The past few years have experienced a true genetic mutation in the field of communications technology, and are precisely the reasons and consequences of this metamorphosis - or, as it is called, mediamorphosis - that form the background of this contribution. Of course, to each other and serves as a background process now completed and irreversible clearance of practices and enjeux of communication. A process that puts the head not only to the full legitimacy of the culture of communication, but it should also lead to a virtuous and productive his meeting with the world, too long and too often exclusive and unruly, knowledge-based "high" and education. Long-school world and the media world are lain, indifferent if not hostile to each other, on two different floors and incommunicable. On the one hand, having to be aware of, the other part being of everyday life. On the one hand, almost sacred, etymologically "that is separate (from the body of society)", which is the universe of the culture and values ​​of the past that must be preserved against contamination of the worlds of life and pass on intact to future generations. On the other hand, the layman, all the more ephemeral, inauthentic and last values. On the one hand, the regime of knowledge and cognitive graph-alphabetic languages, across the experiential dimension of expressive languages ​​and somatic. Today, however, due to the genetic mutation of the media we've talked about this historic and insurmountable border that divided the school by the media, the educational practices from entertainment, seems to be radically called into question.

Gli ultimi anni hanno fatto registrare una vera e propria mutazione genetica nel campo delle tecnologie della comunicazione, e sono precisamente le ragioni e le conseguenze di questa metamorfosi – o, come è stata definita, mediamorfosi - che costituiscono lo sfondo del presente contributo. Di certo alle une ed alle altre fa da sfondo un processo ormai compiuto ed irreversibile di sdoganamento delle pratiche e degli enjeux della comunicazione. Un processo che mette capo non solo alla piena legittimazione della cultura della comunicazione, ma che dovrebbe comportare anche un suo incontro virtuoso e produttivo con il mondo, troppo a lungo e troppo spesso esclusivo e riottoso, dei saperi “alti” e dell’educazione. A lungo mondo della scuola e mondo dei media sono giaciuti, indifferenti se non ostili l’uno all’altro, su due piani diversi e incomunicanti. Da una parte, il dover essere della conoscenza, dall’altra l’essere della vita quotidiana. Da una parte, quasi il sacro, etimologicamente “ciò che è separato (dal corpo della società)”, ovvero l’universo della cultura e dei valori ultimi che si devono preservare dalle contaminazioni dei mondi della vita e tramandare intatti alle future generazioni. Dall’altra, il profano, l’insieme dei più effimeri, inautentici ed ultimi valori. Da una parte, il regime dei saperi cognitivi e dei linguaggi grafico-alfabetici, dall’altra la dimensione esperienziale dei linguaggi espressivi e somatici. Oggi, però, per effetto della mutazione genetica dei media di cui abbiamo parlato questa storica ed insormontabile frontiera che divideva la scuola dai media, le pratiche educative dall’intrattenimento, sembra essere messa radicalmente in discussione.

La formazione fuori dal tempio. Strumenti interpretativi e idee per una scuola alla prova della comunicazione esterna / Gavrila, Mihaela; D., Borrelli. - ELETTRONICO. - 1:(2009), pp. 115-128. (Intervento presentato al convegno Direction and modern Strategies for training and Improvement in Human Resources Field tenutosi a University Politehnica of Bucharest – Teacher Training Department nel 21 NOV. 2009).

La formazione fuori dal tempio. Strumenti interpretativi e idee per una scuola alla prova della comunicazione esterna

GAVRILA, Mihaela;
2009

Abstract

The past few years have experienced a true genetic mutation in the field of communications technology, and are precisely the reasons and consequences of this metamorphosis - or, as it is called, mediamorphosis - that form the background of this contribution. Of course, to each other and serves as a background process now completed and irreversible clearance of practices and enjeux of communication. A process that puts the head not only to the full legitimacy of the culture of communication, but it should also lead to a virtuous and productive his meeting with the world, too long and too often exclusive and unruly, knowledge-based "high" and education. Long-school world and the media world are lain, indifferent if not hostile to each other, on two different floors and incommunicable. On the one hand, having to be aware of, the other part being of everyday life. On the one hand, almost sacred, etymologically "that is separate (from the body of society)", which is the universe of the culture and values ​​of the past that must be preserved against contamination of the worlds of life and pass on intact to future generations. On the other hand, the layman, all the more ephemeral, inauthentic and last values. On the one hand, the regime of knowledge and cognitive graph-alphabetic languages, across the experiential dimension of expressive languages ​​and somatic. Today, however, due to the genetic mutation of the media we've talked about this historic and insurmountable border that divided the school by the media, the educational practices from entertainment, seems to be radically called into question.
2009
Gli ultimi anni hanno fatto registrare una vera e propria mutazione genetica nel campo delle tecnologie della comunicazione, e sono precisamente le ragioni e le conseguenze di questa metamorfosi – o, come è stata definita, mediamorfosi - che costituiscono lo sfondo del presente contributo. Di certo alle une ed alle altre fa da sfondo un processo ormai compiuto ed irreversibile di sdoganamento delle pratiche e degli enjeux della comunicazione. Un processo che mette capo non solo alla piena legittimazione della cultura della comunicazione, ma che dovrebbe comportare anche un suo incontro virtuoso e produttivo con il mondo, troppo a lungo e troppo spesso esclusivo e riottoso, dei saperi “alti” e dell’educazione. A lungo mondo della scuola e mondo dei media sono giaciuti, indifferenti se non ostili l’uno all’altro, su due piani diversi e incomunicanti. Da una parte, il dover essere della conoscenza, dall’altra l’essere della vita quotidiana. Da una parte, quasi il sacro, etimologicamente “ciò che è separato (dal corpo della società)”, ovvero l’universo della cultura e dei valori ultimi che si devono preservare dalle contaminazioni dei mondi della vita e tramandare intatti alle future generazioni. Dall’altra, il profano, l’insieme dei più effimeri, inautentici ed ultimi valori. Da una parte, il regime dei saperi cognitivi e dei linguaggi grafico-alfabetici, dall’altra la dimensione esperienziale dei linguaggi espressivi e somatici. Oggi, però, per effetto della mutazione genetica dei media di cui abbiamo parlato questa storica ed insormontabile frontiera che divideva la scuola dai media, le pratiche educative dall’intrattenimento, sembra essere messa radicalmente in discussione.
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