The aim of these notes is to trace the origins and subsequent developments in the process of structuring Italian Public Administration, with particular reference to the most recent stages of reform, which since the early '80s, have characterized the attempt to gradually replace the principles of hierarchy and centralization – typical of Weberian traditional bureaucratic model – with those of delegation and transferring of skills, similarly to what it was happening in the wider international context. Among the most important innovations there are: the establishment of executive agencies, as functionally independent unities, which are separated from the ministers and structured according to reticular criteria; the increase of managers’ organizational and financial autonomy; the extension of collective bargaining and the introduction of exceptions to the principle of stability of employment in the field of personnel management; the diffusion of new tools and parameters for controlling th

Intento di queste note è ripercorrere le origini e i successivi sviluppi del processo di strutturazione della Pubblica Amministrazione in Italia, con particolare riferimento alle più recenti fasi di riforma, che a partire dai primi anni '80, hanno caratterizzato, in linea con quanto accadeva nel più ampio contesto internazionale1, il tentativo di sostituire progressivamente i principi della gerarchia e dell’accentramento, propri del tradizionale modello burocratico weberiano, con quelli della delega e del trasferimento di competenze. Tra le innovazioni più rilevanti figurano: l’istituzione delle agenzie esecutive, come unità funzionalmente autonome rispetto ai ministeri e strutturate secondo criteri di tipo reticolare; l'incremento dell’autonomia organizzativa e finanziaria dei dirigenti; l’estensione, in materia di gestione del personale, dei margini di applicazione della contrattazione collettiva e l’introduzione di numerose deroghe al principio della stabilità del posto di lavoro; la diffusione di nuovi strumenti e parametri per il controllo dell’efficacia e dell’economicità della prestazione amministrativa, per la valutazione dei risultati e per il miglioramento della qualità dei servizi erogati. Da ciò emerge il tentativo di ridurre le distanze fra settore pubblico e settore privato, sulla base della convinzione secondo cui quest’ultimo rappresenti un riferimento imprescindibile per incrementare l’efficienza del primo. A ben vedere, si tratta di un processo che comporta sia progressi sia criticità, come emerge dalle riflessioni qui esposte in riferimento al caso italiano.

La pubblica amministrazione in Italia: origini, sviluppi, riforme / Antonini, Erica. - In: RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE. - ISSN 0391-190X. - STAMPA. - 1:1(2014), pp. 23-50. [10.3280/sa2014-001002]

La pubblica amministrazione in Italia: origini, sviluppi, riforme

ANTONINI, Erica
2014

Abstract

The aim of these notes is to trace the origins and subsequent developments in the process of structuring Italian Public Administration, with particular reference to the most recent stages of reform, which since the early '80s, have characterized the attempt to gradually replace the principles of hierarchy and centralization – typical of Weberian traditional bureaucratic model – with those of delegation and transferring of skills, similarly to what it was happening in the wider international context. Among the most important innovations there are: the establishment of executive agencies, as functionally independent unities, which are separated from the ministers and structured according to reticular criteria; the increase of managers’ organizational and financial autonomy; the extension of collective bargaining and the introduction of exceptions to the principle of stability of employment in the field of personnel management; the diffusion of new tools and parameters for controlling th
2014
Intento di queste note è ripercorrere le origini e i successivi sviluppi del processo di strutturazione della Pubblica Amministrazione in Italia, con particolare riferimento alle più recenti fasi di riforma, che a partire dai primi anni '80, hanno caratterizzato, in linea con quanto accadeva nel più ampio contesto internazionale1, il tentativo di sostituire progressivamente i principi della gerarchia e dell’accentramento, propri del tradizionale modello burocratico weberiano, con quelli della delega e del trasferimento di competenze. Tra le innovazioni più rilevanti figurano: l’istituzione delle agenzie esecutive, come unità funzionalmente autonome rispetto ai ministeri e strutturate secondo criteri di tipo reticolare; l'incremento dell’autonomia organizzativa e finanziaria dei dirigenti; l’estensione, in materia di gestione del personale, dei margini di applicazione della contrattazione collettiva e l’introduzione di numerose deroghe al principio della stabilità del posto di lavoro; la diffusione di nuovi strumenti e parametri per il controllo dell’efficacia e dell’economicità della prestazione amministrativa, per la valutazione dei risultati e per il miglioramento della qualità dei servizi erogati. Da ciò emerge il tentativo di ridurre le distanze fra settore pubblico e settore privato, sulla base della convinzione secondo cui quest’ultimo rappresenti un riferimento imprescindibile per incrementare l’efficienza del primo. A ben vedere, si tratta di un processo che comporta sia progressi sia criticità, come emerge dalle riflessioni qui esposte in riferimento al caso italiano.
valutazione; processi di riforma; pubblica amministrazione
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La pubblica amministrazione in Italia: origini, sviluppi, riforme / Antonini, Erica. - In: RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE. - ISSN 0391-190X. - STAMPA. - 1:1(2014), pp. 23-50. [10.3280/sa2014-001002]
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