Amburgo, sotto il nome di Hafencity, è ormai un’icona consolidata dell’innovazione urbana e della qualità architettonica contemporanea. Ma Amburgo oggi è già oltre Hafencity. Il processo di trasformazione del porto ha raggiunto circa la metà del suo sviluppo complessivo e da tempo si parla del lato opposto del fiume Elba. Un salto oltre l’Elba in direzione sud, a ricolonizzare la più grande isola fluviale abitata d’Europa, da sempre quartiere dormitorio, residenza temporanea per gruppi migranti, sterminata distesa di depositi dismessi, serbatoi di carburante, terreni irrimediabilmente contaminati: Wilhelmsburg, una terra di nessuno troppo a sud per essere ancora Amburgo, troppo a nord per essere già il porto minore di Harburg . Un ulteriore esperimento urbano, programmato giusto per l’IBA, esposizione internazionale a scala reale di quanto di meglio possa offrire alla città la cultura architettonica, in corso ad Amburgo oggi, luglio 2013. L’ampliamento di azione non è solo sull’orizzonte fisico ma soprattutto su quello culturale. Certo innegabile dirigismo edilizio, la fiducia produttivistica che ha caratterizzato Hafencity nella sua storia ormai ventennale, sembra tramontato per sempre dopo il crunch immobiliare del 2007, e Amburgo si volge a nuovi motivi sociali di ascolto, nel fidelizzare i propri cittadini alle ragioni della costruzione sostenibile, del co-housing, della gestione comune degli spazi e delle azioni condivise sulla città. Questo cambiamento epocale nell’intendere l’intervento di trasformazione urbana e il suo modo di porlo ai cittadini potrà forse rivelarsi l’unico universalmente risolutivo nel risollevare le sorti di un’attività edilizia che, nel ritrovarsi ormai ridotta a semplice mercato di sostituzione, sembra essere giunta ad un capolinea cruciale in tutto il mondo sviluppato.
Amburgo oltre / oltre Hafencity / Cherubini, Roberto. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - STAMPA. - 432(2013), pp. 4-13.
Amburgo oltre / oltre Hafencity
CHERUBINI, Roberto
2013
Abstract
Amburgo, sotto il nome di Hafencity, è ormai un’icona consolidata dell’innovazione urbana e della qualità architettonica contemporanea. Ma Amburgo oggi è già oltre Hafencity. Il processo di trasformazione del porto ha raggiunto circa la metà del suo sviluppo complessivo e da tempo si parla del lato opposto del fiume Elba. Un salto oltre l’Elba in direzione sud, a ricolonizzare la più grande isola fluviale abitata d’Europa, da sempre quartiere dormitorio, residenza temporanea per gruppi migranti, sterminata distesa di depositi dismessi, serbatoi di carburante, terreni irrimediabilmente contaminati: Wilhelmsburg, una terra di nessuno troppo a sud per essere ancora Amburgo, troppo a nord per essere già il porto minore di Harburg . Un ulteriore esperimento urbano, programmato giusto per l’IBA, esposizione internazionale a scala reale di quanto di meglio possa offrire alla città la cultura architettonica, in corso ad Amburgo oggi, luglio 2013. L’ampliamento di azione non è solo sull’orizzonte fisico ma soprattutto su quello culturale. Certo innegabile dirigismo edilizio, la fiducia produttivistica che ha caratterizzato Hafencity nella sua storia ormai ventennale, sembra tramontato per sempre dopo il crunch immobiliare del 2007, e Amburgo si volge a nuovi motivi sociali di ascolto, nel fidelizzare i propri cittadini alle ragioni della costruzione sostenibile, del co-housing, della gestione comune degli spazi e delle azioni condivise sulla città. Questo cambiamento epocale nell’intendere l’intervento di trasformazione urbana e il suo modo di porlo ai cittadini potrà forse rivelarsi l’unico universalmente risolutivo nel risollevare le sorti di un’attività edilizia che, nel ritrovarsi ormai ridotta a semplice mercato di sostituzione, sembra essere giunta ad un capolinea cruciale in tutto il mondo sviluppato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.