Cesare de Titta, a protagonist of Abruzzo’s literary culture between the end of the nineteenth and the beginning of the twentieth century, dealt frequently with themes deriving from the culture of his region’s farmers in dialectal, Italian and neo-Latin poetry, thus getting close to popular literature. De Titta also wrote often poetry for music. Differently from other scholars of his time – sometimes, like Gennaro Finamore, friends of his –, he claimed that there cannot exist any good popular literature or music unless backed up by high quality artists. But de Titta, neo-latin poet who deserves to be reevaluated, brought to a new life poetical forms like the Latin sonnet, whose tradition had persisted at least from the end of the Middle Ages, and was probably the first to transpose “stornelli” into neo-Latin, in a little poem written for the second Virgilian bi-millenary in 1930. This little poem may be considered one of the happiest syntheses of de Titta’s poetry among popular and classical culture, autobiography and literary tradition.

Cesare de Titta, protagonista della cultura letteraria Abruzzese tra fine Ottocento e prima metà del Novecento, trattò spesso in poesia dialettale, italiana e neolatina temi derivati dalla cultura contadina della sua regione, avvicinandosi così alla letteratura popolare; fu anche spesso autore di poesia per musica. Diversamente da altri illustri studiosi contemporanei, a volte suoi amici, come Gennaro Finamore, sosteneva che non esiste letteratura o musica popolare di qualità che non abbia, a monte, artisti di qualità. Ma de Titta, poeta neolatino da rivalutare, portò anche a nuova vita forme poetiche come il sonetto in latino, che aveva avuto una tradizione risalente almeno alla fine del medio evo, e fu probabilmente il primo a trasporre in neolatino gli stornelli, in un poemetto, scritto per il bimillenario virgiliano del 1930, che può considerarsi fra le più felici sintesi della sua opera poetica fra cultura popolare, autobiografia, cultura classica, tradizione letteraria.

Tria corda. Cesare de Titta fra italiano, dialetto, neolatino / Gamberale, Leopoldo. - In: ATTI E MEMORIE DELL'ARCADIA. - ISSN 1127-249X. - STAMPA. - 2013:2(2013), pp. 243-273.

Tria corda. Cesare de Titta fra italiano, dialetto, neolatino

GAMBERALE, Leopoldo
2013

Abstract

Cesare de Titta, a protagonist of Abruzzo’s literary culture between the end of the nineteenth and the beginning of the twentieth century, dealt frequently with themes deriving from the culture of his region’s farmers in dialectal, Italian and neo-Latin poetry, thus getting close to popular literature. De Titta also wrote often poetry for music. Differently from other scholars of his time – sometimes, like Gennaro Finamore, friends of his –, he claimed that there cannot exist any good popular literature or music unless backed up by high quality artists. But de Titta, neo-latin poet who deserves to be reevaluated, brought to a new life poetical forms like the Latin sonnet, whose tradition had persisted at least from the end of the Middle Ages, and was probably the first to transpose “stornelli” into neo-Latin, in a little poem written for the second Virgilian bi-millenary in 1930. This little poem may be considered one of the happiest syntheses of de Titta’s poetry among popular and classical culture, autobiography and literary tradition.
2013
Cesare de Titta, protagonista della cultura letteraria Abruzzese tra fine Ottocento e prima metà del Novecento, trattò spesso in poesia dialettale, italiana e neolatina temi derivati dalla cultura contadina della sua regione, avvicinandosi così alla letteratura popolare; fu anche spesso autore di poesia per musica. Diversamente da altri illustri studiosi contemporanei, a volte suoi amici, come Gennaro Finamore, sosteneva che non esiste letteratura o musica popolare di qualità che non abbia, a monte, artisti di qualità. Ma de Titta, poeta neolatino da rivalutare, portò anche a nuova vita forme poetiche come il sonetto in latino, che aveva avuto una tradizione risalente almeno alla fine del medio evo, e fu probabilmente il primo a trasporre in neolatino gli stornelli, in un poemetto, scritto per il bimillenario virgiliano del 1930, che può considerarsi fra le più felici sintesi della sua opera poetica fra cultura popolare, autobiografia, cultura classica, tradizione letteraria.
fortuna dei classici; neolatino; letteratura italiana
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Tria corda. Cesare de Titta fra italiano, dialetto, neolatino / Gamberale, Leopoldo. - In: ATTI E MEMORIE DELL'ARCADIA. - ISSN 1127-249X. - STAMPA. - 2013:2(2013), pp. 243-273.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/556622
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact