This work reports the preliminary results of the archaeological investigations carried out in the Su Mrajani Cave, near Iglesias (South Sardinia). The cavity, located on the top of Monte Casula, is formed by two communicating rooms: a great room covered by a rock vault and a space uncovered, in which the vault collapsed in remote times, where the archaeological excavation was carried out. In 2011, 2012 and 2013, the University of Cagliari has conducted campaigns of didactic excavation, that have seen the participation of students of the Universities of Cagliari, Sassari and RomaTre. The archaeological materials until now recovered, have allowed to outline a rich and articulated chronological-cultural picture, with a continuous anthropic occupation of the cave, probably for housing and funeral purposes, beginning from the Ancient Neolithic to the medieval age, especially with attestations of the Monte Claro and nuragic cultures.

Le indagini nella Grotta Su Mrajani di Monte Casula, ad Iglesias, rientrano nel più ampio progetto “Il più antico popolamento nel territorio del Parco Geo-Minerario della Sardegna”, portato avanti nell’ambito della convenzione tra il Centro Interdipartimentale per la Preistoria e Protostoria del Mediterraneo (C.I.P.P.M.) dell'Università di Cagliari ed il Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, (convenzione stipulata il 31 gennaio 2009). Tale convenzione è finalizzata alla cooperazione e collaborazione scientifica nell’ambito della ricerca archeologica e delle attività culturali attraverso azioni programmatiche comuni tra il Centro Interdipartimentale per la Preistoria e Protostoria del Mediterraneo (C.I.P.P.M.) dell'Università degli Studi di Cagliari ed il Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, nello spirito della Convenzione Quadro tra il Consorzio Parco e la suddetta Università (15 gennaio 2007). Per le indagini nel sito il C.I.P.P.M., nella persona di chi scrive, ha ottenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la concessione quinquennale di scavo dal 2010 al 2014 (Prot. N. 5359 del 16/06/2010). Il progetto mira ad approfondire le tematiche relative al processo della prima antropizzazione del Sulcis-Iglesiente e, in particolare, ad eseguire ricerche ed indagini di scavo stratigrafico nel sito suddetto, da dove provenivano varie attestazioni delle prime fasi neolitiche ed eneolitiche. Difatti, il processo di neolitizzazione della Sardegna, alla luce delle ultime scoperte e degli studi recenti, si presenta articolato e, in parte, contraddittorio, per cui appare difficile analizzarne a fondo i meccanismi di formazione. Le difficoltà sono originate principalmente dallo stato delle conoscenze riguardanti il popolamento pre-neolitico, che, ad oggi, appare caratterizzato da scarsa consistenza di evidenze archeologiche, da assenza o carenza di documentazione dei dati finora venuti in luce, con una diffusione limitata per lo più all’area centro-settentrionale della Sardegna, sebbene recenti acquisizioni testimonino la presenza dell’uomo del Mesolitico/Epipaleolitico anche nell’area meridionale, in particolare a S’Omu e s’Orku di Arbus ed a Su Carroppu di Sirri . Il Neolitico antico è attestato in 73 siti, 45 all’aperto e 28 in ripari o grotte . Solamente pochissimi siti sono stati oggetto di scavi stratigrafici . La distribuzione territoriale rivela la predilezione per le zone della costa occidentale, con rilevanti concentrazioni nel Sassarese, nell’Oristanese, nel Sulcis-Iglesiente e nel territorio Cagliaritano. Ai numerosi insediamenti abitativi non corrispondono altrettante strutture sepolcrali. Scarsi sono pertanto i resti scheletrici che consentirebbero di ricostruire il tipo umano con le sue caratteristiche fisiche e genetiche, certamente utili per la soluzione del problema dell’origine del gruppo umano . A proposito dello sviluppo, fondamentale appare la sequenza stratigrafica individuata da D. Trump a Grotta Filiestru, tra gli anni 1979 e 1980, corredata di datazioni radiometriche . L’economia finora ricostruita su dati esigui è basata sulla raccolta di molluschi, sulla pesca, sull’allevamento (con predominio degli ovicaprini sui bovini e sui suini), sull’agricoltura (peraltro scarsamente indiziata). Questo quadro economico suggerisce un habitat ricco di foreste, poco intaccate dal disboscamento necessario per la pratica dell’agricoltura. Il quadro materiale ceramico rivela una stretta parentela con la ceramica diffusa nell’area tirrenica, soprattutto in Corsica . È ragionevole supporre che una certa influenza nei meccanismi del processo di formazione abbia avuto lo scambio dell’ossidiana, della selce e delle pietre verdi. Il quadro mediterraneo di riferimento porta ad ipotizzare sia la funzione fondamentale di raccordo della Sardegna nei processi di neolitizzazione, derivante, forse, dalla sua centralità geografica, sia la ricettività ad accogliere le novità tecnologiche dei gruppi neolitici. Si pone, a questo punto, il problema dell’origine del neolitico. Due sono i modelli possibili di neolitizzazione avanzati: per diffusione dal Vicino Oriente o per acculturazione di gruppi mesolitici sardi. L’analisi della documentazione materiale ha restituito un quadro complesso e non del tutto chiaro e convincente per cui si pone il problema dell'acquisizione di nuovi dati . In quest'ottica si inquadrano le ricerche inerenti il progetto "Il più antico popolamento nel territorio del Parco Geo-Minerario della Sardegna", in particolare nella Grotta di Su Mrajani.

