Enrico Caterino Davila, Alessandro Campiglia, Girolamo Frachetta, Omero Tortora were only a few of the Italian historians who between the sixteenth and seventeenth centuries devoted themselves to narrating the French civil wars. Written with a polemical intent or, conversely, as apologies, these texts discuss the fate of the only country in a position to challenge Spanish power on the continent; they express judgments in the light of the political dynamics and the cultural and religious life of Italy offering explanations for the so-called “quiete d’Italia” which appeared to some bservers as the guarantor of a dual oppression over the peninsula, that of Spain and of the Church of Rome. Combining an analysis of texts with an examination of events from the biographies of the authors and of the some protagonists in the affairs narrated (the head of the League, Charles de Lorraine duke of Mayenne; Filippo Sega, pontifical legate in Paris) it clearly emerges how the debate that arose in Italy over the French wars of religion helped to reinforce arguments in favour of confessional unity and political pacification.

Enrico Caterino Davila, Alessandro Campiglia, Girolamo Frachetta, Omero Tortora, sono soltanto alcuni degli storici italiani che tra XVI e XVII secolo si dedicarono alla narrazione delle guerre civili francesi. Percorsi da intendimenti polemici, o viceversa apologetici, questi testi, discutendo le sorti dell’unico paese in grado di contrastare la potenza spagnola nel continente, esprimevano giudizi alla luce delle dinamiche politiche e della vita culturale e religiosa italiana, e avanzavano ipotesi sulla cosiddetta “quiete d’Italia” apparsa ad alcuni come garante di una duplice oppressione sulla penisola italiana, della Spagna e della Chiesa di Roma. Incrociando l’analisi dei testi, con le vicende biografiche degli autori e di alcuni dei protagonisti delle vicende narrate (il capo della Lega, Charles de Lorraine duca di Mayenne; Filippo Sega, legato pontificio a Parigi;) emerge chiaramente come il dibattito sviluppatosi in Italia intorno alle guerre di religione francesi sia servito a rafforzare nella penisola le ragioni dell’unità confessionale sul piano religioso e della pacificazione su quello politico.

«Per la conservatione della religione e dello stato». Le guerre di religione in Francia nello sguardo degli storici italiani tra Cinque e Seicento / Valeri, Elena. - In: DIMENSIONI E PROBLEMI DELLA RICERCA STORICA. - ISSN 1125-517X. - STAMPA. - 2/2013:(2013), pp. 249-265.

«Per la conservatione della religione e dello stato». Le guerre di religione in Francia nello sguardo degli storici italiani tra Cinque e Seicento

VALERI, Elena
2013

Abstract

Enrico Caterino Davila, Alessandro Campiglia, Girolamo Frachetta, Omero Tortora were only a few of the Italian historians who between the sixteenth and seventeenth centuries devoted themselves to narrating the French civil wars. Written with a polemical intent or, conversely, as apologies, these texts discuss the fate of the only country in a position to challenge Spanish power on the continent; they express judgments in the light of the political dynamics and the cultural and religious life of Italy offering explanations for the so-called “quiete d’Italia” which appeared to some bservers as the guarantor of a dual oppression over the peninsula, that of Spain and of the Church of Rome. Combining an analysis of texts with an examination of events from the biographies of the authors and of the some protagonists in the affairs narrated (the head of the League, Charles de Lorraine duke of Mayenne; Filippo Sega, pontifical legate in Paris) it clearly emerges how the debate that arose in Italy over the French wars of religion helped to reinforce arguments in favour of confessional unity and political pacification.
2013
Enrico Caterino Davila, Alessandro Campiglia, Girolamo Frachetta, Omero Tortora, sono soltanto alcuni degli storici italiani che tra XVI e XVII secolo si dedicarono alla narrazione delle guerre civili francesi. Percorsi da intendimenti polemici, o viceversa apologetici, questi testi, discutendo le sorti dell’unico paese in grado di contrastare la potenza spagnola nel continente, esprimevano giudizi alla luce delle dinamiche politiche e della vita culturale e religiosa italiana, e avanzavano ipotesi sulla cosiddetta “quiete d’Italia” apparsa ad alcuni come garante di una duplice oppressione sulla penisola italiana, della Spagna e della Chiesa di Roma. Incrociando l’analisi dei testi, con le vicende biografiche degli autori e di alcuni dei protagonisti delle vicende narrate (il capo della Lega, Charles de Lorraine duca di Mayenne; Filippo Sega, legato pontificio a Parigi;) emerge chiaramente come il dibattito sviluppatosi in Italia intorno alle guerre di religione francesi sia servito a rafforzare nella penisola le ragioni dell’unità confessionale sul piano religioso e della pacificazione su quello politico.
Guerre di religione; storiografia; XVI-XVII secolo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
«Per la conservatione della religione e dello stato». Le guerre di religione in Francia nello sguardo degli storici italiani tra Cinque e Seicento / Valeri, Elena. - In: DIMENSIONI E PROBLEMI DELLA RICERCA STORICA. - ISSN 1125-517X. - STAMPA. - 2/2013:(2013), pp. 249-265.
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