All’interno della vicenda mitica osiriana, la morte di Osiride per causa del fratello Seth costituisce un momento di assoluta centralità tanto per il carattere drammatico quanto per le implicazioni ideologiche che l’episodio comporta in merito alla connotazione del dio stesso e del suo ruolo. Pur in assenza di una compiuta narrazione unitaria, i testi egiziani contengono allusioni alle particolari circostanze di questo evento: secondo una tradizione risalente già ai Testi delle Piramidi, il delitto avrebbe avuto luogo presso “la sponda/acqua di Nedit” mentre il corpo divino sarebbe andato alla deriva lungo il Nilo prima di essere ritrovato, ricomposto e quindi seppellito. Purtroppo, nelle fonti letterarie, mancano riferimenti puntuali al luogo e alle caratteristiche di tale sepoltura, ma alcune interessanti evidenze iconografiche ed epigrafiche intervengono a chiarire, con maggiore precisione, come la mente egiziana antica si figurasse la tomba del grande dio dell’Aldilà e quale significato le attribuisse. Mentre le iscrizioni la qualificano esplicitamente come iAt (Wsir), “Collina (di Osiride)”, risulta altresì interessante notare come questo spazio sacro fosse visualizzato: un tumulo alberato circondato dall’acqua. La sepoltura divina, con i suoi specifici tratti paesaggistici (collina, acqua, alberi), si configura dunque come un’isola, luogo mitico e primordiale in cui si compie il mistero della rigenerazione di Osiride. Attraverso un’attenta disamina della documentazione testuale e figurativa ci si propone di individuare le direttrici culturali e le suggestioni mitologiche sottese alla costruzione di un simile spazio sacro; di mostrarne l’incidenza e la persistenza nell’immaginario collettivo egiziano, verificandone i modi di ricezione e sviluppo nella tradizione artistica; di spiegarne infine il valore religioso, all’interno dell’ideologia funeraria. Rappresentata, imitata, cercata (e trovata), la tomba osiriaca costituisce un modello ideale, il prototipo mitico/fondante di ogni sepoltura, atto a soddisfare una precisa aspettativa oltremondana: assicurare al defunto la partecipazione a quel medesimo destino di rigenerazione e trasfigurazione che il dio ha incarnato nella propria vicenda personale.

La collina, l’acqua, l’albero ovvero immaginare la tomba di Osiride. Forma e struttura di uno spazio mitico / Colonna, Angelo. - In: STUDI E MATERIALI DI STORIA DELLE RELIGIONI. - ISSN 0393-8417. - STAMPA. - 80:fasc. 1(2014), pp. 42-73. (Intervento presentato al convegno Sulle rive dell’Acheronte. Costruzione e percezione della sfera del post mortem nel Mediterraneo Antico tenutosi a Velletri).

La collina, l’acqua, l’albero ovvero immaginare la tomba di Osiride. Forma e struttura di uno spazio mitico

COLONNA, ANGELO
2014

Abstract

All’interno della vicenda mitica osiriana, la morte di Osiride per causa del fratello Seth costituisce un momento di assoluta centralità tanto per il carattere drammatico quanto per le implicazioni ideologiche che l’episodio comporta in merito alla connotazione del dio stesso e del suo ruolo. Pur in assenza di una compiuta narrazione unitaria, i testi egiziani contengono allusioni alle particolari circostanze di questo evento: secondo una tradizione risalente già ai Testi delle Piramidi, il delitto avrebbe avuto luogo presso “la sponda/acqua di Nedit” mentre il corpo divino sarebbe andato alla deriva lungo il Nilo prima di essere ritrovato, ricomposto e quindi seppellito. Purtroppo, nelle fonti letterarie, mancano riferimenti puntuali al luogo e alle caratteristiche di tale sepoltura, ma alcune interessanti evidenze iconografiche ed epigrafiche intervengono a chiarire, con maggiore precisione, come la mente egiziana antica si figurasse la tomba del grande dio dell’Aldilà e quale significato le attribuisse. Mentre le iscrizioni la qualificano esplicitamente come iAt (Wsir), “Collina (di Osiride)”, risulta altresì interessante notare come questo spazio sacro fosse visualizzato: un tumulo alberato circondato dall’acqua. La sepoltura divina, con i suoi specifici tratti paesaggistici (collina, acqua, alberi), si configura dunque come un’isola, luogo mitico e primordiale in cui si compie il mistero della rigenerazione di Osiride. Attraverso un’attenta disamina della documentazione testuale e figurativa ci si propone di individuare le direttrici culturali e le suggestioni mitologiche sottese alla costruzione di un simile spazio sacro; di mostrarne l’incidenza e la persistenza nell’immaginario collettivo egiziano, verificandone i modi di ricezione e sviluppo nella tradizione artistica; di spiegarne infine il valore religioso, all’interno dell’ideologia funeraria. Rappresentata, imitata, cercata (e trovata), la tomba osiriaca costituisce un modello ideale, il prototipo mitico/fondante di ogni sepoltura, atto a soddisfare una precisa aspettativa oltremondana: assicurare al defunto la partecipazione a quel medesimo destino di rigenerazione e trasfigurazione che il dio ha incarnato nella propria vicenda personale.
2014
Sulle rive dell’Acheronte. Costruzione e percezione della sfera del post mortem nel Mediterraneo Antico
antico Egitto; Osiride; geografia mitica; spazio sacro
04 Pubblicazione in atti di convegno::04c Atto di convegno in rivista
La collina, l’acqua, l’albero ovvero immaginare la tomba di Osiride. Forma e struttura di uno spazio mitico / Colonna, Angelo. - In: STUDI E MATERIALI DI STORIA DELLE RELIGIONI. - ISSN 0393-8417. - STAMPA. - 80:fasc. 1(2014), pp. 42-73. (Intervento presentato al convegno Sulle rive dell’Acheronte. Costruzione e percezione della sfera del post mortem nel Mediterraneo Antico tenutosi a Velletri).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/540070
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