L’io e l’altro in rete. Identità e Alterità nelle strutture e nelle funzioni delle (neo)reti sociali

The paper tackles and develops the impact of digital media and network dynamics on the forms of contemporary subjectivity, starting from the latest analysis of Roger Silverstone on “Mediapolis”: an original reflection on recent trends of self-narration through the use of digital technologies, and in particular of virtual social networks, is presented. The focus will be specifically on the role that the Other – the virtual other replacing the real one – plays in the reflexive and narrative dynamics of the self, and thus on the impact that the digital pseudo-relations have on the constitutive processes of the contemporary subject’s personal identity. Referring also to Ivan Illich, we will join Silverston’s reflection on “Mediapolis” with Illich’s view of technological modernity as “disembodiment”, through an “archaeological” route that places the beginning of the “media Middle-ages”, exactly in that Twelfth century, which, according to Illich, is the real watershed between tradition and modernity.

Il contributo intende sviluppare il tema dell’impatto dei media digitali e delle dinamiche di rete sulle forme della soggettività contemporanea. Partendo dalle ultime analisi di Roger Silverstone sulla “Mediapolis”, si rifletterà sulle recenti tendenze all’autonarrazione del Sé attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali, e in particolare delle reti sociali virtuali. L’attenzione sarà rivolta nello specifico al ruolo che l’Altro virtuale ricopre nelle dinamiche riflessive e narrative del Sé, e dunque sul relativo impatto che la pseudo-relazionalità digitale ha nei processi costitutivi dell’identità personale del soggetto contemporaneo. Sulla scia anche del pensiero di Ivan Illich la riflessione silverstoniana sulla “Mediapolis” verrà messa a confronto con l’intuizione illichiana della modernità tecnica come “perdita dei sensi”, attraverso un itinerario anche “archeologico” che situa l’inizio del “Media-Evo” proprio in quel XII secolo che in Illich è il vero spartiacque tra tradizione e modernità.