The systemic perspective places the mind on an evolutionary pathway from the material to the immaterial, with the acquisition of new forms of energy, linked to the relationships of complex organizations more than of particle agglomerates, capable of self-catalyzing also its own persistence. This apparent expenditure of energy actually translates into a considerable saving of it, because of the reduction of energy loss by dissipative phenomena. In this perspective, health becomes an emergent condition of biological systems, characterized by the persistent ability of harmonic resonance both inside and outside the system. The deterioration of this capability determines a process of progressive energy dissipation and of degeneration of the internal organization until the final dissolution of the whole. Different levels of organization of biological matter may be involved in this degenerative conditions that we call as mental illness. We can define which one was the level of primary disturbance, that triggered the whole process, by means of the analysis of the clinical symptoms profile. Therapeutic intervention must always keep in mind the principles of ‘catalysis’ and of the ‘sandwich intervention’ to restore the capacity for self-preservation of health. Where this is not possible, the risk of a chronic disorder and of a chronic dependence on external assistance becomes very high.
La prospettiva sistemica colloca la mente in un processo evolutivo della materia verso l’immateriale, con l’acquisizione di forme di energia insite più in relazioni di organizzazioni complesse che in agglomerati di particelle. Eppure questo apparente dispendio di energia si traduce in realtà in un suo notevole risparmio, per l’ottimizzazione dei processi e per la riduzione dei fenomeni di dispersione, mentre le strutture emergenti divengono capaci di auto catalizzare la propria persistenza. In questa prospettiva la salute diventa una condizione emergente dei sistemi viventi, caratterizzata dalla persistente capacità di armonizzazione, ottimizzazione energetica e risonanza non solo del singolo essere, ma anche di tutti quei sistemi di livello progressivamente maggiore in cui esso può essere aggregato. Non esiste uomo senza tribù e non esiste umanità senza un ecosistema in cui possa essere collocata. Sono la complessità (intesa come intrinseca variabilità e come numero di interrelazioni) e la conoscenza (codificata nell’anisotropia funzionale di quelle relazioni) presenti in questi progressivi livelli di organizzazione che sostengono la loro elevata capacità di persistenza e di armonizzazione. Il deterioramento di queste proprietà, per contro, mette in atto un processo di progressiva perdita di flessibilità, di capacità di dialogo e di entrare in risonanza; questa perdita conduce ad una condizione di dispersione energetica e quindi ad una condizione di degenerazione dell’architettura e dell’organizzazione interna sino a giungere alla dissoluzione finale (morte). Nelle condizioni che noi definiamo “malattia mentale” diversi sono i livelli di organizzazione della materia vivente che possono essere coinvolti dal processo degenerativo (cervello, mente paleologica non cosciente, mente neologica cosciente, gruppo sociale). Dall’analisi delle funzioni perse, di quelle più antiche riattivate, dei processi collaterali di compenso, e delle funzioni di più elevato livello coinvolte, possiamo definire quale sia il livello della perturbazione primaria che ha innescato tutto il processo, sino ad uscire, in alcuni casi, dai confini della “malattia mentale” ed entrare entro quelli di altri contesti di “sofferenza sistemica”. Nell’intervento terapeutico dobbiamo sempre tenere presenti i principi della catalisi e dell’intervento a sandwich per cercare di riattivare al massimo le risorse individuali e al contempo ripristinare le capacità di autoconservazione della salute. Dove ciò non è possibile diviene elevatissimo il rischio di cronicizzazione e di dipendenza cronica da un’assistenza esterna.
La malattia mentale nella prospettiva sistemica / Marconi, PIER LUIGI. - In: RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA. - ISSN 0035-6247. - STAMPA. - 3:2014(2014), pp. 561-587.
La malattia mentale nella prospettiva sistemica
MARCONI, PIER LUIGI
2014
Abstract
The systemic perspective places the mind on an evolutionary pathway from the material to the immaterial, with the acquisition of new forms of energy, linked to the relationships of complex organizations more than of particle agglomerates, capable of self-catalyzing also its own persistence. This apparent expenditure of energy actually translates into a considerable saving of it, because of the reduction of energy loss by dissipative phenomena. In this perspective, health becomes an emergent condition of biological systems, characterized by the persistent ability of harmonic resonance both inside and outside the system. The deterioration of this capability determines a process of progressive energy dissipation and of degeneration of the internal organization until the final dissolution of the whole. Different levels of organization of biological matter may be involved in this degenerative conditions that we call as mental illness. We can define which one was the level of primary disturbance, that triggered the whole process, by means of the analysis of the clinical symptoms profile. Therapeutic intervention must always keep in mind the principles of ‘catalysis’ and of the ‘sandwich intervention’ to restore the capacity for self-preservation of health. Where this is not possible, the risk of a chronic disorder and of a chronic dependence on external assistance becomes very high.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.