The essay begins with some general considerations about the relationship between man and nature, and with a focus on contemporary environmental issues, and the interrelations in antiquity. The idea of ​​the use and abuse is a human conceptualization, which is relativized to different historical periods, contexts and circumstances. The religious dimension of the relationship between man and the natural environment is then connected to the different types of attribution of ownership extraumani beings, the gods or humans, and the consequent caution mythical-ritual. The essay then consider some cases handed down by sources as forcing or abuse on the marine aquatic world, referring in particular - after a rapid survey of conceptual and methodological idea of ​​walking in water (Moses) or the Water (Jesus) this in the biblical and Christian tradition and the concept and the personification of Hybris / hubris - the bridge of Xerxes to the Hellespont and Caligula Bay. The story on the construction of the bridge by Xerxes makes sense that greek is to describe the work as enslavement of nature to the practical needs of a man who acts in the name of hubris: that kind of action of extreme contempt, smug supremacy of man over nature, will be limited in the time of myth and, in historical time, it will be attributable to a foreign power and antagonist, but only for the purpose of overriding the final defeat and helplessness. The bridge was built by Caligula Bay is characterized by an outrage against men, for the imposition of disproportionate and work for the violence directly on bystanders, the nature of the gods. The implementation follows a complex model than Alexander and Xerxes, as the desire for a royal supreme hubris, which overcomes the above and may be clearly seen as a go "beyond". The comparability of the two episodes, Xerxes and Caligula, with respect to the prophecies which had received both offers a new interpretation of hubris against time and finally against history.

Il saggio prende le mosse da alcune considerazioni generali circa il rapporto fra l’uomo e la natura, sia con un’attenzione alle problematiche ambientali contemporanee, sia alle interrelazioni in antico. L’idea di uso e abuso è una concettualizzazione umana, che va relativizzata alle diverse epoche storiche, ai contesti e alle circostanze. Le dimensione religiosa del rapporto fra uomo e ambiente naturale è poi collegata alle diverse tipologie di attribuzione della proprietà agli esseri extraumani, alle divinità o all’uomo, e alle conseguenti cautele mitico-rituali. Il saggio prende quindi in considerazione alcuni casi tramandati dalle fonti come forzature o abusi sul mondo acquatico marino, facendo riferimento, in particolare – dopo un rapido excursus concettuale e metodologico sull’idea del camminare nelle acque (Mosè) o sulle acque (Gesù) presente nella tradizione biblica e cristiana e sul concetto e la personificazione di Hybris/hybris, - al ponte di Serse sull’Ellesponto e a quello di Caligola a Baia. Il racconto relativo alla costruzione del ponte da parte di Serse ha un senso greco che consiste nel descrivere l’opera come asservimento della natura ai bisogni contingenti di un uomo che agisce nel segno della hybris: quel tipo di azione di estremo disprezzo, di supremazia compiaciuta dell’uomo sulla natura, sarà circoscritto nel tempo del mito e, nel tempo storico, sarà attribuibile ad una potenza straniera e antagonista, ma solo allo scopo di sancirne la definitiva sconfitta e impotenza. Il ponte fatto costruire da Caligola a Baia è caratterizzato da un oltraggio nei confronti degli uomini, per l’imposizione di un’opera spropositata e per la violenza perpetrata direttamente sugli astanti, della natura, degli dèi. La realizzazione segue un modello complesso rispetto a Alessandro e Serse, come aspirazione ad una hybris regale suprema, che superi i precedenti e appaia chiaramente come un andare “oltre”. La comparabilità dei due episodi, di Serse e Caligola, rispetto alle profezie che entrambi avevano ricevuto, propone una nuova chiave di lettura della hybris contro il tempo e infine contro la storia.

Calpestare acque marine. I ponti di Serse e Caligola e l’abuso contro la natura / Saggioro, Alessandro. - STAMPA. - (2010), pp. 169-186. (Intervento presentato al convegno Usos y abusos del medio natural. Naturaleza y religión en el mundo clásico tenutosi a Madrid nel 9-10 ottobre 2008).

