The essay examines the essence of the São Paolo school of architecture, viewed through selected works by Vilanova Artigas and Paulo Mendes da Rocha. The text looks at what the the Paulista School is, and what it is not. It is a way of thinking and not a catalogue of rules. It is an ethical vision of the relationship between people and buildings, between engineering and architecture, individual creativity and social needs, between memory and future. Artigas was convinced that architecture and engineering could not be separated by philosophy and politics. Thus the concrete act of designing means contributing, under given conditions, to the collective construction of the world. The buildings of Artigas and Cascaldi, designed between 1959 and 1961 – the Bittencourt House and the schools of Itanhaém and Guarulhos, the Vestiário do São Paulo Futebol Clube and the Anhembi Tênis Clube, the Garagem de barcos Santapaula – and those of Mendes da Rocha – from the project for the Osaka Pavilion to the Cais das Artes, to Vitória – are anything but lightweight in their form and raised almost completely above the ground, with the exception of a few bearing points. They are characterised by a preference for the pared down, the essential and the refusal of any self-referential exhibitionism. The notion of considering the roof as the matrix of a project that evolves from the top down is characteristic of these works, which exalt the intelligent modelling of structural profiles and the reduction to a minimum of the point of encounter between building and ground. The text emphasises the balancing act, never formalist, between structure and form, between technical ability and creative ingenuity, between heavy and light and between earth and sky typical of all Paulista projects.

All’interno del volume, il saggio tratta l’essenza della scuola di architettura di San Paulo vista attraverso la storia, gli scritti e i progetti del suo fondatore Joao Batista Vilanova Artigas ed il più giovane Paulo Mendes da Rocha (Pritzker 2006). Cosa è e cosa non è la Scuola Paulista? È un modo di pensare e non un catalogo di regole, una visione etica della relazione tra popolo ed edifici, ingegneria e architettura, creatività individuale e necessità sociale, memoria e futuro. Artigas era convinto che l’architettura e l’ingegneria non potessero essere separate dalla filosofia e dalla politica. E che dunque la concretezza del progettare significasse contribuire, nelle condizioni date, alla costruzione collettiva del mondo. Le opere di Artigas e Cascaldi progettate tra il 1959 e il 1961, - la casa Bittencourt e scuole di Itanhaém e Guarulhos, il Vestiário do São Paulo Futebol Clube ed l’Anhembi Tênis Clube, il Garagem de barcos Santapaula - e quelle di Mendes da Rocha - dal progetto per il Padiglione di Osaka alla Cais das Artes, a Vitória – sono edifici, tutt’altro che leggeri nella forma, sollevati quasi integralmente dal suolo, eccezion fatta per pochi punti di appoggio, caratterizzati da una preferenza per ciò che è spoglio, essenziale, e dal rifiuto di ogni esibizionismo fine a se stesso. Quella di considerare la copertura la matrice di un progetto che si evolve verso il basso è una caratteristica che ritroviamo in queste opere dove risalta la sapiente modellazione dei profili delle strutture e la minima riduzione de punto d’incontro tra edificio e suolo. Il testo sottolinea l’esercizio di equilibrio mai formalista tra struttura e forma, abilità tecnica e ingegno creativo, peso e leggerezza, terra e cielo in tutte le opere pauliste.

La linea del cielo e la linea di terra nell'architettura paulista / Argenti, Maria. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - STAMPA. - 142-143:(2014), pp. 53-72.

La linea del cielo e la linea di terra nell'architettura paulista

ARGENTI, Maria
2014

Abstract

The essay examines the essence of the São Paolo school of architecture, viewed through selected works by Vilanova Artigas and Paulo Mendes da Rocha. The text looks at what the the Paulista School is, and what it is not. It is a way of thinking and not a catalogue of rules. It is an ethical vision of the relationship between people and buildings, between engineering and architecture, individual creativity and social needs, between memory and future. Artigas was convinced that architecture and engineering could not be separated by philosophy and politics. Thus the concrete act of designing means contributing, under given conditions, to the collective construction of the world. The buildings of Artigas and Cascaldi, designed between 1959 and 1961 – the Bittencourt House and the schools of Itanhaém and Guarulhos, the Vestiário do São Paulo Futebol Clube and the Anhembi Tênis Clube, the Garagem de barcos Santapaula – and those of Mendes da Rocha – from the project for the Osaka Pavilion to the Cais das Artes, to Vitória – are anything but lightweight in their form and raised almost completely above the ground, with the exception of a few bearing points. They are characterised by a preference for the pared down, the essential and the refusal of any self-referential exhibitionism. The notion of considering the roof as the matrix of a project that evolves from the top down is characteristic of these works, which exalt the intelligent modelling of structural profiles and the reduction to a minimum of the point of encounter between building and ground. The text emphasises the balancing act, never formalist, between structure and form, between technical ability and creative ingenuity, between heavy and light and between earth and sky typical of all Paulista projects.
2014
All’interno del volume, il saggio tratta l’essenza della scuola di architettura di San Paulo vista attraverso la storia, gli scritti e i progetti del suo fondatore Joao Batista Vilanova Artigas ed il più giovane Paulo Mendes da Rocha (Pritzker 2006). Cosa è e cosa non è la Scuola Paulista? È un modo di pensare e non un catalogo di regole, una visione etica della relazione tra popolo ed edifici, ingegneria e architettura, creatività individuale e necessità sociale, memoria e futuro. Artigas era convinto che l’architettura e l’ingegneria non potessero essere separate dalla filosofia e dalla politica. E che dunque la concretezza del progettare significasse contribuire, nelle condizioni date, alla costruzione collettiva del mondo. Le opere di Artigas e Cascaldi progettate tra il 1959 e il 1961, - la casa Bittencourt e scuole di Itanhaém e Guarulhos, il Vestiário do São Paulo Futebol Clube ed l’Anhembi Tênis Clube, il Garagem de barcos Santapaula - e quelle di Mendes da Rocha - dal progetto per il Padiglione di Osaka alla Cais das Artes, a Vitória – sono edifici, tutt’altro che leggeri nella forma, sollevati quasi integralmente dal suolo, eccezion fatta per pochi punti di appoggio, caratterizzati da una preferenza per ciò che è spoglio, essenziale, e dal rifiuto di ogni esibizionismo fine a se stesso. Quella di considerare la copertura la matrice di un progetto che si evolve verso il basso è una caratteristica che ritroviamo in queste opere dove risalta la sapiente modellazione dei profili delle strutture e la minima riduzione de punto d’incontro tra edificio e suolo. Il testo sottolinea l’esercizio di equilibrio mai formalista tra struttura e forma, abilità tecnica e ingegno creativo, peso e leggerezza, terra e cielo in tutte le opere pauliste.
scuola paulista; Vilanova Artigas; Paulo Mendes da Rocha; São Paulo; Brasile
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La linea del cielo e la linea di terra nell'architettura paulista / Argenti, Maria. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - STAMPA. - 142-143:(2014), pp. 53-72.
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