L' A. esamina il problema del voto obbligatorio sotto la triplice prospettiva di motivazioni teoriche, di ragioni pratiche e degli effetti dell' adozione di normative che prescrivono l' obbligatorietà della partecipazione alle votazioni da parte di coloro che hanno il diritto di voto. Dopo aver individuato un concetto di astensione basato sul carattere formale della partecipazione o non partecipazione, l' A. analizza la dottrina su questo argomento, sottolineando come, nelle più importanti motivazioni addotte nel contesto continentale, vi sia stato un progressivo cambiamento, dalle giustificazioni basate su principi a quelle fondate sull' opportunità politica di introdurre normative antiastensionistiche. Dall' analisi delle ragioni pratiche per l' adozione del voto obbligatorio risulta, invece, la stretta coordinazione fra l' adozione di tali normative e l' estensione del suffragio. Infatti, se si esclude il caso australiano dove il voto obbligatorio è introdotto in vista di un miglior funzionamento del sistema elettorale (il così detto "voto alternativo trasferibile"), l' obbligatorietà a prender parte alle elezioni è considerata sia uno strumento di mobilitazione dei settori meno attivi, e di conseguenza più conservatori, della popolazione, sia un meccanismo per stimolare le minoranze etniche e religiose. Infine, sulla scorta dei risultati ottenuti attraverso le normative antiastensionistiche, il voto obbligatorio sembra aver avuto una sicura efficacia sulla partecipazione dell' elettorato. Dall' analisi empirica è evidente che i Paesi dove simili normative sono state adottate sono anche quelli con il più basso tasso di astensionismo elettorale.
Il voto obbligatorio da principio a strumento. Un' analisi comparata, in Il Politico, 1983 fasc. 1, pp. 31 - 53 / Lanchester, Fulco. - In: IL POLITICO. - ISSN 0032-325X. - STAMPA. - (1983).
Il voto obbligatorio da principio a strumento. Un' analisi comparata, in Il Politico, 1983 fasc. 1, pp. 31 - 53
LANCHESTER, Fulco
1983
Abstract
L' A. esamina il problema del voto obbligatorio sotto la triplice prospettiva di motivazioni teoriche, di ragioni pratiche e degli effetti dell' adozione di normative che prescrivono l' obbligatorietà della partecipazione alle votazioni da parte di coloro che hanno il diritto di voto. Dopo aver individuato un concetto di astensione basato sul carattere formale della partecipazione o non partecipazione, l' A. analizza la dottrina su questo argomento, sottolineando come, nelle più importanti motivazioni addotte nel contesto continentale, vi sia stato un progressivo cambiamento, dalle giustificazioni basate su principi a quelle fondate sull' opportunità politica di introdurre normative antiastensionistiche. Dall' analisi delle ragioni pratiche per l' adozione del voto obbligatorio risulta, invece, la stretta coordinazione fra l' adozione di tali normative e l' estensione del suffragio. Infatti, se si esclude il caso australiano dove il voto obbligatorio è introdotto in vista di un miglior funzionamento del sistema elettorale (il così detto "voto alternativo trasferibile"), l' obbligatorietà a prender parte alle elezioni è considerata sia uno strumento di mobilitazione dei settori meno attivi, e di conseguenza più conservatori, della popolazione, sia un meccanismo per stimolare le minoranze etniche e religiose. Infine, sulla scorta dei risultati ottenuti attraverso le normative antiastensionistiche, il voto obbligatorio sembra aver avuto una sicura efficacia sulla partecipazione dell' elettorato. Dall' analisi empirica è evidente che i Paesi dove simili normative sono state adottate sono anche quelli con il più basso tasso di astensionismo elettorale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