Calpestare acque marine. I ponti di Serse e Caligola e l’abuso contro la natura

SAGGIORO, Alessandro
2010

Abstract

The essay begins with some general considerations about the relationship between man and nature, and with a focus on contemporary environmental issues, and the interrelations in antiquity. The idea of ​​the use and abuse is a human conceptualization, which is relativized to different historical periods, contexts and circumstances. The religious dimension of the relationship between man and the natural environment is then connected to the different types of attribution of ownership extraumani beings, the gods or humans, and the consequent caution mythical-ritual. The essay then consider some cases handed down by sources as forcing or abuse on the marine aquatic world, referring in particular - after a rapid survey of conceptual and methodological idea of ​​walking in water (Moses) or the Water (Jesus) this in the biblical and Christian tradition and the concept and the personification of Hybris / hubris - the bridge of Xerxes to the Hellespont and Caligula Bay. The story on the construction of the bridge by Xerxes makes sense that greek is to describe the work as enslavement of nature to the practical needs of a man who acts in the name of hubris: that kind of action of extreme contempt, smug supremacy of man over nature, will be limited in the time of myth and, in historical time, it will be attributable to a foreign power and antagonist, but only for the purpose of overriding the final defeat and helplessness. The bridge was built by Caligula Bay is characterized by an outrage against men, for the imposition of disproportionate and work for the violence directly on bystanders, the nature of the gods. The implementation follows a complex model than Alexander and Xerxes, as the desire for a royal supreme hubris, which overcomes the above and may be clearly seen as a go "beyond". The comparability of the two episodes, Xerxes and Caligula, with respect to the prophecies which had received both offers a new interpretation of hubris against time and finally against history.
2010
Usos y abusos del medio natural. Naturaleza y religión en el mundo clásico
Il saggio prende le mosse da alcune considerazioni generali circa il rapporto fra l’uomo e la natura, sia con un’attenzione alle problematiche ambientali contemporanee, sia alle interrelazioni in antico. L’idea di uso e abuso è una concettualizzazione umana, che va relativizzata alle diverse epoche storiche, ai contesti e alle circostanze. Le dimensione religiosa del rapporto fra uomo e ambiente naturale è poi collegata alle diverse tipologie di attribuzione della proprietà agli esseri extraumani, alle divinità o all’uomo, e alle conseguenti cautele mitico-rituali. Il saggio prende quindi in considerazione alcuni casi tramandati dalle fonti come forzature o abusi sul mondo acquatico marino, facendo riferimento, in particolare – dopo un rapido excursus concettuale e metodologico sull’idea del camminare nelle acque (Mosè) o sulle acque (Gesù) presente nella tradizione biblica e cristiana e sul concetto e la personificazione di Hybris/hybris, - al ponte di Serse sull’Ellesponto e a quello di Caligola a Baia. Il racconto relativo alla costruzione del ponte da parte di Serse ha un senso greco che consiste nel descrivere l’opera come asservimento della natura ai bisogni contingenti di un uomo che agisce nel segno della hybris: quel tipo di azione di estremo disprezzo, di supremazia compiaciuta dell’uomo sulla natura, sarà circoscritto nel tempo del mito e, nel tempo storico, sarà attribuibile ad una potenza straniera e antagonista, ma solo allo scopo di sancirne la definitiva sconfitta e impotenza. Il ponte fatto costruire da Caligola a Baia è caratterizzato da un oltraggio nei confronti degli uomini, per l’imposizione di un’opera spropositata e per la violenza perpetrata direttamente sugli astanti, della natura, degli dèi. La realizzazione segue un modello complesso rispetto a Alessandro e Serse, come aspirazione ad una hybris regale suprema, che superi i precedenti e appaia chiaramente come un andare “oltre”. La comparabilità dei due episodi, di Serse e Caligola, rispetto alle profezie che entrambi avevano ricevuto, propone una nuova chiave di lettura della hybris contro il tempo e infine contro la storia.
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Calpestare acque marine. I ponti di Serse e Caligola e l’abuso contro la natura / Saggioro, Alessandro. - STAMPA. - (2010), pp. 169-186. (Intervento presentato al convegno Usos y abusos del medio natural. Naturaleza y religión en el mundo clásico tenutosi a Madrid nel 9-10 ottobre 2008).
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