L’obiettivo di ricerca consiste nel misurare lo squilibrio territoriale del benessere economico nelle regioni italiane nell’ultimo decennio. Sono state considerate diverse variabili distinte secondo l’ambito di riferimento (macroeconomico o microeconomico). In generale, le variabili macroeconomiche (ad esempio, il PIL pro capite, l’incidenza della domanda aggregata, il tasso d’inflazione) sono utilizzate per descrivere la struttura e lo stato di salute di un’economia nel suo complesso. Le variabili comprese nell’ambito microeconomico riguardano il comportamento e le condizioni in cui operano gli agenti economici imprese e famiglie. Sono stati considerati alcuni indicatori che descrivono il quadro generale della struttura produttiva (ad esempio, il numero medio d’imprese per 1000 abitanti, il turnover lordo e la dimensione media delle imprese). Nel selezionare le variabili che attengono alle famiglie, si è fatta distinzione secondo il ruolo svolto all’interno del sistema economico (lavoratori o consumatori). Per misurare la capacità del sistema di utilizzare le risorse umane disponibili, sono stati scelti alcuni indicatori del mercato del lavoro (ad esempio, il tasso di occupazione, il tasso di disoccupazione e la quota di dipendenti a tempo determinato). Per rappresentare le condizioni economiche in cui operano le famiglie come consumatori e fornire un quadro esauriente sulle caratteristiche dell’esclusione sociale, sono stati utilizzati indicatori di natura oggettiva e di natura soggettiva (ad esempio, l’incidenza della povertà relativa e l’indicatore sintetico di deprivazione). Il periodo di tempo in esame è stato suddiviso negli intervalli 2004-2007 e 2008-2011 per tener conto del cambiamento del clima economico e dell’avvento della crisi. Per ciascun intervallo di tempo, sono stati determinati i profili multidimensionali medi di benessere economico delle singole regioni. Inizialmente, per ogni variabile è stata effettuata un’analisi esplorativa unidimensionale su ciascun intervallo di tempo allo scopo di caratterizzare la distribuzione territoriale del fenomeno. In particolare, è stato misurato il grado di squilibrio tra le regioni utilizzando un indice normalizzato di variabilità, e sono state valutate l’incidenza e la significatività della diversità strutturale tra le macro-ripartizioni geografiche. È stata studiata l’evoluzione temporale del fenomeno e della sua distribuzione territoriale. Successivamente, per ciascun intervallo di tempo è stata effettuata l’analisi multidimensionale considerando congiuntamente tutti gli indicatori. Per riassumere tutte le informazioni in modo tale da misurare in maniera sintetica il benessere economico, eliminando eventuali ridondanze e interrelazioni tra le variabili, è stata applicata una tecnica statistica di riduzione dei dati. L’analisi è stata effettuata procedendo in due fasi gerarchiche successive. Nella prima, la tecnica di riduzione dei dati è stata applicata separatamente per le quattro aree tematiche macroeconomia, strutture produttive, mercato del lavoro e condizioni economiche delle famiglie, ottenendo un indice sintetico di benessere economico per ambito specifico. Lo squilibrio territoriale del benessere economico per la singola area tematica è stato misurato per mezzo di un indice normalizzato di variabilità definito a partire dalla matrice di covarianza dei fattori estratti. Nella seconda fase, gli indici sintetici ottenuti per le quattro aree tematiche sono stati combinati al fine di determinare un indicatore complessivo di benessere economico. Anche in questo caso, per misurare il grado di disuguaglianza tra le regioni, è stato applicato un indice normalizzato di variabilità definito a partire dalla matrice di covarianza dei fattori estratti. I risultati ottenuti mostrano che nel complesso gli squilibri territoriali del benessere economico non sono aumentati in modo rilevante nel tempo. Ciò è avvenuto probabilmente anche per effetto del peggioramento della situazione economica nelle regioni che nel periodo 2004-2007 erano più “virtuose”.
Benessere economico e disuguaglianze regionali in Italia nell'ultimo decennio / Sebastiani, Maria Rita. - STAMPA. - (2013). ( Qualità della Vita: Territorio e Popolazioni Firenze 29-31 luglio 2013).