Indagini archeologiche presso la grotta di Su Mrajani di Monte Casula – Iglesias (Sardegna meridionale). Relazione preliminare (campagne 2011-2012-2013) / Riccardo, Cicilloni; Serra, Marco; Giuseppa, Tanda. - In: FOLD&R.. - ISSN 1828-3179. - ELETTRONICO. - (2014), pp. 1-11.

Indagini archeologiche presso la grotta di Su Mrajani di Monte Casula – Iglesias (Sardegna meridionale). Relazione preliminare (campagne 2011-2012-2013)

SERRA, MARCO;
2014

Abstract

This work reports the preliminary results of the archaeological investigations carried out in the Su Mrajani Cave, near Iglesias (South Sardinia). The cavity, located on the top of Monte Casula, is formed by two communicating rooms: a great room covered by a rock vault and a space uncovered, in which the vault collapsed in remote times, where the archaeological excavation was carried out. In 2011, 2012 and 2013, the University of Cagliari has conducted campaigns of didactic excavation, that have seen the participation of students of the Universities of Cagliari, Sassari and RomaTre. The archaeological materials until now recovered, have allowed to outline a rich and articulated chronological-cultural picture, with a continuous anthropic occupation of the cave, probably for housing and funeral purposes, beginning from the Ancient Neolithic to the medieval age, especially with attestations of the Monte Claro and nuragic cultures.
2014
Le indagini nella Grotta Su Mrajani di Monte Casula, ad Iglesias, rientrano nel più ampio progetto “Il più antico popolamento nel territorio del Parco Geo-Minerario della Sardegna”, portato avanti nell’ambito della convenzione tra il Centro Interdipartimentale per la Preistoria e Protostoria del Mediterraneo (C.I.P.P.M.) dell'Università di Cagliari ed il Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, (convenzione stipulata il 31 gennaio 2009). Tale convenzione è finalizzata alla cooperazione e collaborazione scientifica nell’ambito della ricerca archeologica e delle attività culturali attraverso azioni programmatiche comuni tra il Centro Interdipartimentale per la Preistoria e Protostoria del Mediterraneo (C.I.P.P.M.) dell'Università degli Studi di Cagliari ed il Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, nello spirito della Convenzione Quadro tra il Consorzio Parco e la suddetta Università (15 gennaio 2007). Per le indagini nel sito il C.I.P.P.M., nella persona di chi scrive, ha ottenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la concessione quinquennale di scavo dal 2010 al 2014 (Prot. N. 5359 del 16/06/2010). Il progetto mira ad approfondire le tematiche relative al processo della prima antropizzazione del Sulcis-Iglesiente e, in particolare, ad eseguire ricerche ed indagini di scavo stratigrafico nel sito suddetto, da dove provenivano varie attestazioni delle prime fasi neolitiche ed eneolitiche. Difatti, il processo di neolitizzazione della Sardegna, alla luce delle ultime scoperte e degli studi recenti, si presenta articolato e, in parte, contraddittorio, per cui appare difficile analizzarne a fondo i meccanismi di formazione. Le difficoltà sono originate principalmente dallo stato delle conoscenze riguardanti il