Nell’ orizzonte di progressiva e generale dismissione del patrimonio pubblico, nel corso degli ultimi tre anni si può rintracciare, la riattivazione di numerosi luoghi di cultura e spazi sociali dismessi, in diverse città italiane. Nuovi centri di offerta alternativa e di produzione culturale configurano un alternativo circuito ‘vitale’ nella città. Pratiche riappropriative che, attraverso l’uso e la gestione di diverse parti del contesto urbano, restituiscono ruolo cardine alla cultura e alla produzione culturale nella rigenerazione urbana, problematizzando e rovesciando le attuali strategie di produzione di politiche culturali. Spazi che tracciano una ‘rete’ svincolata dai flussi economici dominanti, nel tentativo d’innovare la dimensione istituzionale e di costruire modelli alternativi di gestione. All’interno di questo quadro di profondi mutamenti che investono ambiente, economia e sfera socio-culturale l’espressione ‘beni comuni’ sembra risuonare. Tale categoria appare essere diventata lo sfondo necessario da cui ripartire, non solo per riconquistare spazi di resistenza, ma anche per ricostruirli e formularli quali beni pubblici: esito dell’intreccio di diverse dimensioni. Nel tentativo di comprendere quali suggerimenti per il progetto di tutela e cura del territorio è possibile desumere da questi processi in divenire, l’indagine scende in profondità percorrendo alcune esperienze nella città di Roma e concentrandosi sul processo di riattivazione del Teatro Valle.
Ricreare gli spazi urbani dalle loro differenze e specificità. Una lente attraverso cui esplorare la riattivazione del Teatro Valle Occupato / Chiogna, Marta. - In: SDT SCIENZE DEL TERRITORIO. - ELETTRONICO. - 1:(2016), pp. 22-31.
Ricreare gli spazi urbani dalle loro differenze e specificità. Una lente attraverso cui esplorare la riattivazione del Teatro Valle Occupato
CHIOGNA, MARTA
2016
Abstract
Nell’ orizzonte di progressiva e generale dismissione del patrimonio pubblico, nel corso degli ultimi tre anni si può rintracciare, la riattivazione di numerosi luoghi di cultura e spazi sociali dismessi, in diverse città italiane. Nuovi centri di offerta alternativa e di produzione culturale configurano un alternativo circuito ‘vitale’ nella città. Pratiche riappropriative che, attraverso l’uso e la gestione di diverse parti del contesto urbano, restituiscono ruolo cardine alla cultura e alla produzione culturale nella rigenerazione urbana, problematizzando e rovesciando le attuali strategie di produzione di politiche culturali. Spazi che tracciano una ‘rete’ svincolata dai flussi economici dominanti, nel tentativo d’innovare la dimensione istituzionale e di costruire modelli alternativi di gestione. All’interno di questo quadro di profondi mutamenti che investono ambiente, economia e sfera socio-culturale l’espressione ‘beni comuni’ sembra risuonare. Tale categoria appare essere diventata lo sfondo necessario da cui ripartire, non solo per riconquistare spazi di resistenza, ma anche per ricostruirli e formularli quali beni pubblici: esito dell’intreccio di diverse dimensioni. Nel tentativo di comprendere quali suggerimenti per il progetto di tutela e cura del territorio è possibile desumere da questi processi in divenire, l’indagine scende in profondità percorrendo alcune esperienze nella città di Roma e concentrandosi sul processo di riattivazione del Teatro Valle.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.