Nuove coesioni territoriali e Pianificazione strategica Antonio Cappuccitti Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale Sapienza Università di Roma La prospettiva di nuove forme di coesione intercomunale prefigura, tra le altre molteplici potenzialità, anche innovative e più efficaci forme di pianificazione e programmazione per il concreto rilancio socioeconomico e per il futuro insediativo delle comunità territoriali. E quello della scarsa efficacia/efficienza/sostenibilità/equità delle vigenti forme di pianificazione è in effetti un annoso e cruciale problema da tempo avvertito e dibattuto in tutto il Paese, e che si evidenzia con chiarezza, con differenti situazioni e fattispecie, anche nel caso del Centro Abruzzo. Abbiamo alle spalle decenni nei quali la ricerca di una dimensione coerente di pianificazione, ad una scala intermedia tra Comuni e Regioni, ha dato luogo dapprima alla stagione dei Comprensori, e quindi a quella delle Province, fino alla recente presa d’atto dell’insufficienza di questo patrimonio di esperienze e della necessità di nuove coesioni e aggregazioni. Ora finalmente si intravede la possibilità di una pianificazione che si ponga efficacemente in coerenza con la reale dimensione delle vocazioni e delle problematiche emergenti dei territori. Ebbene, la dimensione ottimale e conforme della Pianificazione, per ciò che attiene alla ri-qualificazione socioeconomica e fisica di territori di scala sovra-comunale, è data da aggregazioni amministrative che riflettano una comune identità territoriale/metropolitana, comuni problematiche e vocazioni, e – soprattutto – un comune progetto di futuro. E la forma più snella e concreta di piano per il futuro, per aggregazioni del suddetto tipo, è un “patto” territoriale tra Soggetti pubblici e privati e Cittadini che riguardi aspetti differenti ed integrati, concernenti tanto il sistema socioeconomico quanto quello ambientale, relazionale e insediativo; un patto di questo tipo, ed il programma ad esso connesso, è quello che si chiama correntemente “Piano strategico”. Un Piano strategico è un programma condiviso di azioni, le quali sono sottese ai seguenti fattori: - una condivisa “visione” del futuro e della identità della comunità territoriale; - una condivisa serie di “obiettivi generali” nei quali detta visione si concretizza ed articola (riguardanti aspetti socioeconomici, identitari, di sviluppo, paesaggistico – ambientali, relazionali, insediativi); - una serie di “obiettivi specifici” nei quali i diversi obiettivi generali trovino articolazione tecnica e approfondimento; - una serie di interventi e progetti, integrati e coordinati tra di loro, che conferiscano concretezza e fattibilità agli obiettivi, e che costituiscano il programma di rilancio e valorizzazione condiviso dalla comunità territoriale. Un Piano strategico si prefigura come un semplice ed unitario programma coordinato di rilancio e sviluppo, formato da punti nei quali la comunità territoriale abbia palesato e sottoscritto la propria condivisione, e non presenterebbe quindi le difficoltà procedurali tipiche degli ordinari strumenti di pianificazione. Un concreto Programma teso alla realizzazione di una condivisa “visione”; un Piano contraddistinto da efficacia, snellezza procedurale e dimensione adatte particolarmente ad una aggregazione intercomunale di comunità ed identità locali (la più volte citata “massa critica”). L’intervento intende argomentare sul potenziale rapporto tra nuove coesioni e più efficaci forme di programmazione, nei termini sopra specificati, con il riferimento ad esperienze legislative e di pianificazione. E intende porre in rilievo come il Centro Abruzzo possa anche ambire a candidarsi ad un ruolo “pilota” nelle suddette tematiche, evidenziando anche però la necessaria azione di coordinamento e guida che le Istituzioni sopraordinate sarebbero chiamate ad esercitare in detto contesto.

Nuove coesioni territoriali e Pianificazione strategica / Cappuccitti, Antonio. - ELETTRONICO. - (2014).

