Il fenomeno del reimpiego di materiali di spoglio, perspicuo in tutto il territorio sabino, si può cogliere con particolare chiarezza nella chiesa medievale di S. Vittoria a Monteleone Sabino, che sembra aver attratto a sé i più cospicui frammenti provenienti dai ruderi dell’antico sito romano di Trebula Mutuesca. Sia all’interno che all’esterno dell’edificio, risalente probabilmente nella sua primitiva formulazione all’VIII secolo, e che presenta una complessa vicenda costruttiva dalla cronologia tutt’ora incerta, sono numerosi ed evidenti i reimpieghi messi in opera nelle diverse fasi edilizie. Significative le molte epigrafi, spesso frammentarie, ma determinanti, soprattutto, i numerosi frammenti architettonici, dalla notevole decorazione scultorea, incastonati in gran numero nelle mura del monumento. In aggiunta a questi reperti, tutti ascrivibili ad un periodo compreso tra l’età repubblicana e quella imperiale, si evidenzia il reimpiego di un altro, rilevante, gruppo di elementi marmorei, scolpiti a bassorilievo e decorati con motivi geometrici e vegetali, di evidente origine altomedievale e relativi alla originaria recinzione del presbiterio della chiesa. Il riutilizzo di questi ultimi, presumibilmente da attribuirsi a una successiva fase costruttiva della chiesa, potrebbe costituire la testimonianza di una differente e più consapevole filosofia di intervento. Chiarito come, in questo caso, più che di ricerca si debba parlare di riscoperta delle proprie antichità, dal momento che la totalità del materiale riutilizzato è di provenienza locale; l’amplissima casistica di reimpieghi offerta dalla costruzione, indagata in stretta relazione alle successive fasi cronologiche del riuso, consente di analizzare le varie motivazioni che, di volta in volta, possano aver favorito la scelta e il riutilizzo di queste frammentarie e preziose testimonianze del proprio passato. Sulla base di un’attenta osservazione dell’edificio e di una accurata catalogazione dei frammenti antichi in esso reimpiegati, unite all’analisi della documentazione d’archivio, è stato possibile tracciare una storia degli spolia, avanzando nuove e convincenti ipotesi sulle loro modalità di riutilizzo.

Gli spolia e Il fenomeno del reimpiego nella chiesa di Santa vittoria a Monteleone Sabino / Ercolino, Maria Grazia. - STAMPA. - (2008), pp. 337-347. (Intervento presentato al convegno Recupero, riciclo e uso del reimpiego in architettura tenutosi a Roma nel 08-10/11/2007,).

Gli spolia e Il fenomeno del reimpiego nella chiesa di Santa vittoria a Monteleone Sabino.

ERCOLINO, Maria Grazia
2008

Abstract

Il fenomeno del reimpiego di materiali di spoglio, perspicuo in tutto il territorio sabino, si può cogliere con particolare chiarezza nella chiesa medievale di S. Vittoria a Monteleone Sabino, che sembra aver attratto a sé i più cospicui frammenti provenienti dai ruderi dell’antico sito romano di Trebula Mutuesca. Sia all’interno che all’esterno dell’edificio, risalente probabilmente nella sua primitiva formulazione all’VIII secolo, e che presenta una complessa vicenda costruttiva dalla cronologia tutt’ora incerta, sono numerosi ed evidenti i reimpieghi messi in opera nelle diverse fasi edilizie. Significative le molte epigrafi, spesso frammentarie, ma determinanti, soprattutto, i numerosi frammenti architettonici, dalla notevole decorazione scultorea, incastonati in gran numero nelle mura del monumento. In aggiunta a questi reperti, tutti ascrivibili ad un periodo compreso tra l’età repubblicana e quella imperiale, si evidenzia il reimpiego di un altro, rilevante, gruppo di elementi marmorei, scolpiti a bassorilievo e decorati con motivi geometrici e vegetali, di evidente origine altomedievale e relativi alla originaria recinzione del presbiterio della chiesa. Il riutilizzo di questi ultimi, presumibilmente da attribuirsi a una successiva fase costruttiva della chiesa, potrebbe costituire la testimonianza di una differente e più consapevole filosofia di intervento. Chiarito come, in questo caso, più che di ricerca si debba parlare di riscoperta delle proprie antichità, dal momento che la totalità del materiale riutilizzato è di provenienza locale; l’amplissima casistica di reimpieghi offerta dalla costruzione, indagata in stretta relazione alle successive fasi cronologiche del riuso, consente di analizzare le varie motivazioni che, di volta in volta, possano aver favorito la scelta e il riutilizzo di queste frammentarie e preziose testimonianze del proprio passato. Sulla base di un’attenta osservazione dell’edificio e di una accurata catalogazione dei frammenti antichi in esso reimpiegati, unite all’analisi della documentazione d’archivio, è stato possibile tracciare una storia degli spolia, avanzando nuove e convincenti ipotesi sulle loro modalità di riutilizzo.
2008
Recupero, riciclo e uso del reimpiego in architettura
reimpiego; spolia; marmi antivhi; reuse; ancient marble
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Gli spolia e Il fenomeno del reimpiego nella chiesa di Santa vittoria a Monteleone Sabino / Ercolino, Maria Grazia. - STAMPA. - (2008), pp. 337-347. (Intervento presentato al convegno Recupero, riciclo e uso del reimpiego in architettura tenutosi a Roma nel 08-10/11/2007,).
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