Le sofisticazioni alimentari sono rischi emergenti, che la globalizzazione del mercato e l’evoluzione delle conoscenze scientifiche, hanno progressivamente trasformato in una sequenza di operazioni sempre più complesse, spesso ad alto contenuto tecnologico, perciò difficili da riconoscere sul prodotto finito, e tendenti a influire sul complesso di caratteristiche determinanti la qualità dei prodotti, che possono avere ripercussioni sulla sicurezza alimentare. Dall’analisi dei dati (2009) si evidenzia come vi sia stato un incremento di circa il 30%, di illeciti, che nel comparto agro-alimentare vede un aumento del 43% delle violazioni accertate (CIA 2009-2010). Nel nostro Paese il settore agroalimentare si attesta quale leader di settore in Europa, soprattutto nel campo delle produzioni di qualità, che nel 2010 hanno inciso per il 5% sugli acquisti domestici agroalimentari e, in controtendenza rispetto al calo della spesa alimentare delle famiglie, sono tornati a crescere (+2,1% 2009), dopo la flessione dell’anno precedente (-1,3% 2008). Scopo del lavoro è di verificare l’adeguatezza e l’efficacia dell’attuale sistema dei controlli, nonché del complesso di norme nazionali e comunitarie vigenti, volte a regolamentare e arginare il dilagare dell’illegalità nel comparto olivicolo-oleario. Il patrimonio olivicolo italiano, conta oltre 250 milioni di piante per più di 500 varietà, distribuite su una superficie di 1.165.458 ha. L’olivicoltura è principalmente diffusa nelle Regioni meridionali e insulari, dove si realizza l’88% della produzione nazionale, pari a circa 546mila tonnellate nel 2012 (ISTAT). L’Italia vanta 40 oli extravergine di oliva a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e a Indicazione Geografica Protetta (IGP), cui si aggiungono 11 DOP in protezione transitoria. Si comprende che il sistema olivicolo-oleario italiano rappresenta una grande biodiversità, con una propensione per la qualità che ne fa un unicum nel panorama mondiale. L’Italia è anche il primo importatore mondiale di olio di oliva, che per il 74% viene dalla Spagna, il 15% dalla Grecia, il 7% dalla Tunisia. Secondo l’Osservatorio economico Unaprol, nel 2011 si è registrato un ulteriore aumento del 3% nel volume delle importazioni di olio, che viene illegalmente miscelato, per essere reimmesso sul mercato, con indicazioni ingannevoli. La recente Legge 14 gennaio 2013 n. 9, introducendo la figura di reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine (art. 517- quater c.p.), rappresenta un primo risultato nell’impegno finalizzato a garantire la corrispondenza merceologica e la qualità degli oli di oliva alla categoria dichiarata in etichetta, per la tutela della salute pubblica come fenomeno medico-sociale coinvolgente l’intera collettività
La tutela della qualità e sicurezza agro-alimentare: dalla normativa nazionale alla regolamentazione comunitaria degli oli di oliva / Luzi, Eleonora. - STAMPA. - (2013), pp. 12-12. (Intervento presentato al convegno Integrazione e ricerca:approccio multidisciplinare in salute pubblica tenutosi a Roma nel 18/04/2013).
La tutela della qualità e sicurezza agro-alimentare: dalla normativa nazionale alla regolamentazione comunitaria degli oli di oliva
LUZI, ELEONORA
2013
Abstract
Le sofisticazioni alimentari sono rischi emergenti, che la globalizzazione del mercato e l’evoluzione delle conoscenze scientifiche, hanno progressivamente trasformato in una sequenza di operazioni sempre più complesse, spesso ad alto contenuto tecnologico, perciò difficili da riconoscere sul prodotto finito, e tendenti a influire sul complesso di caratteristiche determinanti la qualità dei prodotti, che possono avere ripercussioni sulla sicurezza alimentare. Dall’analisi dei dati (2009) si evidenzia come vi sia stato un incremento di circa il 30%, di illeciti, che nel comparto agro-alimentare vede un aumento del 43% delle violazioni accertate (CIA 2009-2010). Nel nostro Paese il settore agroalimentare si attesta quale leader di settore in Europa, soprattutto nel campo delle produzioni di qualità, che nel 2010 hanno inciso per il 5% sugli acquisti domestici agroalimentari e, in controtendenza rispetto al calo della spesa alimentare delle famiglie, sono tornati a crescere (+2,1% 2009), dopo la flessione dell’anno precedente (-1,3% 2008). Scopo del lavoro è di verificare l’adeguatezza e l’efficacia dell’attuale sistema dei controlli, nonché del complesso di norme nazionali e comunitarie vigenti, volte a regolamentare e arginare il dilagare dell’illegalità nel comparto olivicolo-oleario. Il patrimonio olivicolo italiano, conta oltre 250 milioni di piante per più di 500 varietà, distribuite su una superficie di 1.165.458 ha. L’olivicoltura è principalmente diffusa nelle Regioni meridionali e insulari, dove si realizza l’88% della produzione nazionale, pari a circa 546mila tonnellate nel 2012 (ISTAT). L’Italia vanta 40 oli extravergine di oliva a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e a Indicazione Geografica Protetta (IGP), cui si aggiungono 11 DOP in protezione transitoria. Si comprende che il sistema olivicolo-oleario italiano rappresenta una grande biodiversità, con una propensione per la qualità che ne fa un unicum nel panorama mondiale. L’Italia è anche il primo importatore mondiale di olio di oliva, che per il 74% viene dalla Spagna, il 15% dalla Grecia, il 7% dalla Tunisia. Secondo l’Osservatorio economico Unaprol, nel 2011 si è registrato un ulteriore aumento del 3% nel volume delle importazioni di olio, che viene illegalmente miscelato, per essere reimmesso sul mercato, con indicazioni ingannevoli. La recente Legge 14 gennaio 2013 n. 9, introducendo la figura di reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine (art. 517- quater c.p.), rappresenta un primo risultato nell’impegno finalizzato a garantire la corrispondenza merceologica e la qualità degli oli di oliva alla categoria dichiarata in etichetta, per la tutela della salute pubblica come fenomeno medico-sociale coinvolgente l’intera collettivitàI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.