La famiglia Iridaceae, ricca di generi, specie e taxa sottospecifici, in Italia consta di circa 10 generi, 60 specie e numerosi ibridi. L’alta diversità che la caratterizza, incrementata dalla doppia riproduzione, si esprime anche con polimorfismo popolazionale e taxa critici che invitano a nuove indagini dettagliate per la delucidazione dei problemi tassonomici e nomenclaturali connessi. Da più di un decennio è stato iniziato lo studio approfondito di molte popolazioni delle specie presenti sul territorio italiano. Ciò, in alcuni casi, ha mostrato quanto fuorvianti siano state molte informazioni di letteratura, particolarmente se contenute in Compendi e Flore regionali o nazionali, rafforzando, invece, la validità di lavori specialistici (Colasante & al. 2008) e di monografie (Mathew 1981, Innes 1985, Colasante & al. 2006). Queste ultime, infatti, vagliando profondamente più dati a disposizione dai vari campi di ricerca e mettondoli a confronto con la realtà naturale, dimostrano che solo questo tipo di approccio comparato permette di ottenere risultati di rilievo, di ostacolare la proliferazione di specie, di sinonimizzare molti taxa, di separarne di nuovi, d’individuare polimorfismo di popolazioni e auto- ed allopoliploidi. Tuttavia, molto c’è ancora da analizzare nelle varie regioni. A tal proposito, per inciso, è importante menzionare che in Botanica Sistematica, i poliploidi non vanno distinti come nuova unità dalla specie cui appartengono, se non in casi molto particolari, come nel caso della presenza di allopoliploidi, e in ogni caso ciò va dimostrato prima di operare tale separazione al livello tassonomico e nomenclaturale. Di conseguenza, la distribuzione delle specie e l’evoluzione di specie affini in altre d’origine naturalmente ibrida rappresentano il problema principale che investe la maggior parte delle specie dei generi esaminati (Crocus L., Romulea Maratti, Freesia Eckl. ex Klatt, Moraea Mill., Chasmanthe N.E.Br., Gladiolus Tourn. ex L., Sisyrinchium L., Iris Tourn. ex L., ecc.). Infatti, la più frequente difficoltà che si incontra è spesso relativa alla distinzione in campo e in laboratorio dei discendenti ibridi dai progenitori. Perciò, se il polimorfismo intrapopolazionale spinge i botanici a istituire erroneamente nuove specie, la presenza di poliploidi è d’impedimento alla corretta identificazione di taxa perché o non distinti facilmente dalla specie (alcuni allopoliploidi) o separati erroneamente da questa (autopoliploidi). Come primo gradino delle successive indagini, l’identificazione sbagliata (più comune di quanto si creda), a causa dell’originale errore di attribuzione, non solo influenza l’aspetto tassonomico e nomenclaturale, ma inficia molti risultati ottenuti da analisi anche correttamente condotte tramite tecnologie avanzate. Per chiarire tali problemi specie per specie, è stata intrapresa una Monografia delle Iridaceae presenti in Italia (Colasante 2013), il cui testo (italiano e inglese), comprende anche chiavi analitiche, un’appendice sul genere Iris e un glossario, in aggiunta a nuovi dati e circa 70 illustrazioni botaniche di cui 61 di Anne Eldredge Maury, effettuate da campioni raccolti in popolazioni italiane di ogni singola specie e dipinti dal vero. Questo tipo di approccio qualitativo e quantitativo fornisce una quadro generale della famiglia per l’Italia e appare una soluzione conforme alla Strategia Nazionale per la Biodiversità per l’attuazione della Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro e la strategia comunitaria per il 2020.

Iridaceae presenti in Italia / Colasante, Maria Antonietta. - STAMPA. - (2013), pp. 27-28. (Intervento presentato al convegno Contributi alla ricerca floristica in Italia tenutosi a Roma, Italia nel 18-19 ottobre 2013).

