When buildings speak they never do so with a raised voice. They use sober and reassuring tones that, in «good architecture», translate into a few signs combined with efficiency and elegance. The Residência Max Define in São Paolo belongs to the genre of «buildings that speak»: invisible to the distracted observer, it asks those who notice it to do so with attention, to listen for that extra time necessary for the message it holds to touch our sensibility. What reflections are thus concealed in the admirable simplicity of forms and means that characterise this project? What method and solutions did Eduardo de Almeida put into play to realise his own ideal of «good architecture»: infusing serenity and creating a «condition of conviviality»? The essay identifies in the «construction of the prevalence of the void» through the definition of an «interrupted and inclusive spatiality» the design strategy employed by Almeida to «transform a sloping site in the residential district of Cidade Jardim into a space where the infinite natural and the finite artificial coexist in a vital simbiosi and where, on a theoretical plane, innovation and tradition achieve an unprecedented synthesis». In the rigour of method, through the control of every detail and a tireless commitment to simplification intent on revealing the «imperceptible», we find Almeida’s contribution to the Paulista School and the contemporary value of the «lesson of modesty» that the Residência Max Define has been revealing, for over thirty years, to those wiling to listen.

Quando gli edifici parlano non lo fanno mai a voce alta. Usano toni pacati e rassicuranti che nella “buona architettura” si traducono in pochi segni, combinati con efficienza ed eleganza. Casa Max Define a São Paulo appartiene al genere di “edifici che parlano”: sfugge agli occhi distratti, chiede a chi la osserva un esame più attento, un tempo di ascolto più lungo affinché il messaggio che custodisce possa raggiungere la nostra sensibilità. Quali riflessioni si nascondono, dunque, nell’ammirevole semplicità di forme e mezzi che caratterizza quest’opera? Quale il metodo e le soluzioni che Eduardo de Almeida mette in atto per realizzare il proprio ideale di «buona architettura»: infondere serenità, creare una «condizione di convivialità»? Il saggio individua nella “costruzione della prevalenza del vuoto” attraverso la definizione di una “spazialità ininterrotta ed inclusiva” la strategia progettuale con cui Almeida “trasforma un lotto in pendenza nel quartiere residenziale di Cidade Jardim in un luogo dove l’infinito naturale e il finito artificiale convivono in vitale simbiosi e, su un piano più teorico, innovazione e tradizione giungono ad un’inedita sintesi”. Nel rigore del metodo, nel controllo di ogni dettaglio, nell’instancabile impegno a semplificare per far emergere l’«impercettibile», si delinea il contributo di Almeida alla scuola paulista e l’attualità della “lezione di modestia” che Casa Max Define rivela, da oltre trent’anni, a chi si dispone all’ascolto.

Tra natura e artificio. Il punto di vista di Eduardo de Almeida / Percoco, Maura. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - STAMPA. - 142/143:(2014), pp. 166-172.

Tra natura e artificio. Il punto di vista di Eduardo de Almeida

PERCOCO, Maura
2014

Abstract

When buildings speak they never do so with a raised voice. They use sober and reassuring tones that, in «good architecture», translate into a few signs combined with efficiency and elegance. The Residência Max Define in São Paolo belongs to the genre of «buildings that speak»: invisible to the distracted observer, it asks those who notice it to do so with attention, to listen for that extra time necessary for the message it holds to touch our sensibility. What reflections are thus concealed in the admirable simplicity of forms and means that characterise this project? What method and solutions did Eduardo de Almeida put into play to realise his own ideal of «good architecture»: infusing serenity and creating a «condition of conviviality»? The essay identifies in the «construction of the prevalence of the void» through the definition of an «interrupted and inclusive spatiality» the design strategy employed by Almeida to «transform a sloping site in the residential district of Cidade Jardim into a space where the infinite natural and the finite artificial coexist in a vital simbiosi and where, on a theoretical plane, innovation and tradition achieve an unprecedented synthesis». In the rigour of method, through the control of every detail and a tireless commitment to simplification intent on revealing the «imperceptible», we find Almeida’s contribution to the Paulista School and the contemporary value of the «lesson of modesty» that the Residência Max Define has been revealing, for over thirty years, to those wiling to listen.
2014
Quando gli edifici parlano non lo fanno mai a voce alta. Usano toni pacati e rassicuranti che nella “buona architettura” si traducono in pochi segni, combinati con efficienza ed eleganza. Casa Max Define a São Paulo appartiene al genere di “edifici che parlano”: sfugge agli occhi distratti, chiede a chi la osserva un esame più attento, un tempo di ascolto più lungo affinché il messaggio che custodisce possa raggiungere la nostra sensibilità. Quali riflessioni si nascondono, dunque, nell’ammirevole semplicità di forme e mezzi che caratterizza quest’opera? Quale il metodo e le soluzioni che Eduardo de Almeida mette in atto per realizzare il proprio ideale di «buona architettura»: infondere serenità, creare una «condizione di convivialità»? Il saggio individua nella “costruzione della prevalenza del vuoto” attraverso la definizione di una “spazialità ininterrotta ed inclusiva” la strategia progettuale con cui Almeida “trasforma un lotto in pendenza nel quartiere residenziale di Cidade Jardim in un luogo dove l’infinito naturale e il finito artificiale convivono in vitale simbiosi e, su un piano più teorico, innovazione e tradizione giungono ad un’inedita sintesi”. Nel rigore del metodo, nel controllo di ogni dettaglio, nell’instancabile impegno a semplificare per far emergere l’«impercettibile», si delinea il contributo di Almeida alla scuola paulista e l’attualità della “lezione di modestia” che Casa Max Define rivela, da oltre trent’anni, a chi si dispone all’ascolto.
Eduardo de Almeida; São Paulo; Max Define; casa; architettura; costruzione; natura; dettaglio; patio
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Tra natura e artificio. Il punto di vista di Eduardo de Almeida / Percoco, Maura. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - STAMPA. - 142/143:(2014), pp. 166-172.
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