Benessere economico e disuguaglianze regionali in Italia nell'ultimo decennio
SEBASTIANI, Maria Rita
2013
Abstract
L’obiettivo di ricerca consiste nel misurare lo squilibrio territoriale del benessere economico nelle regioni italiane nell’ultimo decennio. Sono state considerate diverse variabili distinte secondo l’ambito di riferimento (macroeconomico o microeconomico). In generale, le variabili macroeconomiche (ad esempio, il PIL pro capite, l’incidenza della domanda aggregata, il tasso d’inflazione) sono utilizzate per descrivere la struttura e lo stato di salute di un’economia nel suo complesso. Le variabili comprese nell’ambito microeconomico riguardano il comportamento e le condizioni in cui operano gli agenti economici imprese e famiglie. Sono stati considerati alcuni indicatori che descrivono il quadro generale della struttura produttiva (ad esempio, il numero medio d’imprese per 1000 abitanti, il turnover lordo e la dimensione media delle imprese). Nel selezionare le variabili che attengono alle famiglie, si è fatta distinzione secondo il ruolo svolto all’interno del sistema economico (lavoratori o consumatori). Per misurare la capacità del sistema di utilizzare le risorse umane disponibili, sono stati scelti alcuni indicatori del mercato del lavoro (ad esempio, il tasso di occupazione, il tasso di disoccupazione e la quota di dipendenti a tempo determinato). Per rappresentare le condizioni economiche in cui operano le famiglie come consumatori e fornire un quadro esauriente sulle caratteristiche dell’esclusione sociale, sono stati utilizzati indicatori di natura oggettiva e di natura soggettiva (ad esempio, l’incidenza della povertà relativa e l’indicatore sintetico di deprivazione). Il periodo di tempo in esame è stato suddiviso negli intervalli 2004-2007 e 2008-2011 per tener conto del cambiamento del clima economico e dell’avvento della crisi. Per ciascun intervallo di tempo, sono stati determinati i profili multidimensionali medi di benessere economico delle singole regioni. Inizialmente, per ogni variabile è stata effettuata un’analisi esplorativa unidimensionale su ciascun intervallo di tempo allo scopo di caratterizzare la distribuzione territoriale del fenomeno. In particolare, è stato misurato il grado di squilibrio tra le regioni utilizzando un indice normalizzato di variabilità, e sono state valutate l’incidenza e la significatività della diversità strutturale tra le macro-ripartizioni geografiche. È stata studiata l’evoluzione temporale del fenomeno e della sua distribuzione territoriale. Successivamente, per ciascun intervallo di tempo è stata effettuata l’analisi multidimensionale considerando congiuntamente tutti gli indicatori. Per riassumere tutte le informazioni in modo tale da misurare in maniera sintetica il benessere economico, eliminando eventuali ridondanze e interrelazioni tra le variabili, è stata applicata una tecnica statistica di riduzione dei dati. L’analisi è stata effettuata procedendo in due fasi gerarchiche successive. Nella prima, la tecnica di riduzione dei dati è stata applicata separatamente per le quattro aree tematiche macroeconomia, strutture produttive, mercato del lavoro e condizioni economiche delle famiglie, ottenendo un indice sintetico di benessere economico per ambito specifico. Lo squilibrio territoriale del benessere economico per la singola area tematica è stato misurato per mezzo di un indice normalizzato di variabilità definito a partire dalla matrice di covarianza dei fattori estratti. Nella seconda fase, gli indici sintetici ottenuti per le quattro aree tematiche sono stati combinati al fine di determinare un indicatore complessivo di benessere economico. Anche in questo caso, per misurare il grado di disuguaglianza tra le regioni, è stato applicato un indice normalizzato di variabilità definito a partire dalla matrice di covarianza dei fattori estratti. I risultati ottenuti mostrano che nel complesso gli squilibri territoriali del benessere economico non sono aumentati in modo rilevante nel tempo. Ciò è avvenuto probabilmente anche per effetto del peggioramento della situazione economica nelle regioni che nel periodo 2004-2007 erano più “virtuose”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