Iridaceae presenti in Italia

COLASANTE, Maria Antonietta
2013

Abstract

La famiglia Iridaceae, ricca di generi, specie e taxa sottospecifici, in Italia consta di circa 10 generi, 60 specie e numerosi ibridi. L’alta diversità che la caratterizza, incrementata dalla doppia riproduzione, si esprime anche con polimorfismo popolazionale e taxa critici che invitano a nuove indagini dettagliate per la delucidazione dei problemi tassonomici e nomenclaturali connessi. Da più di un decennio è stato iniziato lo studio approfondito di molte popolazioni delle specie presenti sul territorio italiano. Ciò, in alcuni casi, ha mostrato quanto fuorvianti siano state molte informazioni di letteratura, particolarmente se contenute in Compendi e Flore regionali o nazionali, rafforzando, invece, la validità di lavori specialistici (Colasante & al. 2008) e di monografie (Mathew 1981, Innes 1985, Colasante & al. 2006). Queste ultime, infatti, vagliando profondamente più dati a disposizione dai vari campi di ricerca e mettondoli a confronto con la realtà naturale, dimostrano che solo questo tipo di approccio comparato permette di ottenere risultati di rilievo, di ostacolare la proliferazione di specie, di sinonimizzare molti taxa, di separarne di nuovi, d’individuare polimorfismo di popolazioni e auto- ed allopoliploidi. Tuttavia, molto c’è ancora da analizzare nelle varie regioni. A tal proposito, per inciso, è importante menzionare che in Botanica Sistematica, i poliploidi non vanno distinti come nuova unità dalla specie cui appartengono, se non in casi molto particolari, come nel caso della presenza di allopoliploidi, e in ogni caso ciò va dimostrato prima di operare tale separazione al livello tassonomico e nomenclaturale. Di conseguenza, la distribuzione delle specie e l’evoluzione di specie affini in altre d’origine naturalmente ibrida rappresentano il problema principale che investe la maggior parte delle specie dei generi esaminati (Crocus L., Romulea Maratti, Freesia Eckl. ex Klatt, Moraea Mill., Chasmanthe N.E.Br., Gladiolus Tourn. ex L., Sisyrinchium L., Iris Tourn. ex L., ecc.). Infatti, la più frequente difficoltà che si incontra è spesso relativa alla distinzione in campo e in laboratorio dei discendenti ibridi dai progenitori. Perciò, se il polimorfismo intrapopolazionale spinge i botanici a istituire erroneamente nuove specie, la presenza di poliploidi è d’impedimento alla corretta identificazione di taxa perché o non distinti facilmente dalla specie (alcuni allopoliploidi) o separati erroneamente da questa (autopoliploidi). Come primo gradino delle successive indagini, l’identificazione sbagliata (più comune di quanto si creda), a causa dell’originale errore di attribuzione, non solo influenza l’aspetto tassonomico e nomenclaturale, ma inficia molti risultati ottenuti da analisi anche correttamente condotte tramite tecnologie avanzate. Per chiarire tali problemi specie per specie, è stata intrapresa una Monografia delle Iridaceae presenti in Italia (Colasante 2013), il cui testo (italiano e inglese), comprende anche chiavi analitiche, un’appendice sul genere Iris e un glossario, in aggiunta a nuovi dati e circa 70 illustrazioni botaniche di cui 61 di Anne Eldredge Maury, effettuate da campioni raccolti in popolazioni italiane di ogni singola specie e dipinti dal vero. Questo tipo di approccio qualitativo e quantitativo fornisce una quadro generale della famiglia per l’Italia e appare una soluzione conforme alla Strategia Nazionale per la Biodiversità per l’attuazione della Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro e la strategia comunitaria per il 2020.
2013
Contributi alla ricerca floristica in Italia
misidentificazioni; iridaceae; italia
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Iridaceae presenti in Italia / Colasante, Maria Antonietta. - STAMPA. - (2013), pp. 27-28. (Intervento presentato al convegno Contributi alla ricerca floristica in Italia tenutosi a Roma, Italia nel 18-19 ottobre 2013).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/548478
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