arteriosa che giocano un ruolo determinante negli outcomes clinici. Ad oggi esistono dati contrastanti riguardo la tecnica anestesiologica più indicata per questo tipo di intervento. Il nostro studio retrospettivo si propone di comparare la sicurezza intraprocedurale e gli outcomes a 7 giorni di due tecniche anestesiologiche: l’anestesia generale (AG) e la sedazione cosciente (SC). Materiali e metodi: lo studio retrospettivo include 32 pazienti (età media 60,5±18,5) con stroke ischemico trattati mediante terapia endovascolare nel periodo Settembre 2009 /Aprile 2013. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: nel gruppo AG (14 pazienti), l’anestesia è stata indotta con Propofol (1.5- 2 mg/kg), Fentanyl (2-3mcg/kg) e Cisatracurio besilato (0,15 mg/kg) ed è stata mantenuta mediante TIVA realizzata con Propofol (5-7 mg/kg/h), Remifentanil (0.1-0.3 mcg/kg/min). Nel gruppo SC (18 pazienti), la sedazione cosciente è stata realizzata mediante neuroleptoanalgesia che ha previsto l’associazione di Fentanyl (1-1,5mcg/kg), Droperidolo (0,03 mg/Kg) e Midazolam (0,03 mg/kg) somministrati in dosi refratte. Sono stati registrati i parametri vitali durante la procedura e gli outcomes clinici a distanza di 7 giorni (NIHSS). Risultati: nel nostro studio l’anestesia generale ha determinato una maggiore stabilità emodinamica (PAM 90±14mmHg in AG vs 108±25 mmHg in SC [P=0,022]) e migliori parametri ventilatori (PaO2 150±10 mmHg in AG vs 100±10 mmHg in SC [P<0,001] e PaCO2 34±1 in AG vs 38±1 in SC [P<0,001]) rispetto alla sedazione cosciente. L’anestesia generale ha permesso di realizzare la procedura in condizioni ottimali prevenendo i movimenti del paziente mentre in due casi del gruppo SC si è reso necessario il ricorso all’intubazione d’urgenza. I valori del NIHSS a distanza di 7 giorni sono risultati simili nei due gruppi. Conclusioni: il nostro studio sembra essere in contrasto con le recenti pubblicazioni che identificano l’anestesia generale come un fattore prognostico negativo. Dai dati in nostro possesso risulta che l’anestesia generale consente la realizzazione delle procedure endovascolari in condizioni ottimali, con un minor rischio di complicanze dovute ai movimenti del paziente, una maggiore stabilità emodinamica e un buon grado di soddisfazione da parte del paziente e del neurointerventista.
Tecniche anestesiologiche nel trattamento endovascolare dello stroke ischemico / LA ROSA, Italia; N., Sicoli; F., Pecorari; G., Catini; G., Magni; Rosa, Giovanni. - In: MINERVA ANESTESIOLOGICA. - ISSN 1827-1596. - STAMPA. - Volume 79 Supplemento I al N.10:(2013), pp. 398-398. (Intervento presentato al convegno 67° Congresso Nazionale SIAARTI tenutosi a Roma nel 16-19 Ottobre 2013).
Tecniche anestesiologiche nel trattamento endovascolare dello stroke ischemico
LA ROSA, Italia;ROSA, Giovanni
2013
Abstract
Obiettivo: studi recenti riportano che durante il trattamento endovascolare dello stroke ischemico, in aggiunta ai fattori prognostici di base e all’efficacia della procedura, vi sono fattori periprocedurali quali il tipo di anestesia, la saturazione di ossigeno e la pressione arteriosa che giocano un ruolo determinante negli outcomes clinici. Ad oggi esistono dati contrastanti riguardo la tecnica anestesiologica più indicata per questo tipo di intervento. Il nostro studio retrospettivo si propone di comparare la sicurezza intraprocedurale e gli outcomes a 7 giorni di due tecniche anestesiologiche: l’anestesia generale (AG) e la sedazione cosciente (SC). Materiali e metodi: lo studio retrospettivo include 32 pazienti (età media 60,5±18,5) con stroke ischemico trattati mediante terapia endovascolare nel periodo Settembre 2009 /Aprile 2013. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: nel gruppo AG (14 pazienti), l’anestesia è stata indotta con Propofol (1.5- 2 mg/kg), Fentanyl (2-3mcg/kg) e Cisatracurio besilato (0,15 mg/kg) ed è stata mantenuta mediante TIVA realizzata con Propofol (5-7 mg/kg/h), Remifentanil (0.1-0.3 mcg/kg/min). Nel gruppo SC (18 pazienti), la sedazione cosciente è stata realizzata mediante neuroleptoanalgesia che ha previsto l’associazione di Fentanyl (1-1,5mcg/kg), Droperidolo (0,03 mg/Kg) e Midazolam (0,03 mg/kg) somministrati in dosi refratte. Sono stati registrati i parametri vitali durante la procedura e gli outcomes clinici a distanza di 7 giorni (NIHSS). Risultati: nel nostro studio l’anestesia generale ha determinato una maggiore stabilità emodinamica (PAM 90±14mmHg in AG vs 108±25 mmHg in SC [P=0,022]) e migliori parametri ventilatori (PaO2 150±10 mmHg in AG vs 100±10 mmHg in SC [P<0,001] e PaCO2 34±1 in AG vs 38±1 in SC [P<0,001]) rispetto alla sedazione cosciente. L’anestesia generale ha permesso di realizzare la procedura in condizioni ottimali prevenendo i movimenti del paziente mentre in due casi del gruppo SC si è reso necessario il ricorso all’intubazione d’urgenza. I valori del NIHSS a distanza di 7 giorni sono risultati simili nei due gruppi. Conclusioni: il nostro studio sembra essere in contrasto con le recenti pubblicazioni che identificano l’anestesia generale come un fattore prognostico negativo. Dai dati in nostro possesso risulta che l’anestesia generale consente la realizzazione delle procedure endovascolari in condizioni ottimali, con un minor rischio di complicanze dovute ai movimenti del paziente, una maggiore stabilità emodinamica e un buon grado di soddisfazione da parte del paziente e del neurointerventista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.