In sixteenth-century Rome the beauty and functional role of streets interacted directly with its many perspective views, behaving like compositional variables in the creation of a three-way physical and perceptive relationship between buildings, the city and the observer. The construction of new private buildings, and the experimental illusionistic perspectives of early sixteenth-century theatrical backdrops, revealed how a multifaceted urban environment could inspire different approaches and viewpoints prompted by the formal improvement of buildings and the many possible, dynamic perspectives of the observer. It was Rafael who in the design of Palazzo Jacopo da Brescia introduced the variable rhythm of the windows, creating a dynamic perception of the façades which he coupled with a more careful design of the architectural elements. This line of research was copied and consolidated by Nanni di Baccio Bigio, paving the way for the elegant formativity of the rhythmic façades by Giacomo della Porta and, on a different scale, the Lateran complex by Domenico Fontana.

Nella costruzione della Roma del XVI secolo, le caratteristiche di bellezza e di funzionalità delle strade istituiscono relazioni dirette con la molteplicità delle visioni prospettiche, come variabili compositive nella istituzione del rapporto ternario di natura fisico – percettiva, tra il palazzo, la città e l’osservatore. Ed è l’edificazione dei nuovi palazzi civili, insieme alla sperimentazione della prospettiva illusionistica nelle scene teatrali del primo Cinquecento, ad indicare come la molteplicità del contesto urbano potrà suggerire differenti approcci e punti di vista legati tanto alla qualificazione formale degli edifici, quanto alle variabili possibilità della percezione, anche dinamica dell’osservatore. Si deve al Raffaello di palazzo Jacopo da Brescia l’introduzione del tema della variabilià della cadenza delle finestrature con una percezione dinamica delle facciate, a cui fa coincidere una particolare attenzione al linguaggio degli elementi architettonici. Questa linea di ricerca viene ripresa e consolidata dall’opera di Nanni di Baccio Bigio, che apre la strada alla raffinata formatività delle facciate pulsanti di Giacomo Della Porta a cui, con un salto di scala, si allaccia la realizzazione del complesso lateranense di Domenico Fontana.

Facciate pulsanti e spazio urbano nella Roma del Cinquecento / Azzaro, Bartolomeo. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - STAMPA. - Volume 1:(2013), pp. 209-222. (Intervento presentato al convegno Giornate di studio in onore di Arnaldo Bruschi tenutosi a Roma nel Roma 5, 6, 7 maggio 2011).

Facciate pulsanti e spazio urbano nella Roma del Cinquecento

AZZARO, Bartolomeo
2013

Abstract

In sixteenth-century Rome the beauty and functional role of streets interacted directly with its many perspective views, behaving like compositional variables in the creation of a three-way physical and perceptive relationship between buildings, the city and the observer. The construction of new private buildings, and the experimental illusionistic perspectives of early sixteenth-century theatrical backdrops, revealed how a multifaceted urban environment could inspire different approaches and viewpoints prompted by the formal improvement of buildings and the many possible, dynamic perspectives of the observer. It was Rafael who in the design of Palazzo Jacopo da Brescia introduced the variable rhythm of the windows, creating a dynamic perception of the façades which he coupled with a more careful design of the architectural elements. This line of research was copied and consolidated by Nanni di Baccio Bigio, paving the way for the elegant formativity of the rhythmic façades by Giacomo della Porta and, on a different scale, the Lateran complex by Domenico Fontana.
2013
Giornate di studio in onore di Arnaldo Bruschi
Nella costruzione della Roma del XVI secolo, le caratteristiche di bellezza e di funzionalità delle strade istituiscono relazioni dirette con la molteplicità delle visioni prospettiche, come variabili compositive nella istituzione del rapporto ternario di natura fisico – percettiva, tra il palazzo, la città e l’osservatore. Ed è l’edificazione dei nuovi palazzi civili, insieme alla sperimentazione della prospettiva illusionistica nelle scene teatrali del primo Cinquecento, ad indicare come la molteplicità del contesto urbano potrà suggerire differenti approcci e punti di vista legati tanto alla qualificazione formale degli edifici, quanto alle variabili possibilità della percezione, anche dinamica dell’osservatore. Si deve al Raffaello di palazzo Jacopo da Brescia l’introduzione del tema della variabilià della cadenza delle finestrature con una percezione dinamica delle facciate, a cui fa coincidere una particolare attenzione al linguaggio degli elementi architettonici. Questa linea di ricerca viene ripresa e consolidata dall’opera di Nanni di Baccio Bigio, che apre la strada alla raffinata formatività delle facciate pulsanti di Giacomo Della Porta a cui, con un salto di scala, si allaccia la realizzazione del complesso lateranense di Domenico Fontana.
Architettura Cinquecento Roma
04 Pubblicazione in atti di convegno::04c Atto di convegno in rivista
Facciate pulsanti e spazio urbano nella Roma del Cinquecento / Azzaro, Bartolomeo. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - STAMPA. - Volume 1:(2013), pp. 209-222. (Intervento presentato al convegno Giornate di studio in onore di Arnaldo Bruschi tenutosi a Roma nel Roma 5, 6, 7 maggio 2011).
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