Il contributo proposto al seminario di studi Idee per la Rappresentazione è un breve viaggio nel mondo delle immagini per cercare di capire come e quanto la rivoluzione digitale ne abbia modificato, per certi aspetti, la loro fruibilità. C’è stata prima di tutto una crescita esponenziale nella capacità di produzione e di divulgazione di immagini a cui, sempre più spesso, non ha corrisposto una equivalente capacità di ritenzione da parte dell’utente finale. Citando Wim Wenders si può parlare di un vero e proprio inquinamento nella percezione dovuto all’eccesso di immagini ed una conseguente crisi dello sguardo. Le immagini spesso sono autoreferenziali, non comunicano più, per cui perdono il loro stesso significato. Certo, il termine stesso di immagine presenta un ampio spettro di riferimenti; quelle a cui ci riferiamo sono le cosiddette immagini materiali che possono essere interpretate da molteplici punti di vista. Prescindendo però un momento da questioni meramente tipologiche interessa qui evidenziare alcune caratteristiche ontologiche dell’immagine tradizionale, quelle cioè che attengono allo loro essere strettamente connesse, secondo una scala di valori variabile, ad uno specifico referente. Ci riferiamo a quello che Gadamer definisce il carattere positivo di una immagine e che la differenzia dalla pura copia. Ci riferiamo anche al valore dell’autorialità di una determinata immagine in quanto prodotto intellettuale. Nella realtà virtuale accade qualcosa di nuovo: il modello referente non è più reale né concettuale; diviene appunto virtuale. Non più una immagine della realtà ma una immagine come realtà. Nell’immaterialità della realtà virtuale si configura quindi una immaterialità dell’immagine in quanto ad essa ontologicamente connessa.

L'immagine immateriale / Paris, Leonardo; Pascucci, Cecilia. - STAMPA. - 1:(2008), pp. 78-86. (Intervento presentato al convegno Idee per la rappresentazione tenutosi a Roma nel 14 settembre 2007).

L'immagine immateriale

PARIS, Leonardo;
2008

Abstract

Il contributo proposto al seminario di studi Idee per la Rappresentazione è un breve viaggio nel mondo delle immagini per cercare di capire come e quanto la rivoluzione digitale ne abbia modificato, per certi aspetti, la loro fruibilità. C’è stata prima di tutto una crescita esponenziale nella capacità di produzione e di divulgazione di immagini a cui, sempre più spesso, non ha corrisposto una equivalente capacità di ritenzione da parte dell’utente finale. Citando Wim Wenders si può parlare di un vero e proprio inquinamento nella percezione dovuto all’eccesso di immagini ed una conseguente crisi dello sguardo. Le immagini spesso sono autoreferenziali, non comunicano più, per cui perdono il loro stesso significato. Certo, il termine stesso di immagine presenta un ampio spettro di riferimenti; quelle a cui ci riferiamo sono le cosiddette immagini materiali che possono essere interpretate da molteplici punti di vista. Prescindendo però un momento da questioni meramente tipologiche interessa qui evidenziare alcune caratteristiche ontologiche dell’immagine tradizionale, quelle cioè che attengono allo loro essere strettamente connesse, secondo una scala di valori variabile, ad uno specifico referente. Ci riferiamo a quello che Gadamer definisce il carattere positivo di una immagine e che la differenzia dalla pura copia. Ci riferiamo anche al valore dell’autorialità di una determinata immagine in quanto prodotto intellettuale. Nella realtà virtuale accade qualcosa di nuovo: il modello referente non è più reale né concettuale; diviene appunto virtuale. Non più una immagine della realtà ma una immagine come realtà. Nell’immaterialità della realtà virtuale si configura quindi una immaterialità dell’immagine in quanto ad essa ontologicamente connessa.
2008
9788890277726
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