popolamento pre-neolitico, che, ad oggi, appare caratterizzato da scarsa consistenza di evidenze archeologiche, da assenza o carenza di documentazione dei dati finora venuti in luce, con una diffusione limitata per lo più all’area centro-settentrionale della Sardegna, sebbene recenti acquisizioni testimonino la presenza dell’uomo del Mesolitico/Epipaleolitico anche nell’area meridionale, in particolare a S’Omu e s’Orku di Arbus ed a Su Carroppu di Sirri . Il Neolitico antico è attestato in 73 siti, 45 all’aperto e 28 in ripari o grotte . Solamente pochissimi siti sono stati oggetto di scavi stratigrafici . La distribuzione territoriale rivela la predilezione per le zone della costa occidentale, con rilevanti concentrazioni nel Sassarese, nell’Oristanese, nel Sulcis-Iglesiente e nel territorio Cagliaritano. Ai numerosi insediamenti abitativi non corrispondono altrettante strutture sepolcrali. Scarsi sono pertanto i resti scheletrici che consentirebbero di ricostruire il tipo umano con le sue caratteristiche fisiche e genetiche, certamente utili per la soluzione del problema dell’origine del gruppo umano . A proposito dello sviluppo, fondamentale appare la sequenza stratigrafica individuata da D. Trump a Grotta Filiestru, tra gli anni 1979 e 1980, corredata di datazioni radiometriche . L’economia finora ricostruita su dati esigui è basata sulla raccolta di molluschi, sulla pesca, sull’allevamento (con predominio degli ovicaprini sui bovini e sui suini), sull’agricoltura (peraltro scarsamente indiziata). Questo quadro economico suggerisce un habitat ricco di foreste, poco intaccate dal disboscamento necessario per la pratica dell’agricoltura. Il quadro materiale ceramico rivela una stretta parentela con la ceramica diffusa nell’area tirrenica, soprattutto in Corsica . È ragionevole supporre che una certa influenza nei meccanismi del processo di formazione abbia avuto lo scambio dell’ossidiana, della selce e delle pietre verdi. Il quadro mediterraneo di riferimento porta ad ipotizzare sia la funzione fondamentale di raccordo della Sardegna nei processi di neolitizzazione, derivante, forse, dalla sua centralità geografica, sia la ricettività ad accogliere le novità tecnologiche dei gruppi neolitici. Si pone, a questo punto, il problema dell’origine del neolitico. Due sono i modelli possibili di neolitizzazione avanzati: per diffusione dal Vicino Oriente o per acculturazione di gruppi mesolitici sardi. L’analisi della documentazione materiale ha restituito un quadro complesso e non del tutto chiaro e convincente per cui si pone il problema dell'acquisizione di nuovi dati . In quest'ottica si inquadrano le ricerche inerenti il progetto "Il più antico popolamento nel territorio del Parco Geo-Minerario della Sardegna", in particolare nella Grotta di Su Mrajani.
grotte
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Indagini archeologiche presso la grotta di Su Mrajani di Monte Casula – Iglesias (Sardegna meridionale). Relazione preliminare (campagne 2011-2012-2013) / Riccardo, Cicilloni; Serra, Marco; Giuseppa, Tanda. - In: FOLD&R.. - ISSN 1828-3179. - ELETTRONICO. - (2014), pp. 1-11.
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