Nuove coesioni territoriali e Pianificazione strategica

CAPPUCCITTI, Antonio
2014

Abstract

Nuove coesioni territoriali e Pianificazione strategica Antonio Cappuccitti Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale Sapienza Università di Roma La prospettiva di nuove forme di coesione intercomunale prefigura, tra le altre molteplici potenzialità, anche innovative e più efficaci forme di pianificazione e programmazione per il concreto rilancio socioeconomico e per il futuro insediativo delle comunità territoriali. E quello della scarsa efficacia/efficienza/sostenibilità/equità delle vigenti forme di pianificazione è in effetti un annoso e cruciale problema da tempo avvertito e dibattuto in tutto il Paese, e che si evidenzia con chiarezza, con differenti situazioni e fattispecie, anche nel caso del Centro Abruzzo. Abbiamo alle spalle decenni nei quali la ricerca di una dimensione coerente di pianificazione, ad una scala intermedia tra Comuni e Regioni, ha dato luogo dapprima alla stagione dei Comprensori, e quindi a quella delle Province, fino alla recente presa d’atto dell’insufficienza di questo patrimonio di esperienze e della necessità di nuove coesioni e aggregazioni. Ora finalmente si intravede la possibilità di una pianificazione che si ponga efficacemente in coerenza con la reale dimensione delle vocazioni e delle problematiche emergenti dei territori. Ebbene, la dimensione ottimale e conforme della Pianificazione, per ciò che attiene alla ri-qualificazione socioeconomica e fisica di territori di scala sovra-comunale, è data da aggregazioni amministrative che riflettano una comune identità territoriale/metropolitana, comuni problematiche e vocazioni, e – soprattutto – un comune progetto di futuro. E la forma più snella e concreta di piano per il futuro, per aggregazioni del suddetto tipo, è un “patto” territoriale tra Soggetti pubblici e privati e Cittadini che riguardi aspetti differenti ed integrati, concernenti tanto il sistema socioeconomico quanto quello ambientale, relazionale e insediativo; un patto di questo tipo, ed il programma ad esso connesso, è quello che si chiama correntemente “Piano strategico”. Un Piano strategico è un programma condiviso di azioni, le quali sono sottese ai seguenti fattori: - una condivisa “visione” del futuro e della identità della comunità territoriale; - una condivisa serie di “obiettivi generali” nei quali detta visione si concretizza ed articola (riguardanti aspetti socioeconomici, identitari, di sviluppo, paesaggistico – ambientali, relazionali, insediativi); - una serie di “obiettivi specifici” nei quali i diversi obiettivi generali trovino articolazione tecnica e approfondimento; - una serie di interventi e progetti, integrati e coordinati tra di loro, che conferiscano concretezza e fattibilità agli obiettivi, e che costituiscano il programma di rilancio e valorizzazione condiviso dalla comunità territoriale. Un Piano strategico si prefigura come un semplice ed unitario programma coordinato di rilancio e sviluppo, formato da punti nei quali la comunità territoriale abbia palesato e sottoscritto la propria condivisione, e non presenterebbe quindi le difficoltà procedurali tipiche degli ordinari strumenti di pianificazione. Un concreto Programma teso alla realizzazione di una condivisa “visione”; un Piano contraddistinto da efficacia, snellezza procedurale e dimensione adatte particolarmente ad una aggregazione intercomunale di comunità ed identità locali (la più volte citata “massa critica”). L’intervento intende argomentare sul potenziale rapporto tra nuove coesioni e più efficaci forme di programmazione, nei termini sopra specificati, con il riferimento ad esperienze legislative e di pianificazione. E intende porre in rilievo come il Centro Abruzzo possa anche ambire a candidarsi ad un ruolo “pilota” nelle suddette tematiche, evidenziando anche però la necessaria azione di coordinamento e guida che le Istituzioni sopraordinate sarebbero chiamate ad esercitare in detto contesto.
2014
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/574466
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