ESTRATTO: Adozione, una parola di origine latina che nella sua etimologia (ad optare) rimanda all’azione dello scegliere. Contestualizzando questo termine nell’ambito della costruzione di legami familiari, la domanda che sorge spontanea è: “chi sceglie chi?”. Storicamente, l’atto della scelta si è configurato come una prerogativa dell’adulto, rappresentante istituzionale o potenziale genitore. Un processo adottivo così concepito rischia di far perdere di vista il destinatario dell’evento. Il protagonismo dell’adulto è dettato dalla “preoccupazione dell’adulto” e dalla difficoltà di concepire il bambino quale interlocutore attivo e competente. La proposta teorica ed operativa delle autrici si fonda e ruota su questa radicata assunzione: che il bambino sia e possa essere un “partner attivo” nelle relazioni che lo implicano e che debba partecipare al “processo di scelta” che lo riguarda così da vicino. I riferimenti teorici chiaramente rintracciabili nel testo sono la pedagogia montessoriana e la psicologia di comunità che, pur essendosi sviluppati in contesti storici, culturali, geografici e scientifici distanti, presentano numerosi punti in comune, perfettamente colti dalle autrici. Tra questi particolare rilievo hanno la concezione di individuo, considerato, indipendentemente dall’età, un soggetto attivo, culturalmente e socialmente situato; l’idea di ambiente, inteso come contesto che pone vincoli ma anche risorse e opportunità; la relazione tra individuo e contesto, concepita come fortemente interdipendente. Fatte queste premesse, la logica dell’intervento che le autrici propongono non è restitutiva o riparatoria ma di sviluppo, il focus dell’azione è sulla costante ricerca del miglior rapporto possibile tra l’individuo e il suo specifico ambiente di vita, il ruolo dell’esperto diviene quello di osservare, favorire la conoscenza e l’espressione dei desiderata, puntare alla “costruzione” di contesti, fisici e relazionali, in grado di promuovere la crescita. L’ascolto che passa attraverso l’osservazione attenta è indirizzato ad offrire la possibilità di costruire una nuova narrativa che sia frutto delle percezioni, rappresentazioni, bisogni e desideri di tutti i protagonisti: genitori adottivi, istituzioni, bambino, fratelli, famiglie d’origine. Come? “Avere il bambino nella testa”, una meravigliosa affermazione, geniale per la sua semplicità e immediatezza, rende benissimo l’idea di come questa sia la chiave di volta dello sviluppo sano: sapersi e sentirsi pensati da un genitore “sufficientemente buono”. Costruire la consapevolezza dell’essere pensati passa attraverso una miriade di gesti, scelte e comportamenti (quasi) naturali quando dettati e sostenuti dal legame che si sviluppa tra genitore e figlio e che sincronizza corpi e menti ed emozioni degli attori della relazione. Sincronizza non è una parola scelta a caso sta ad indicare quanto i più recenti studi testimoniano; i contatti corporei intimi e significativi generano nei neonati un'attività cerebrale ritmica specifica (theta, 4-6 Hz) nelle diverse aree corticali, la stessa attività che accompagna negli adulti gli stati di meditazione e di rilassamento profondo. Esperienze precoci positive sembrano costituire la base per una rappresentazione piacevole del sé corporeo. Ma cosa succede quando queste esperienze non sono possibili e/o sostituite dal loro contrario? Come poter non solo sanare queste ferite ma offrire “esperienze in contesti di vita” che permettano al processo di crescita di riprendere il suo cammino? Come, cioè, costruire nel bambino la consapevolezza e la fiducia dell’”essere nella testa” di un adulto benevolo e nel genitore la capacità di “tenere nella testa” quello specifico piccolo individuo attivo, partecipativo e interagente? L’esperienza riportata in questo volume testimonia l’importanza di sostenere un’ottica complessa, di saper spaziare dall’intervento sul singolo a quello sulla rete.

Il bambino nella testa e nel cuore. Il percorso adottivo / Tomai, Manuela. - STAMPA. - 2(2013), pp. 5-9.

Il bambino nella testa e nel cuore. Il percorso adottivo

TOMAI, MANUELA
2013

Abstract

ESTRATTO: Adozione, una parola di origine latina che nella sua etimologia (ad optare) rimanda all’azione dello scegliere. Contestualizzando questo termine nell’ambito della costruzione di legami familiari, la domanda che sorge spontanea è: “chi sceglie chi?”. Storicamente, l’atto della scelta si è configurato come una prerogativa dell’adulto, rappresentante istituzionale o potenziale genitore. Un processo adottivo così concepito rischia di far perdere di vista il destinatario dell’evento. Il protagonismo dell’adulto è dettato dalla “preoccupazione dell’adulto” e dalla difficoltà di concepire il bambino quale interlocutore attivo e competente. La proposta teorica ed operativa delle autrici si fonda e ruota su questa radicata assunzione: che il bambino sia e possa essere un “partner attivo” nelle relazioni che lo implicano e che debba partecipare al “processo di scelta” che lo riguarda così da vicino. I riferimenti teorici chiaramente rintracciabili nel testo sono la pedagogia montessoriana e la psicologia di comunità che, pur essendosi sviluppati in contesti storici, culturali, geografici e scientifici distanti, presentano numerosi punti in comune, perfettamente colti dalle autrici. Tra questi particolare rilievo hanno la concezione di individuo, considerato, indipendentemente dall’età, un soggetto attivo, culturalmente e socialmente situato; l’idea di ambiente, inteso come contesto che pone vincoli ma anche risorse e opportunità; la relazione tra individuo e contesto, concepita come fortemente interdipendente. Fatte queste premesse, la logica dell’intervento che le autrici propongono non è restitutiva o riparatoria ma di sviluppo, il focus dell’azione è sulla costante ricerca del miglior rapporto possibile tra l’individuo e il suo specifico ambiente di vita, il ruolo dell’esperto diviene quello di osservare, favorire la conoscenza e l’espressione dei desiderata, puntare alla “costruzione” di contesti, fisici e relazionali, in grado di promuovere la crescita. L’ascolto che passa attraverso l’osservazione attenta è indirizzato ad offrire la possibilità di costruire una nuova narrativa che sia frutto delle percezioni, rappresentazioni, bisogni e desideri di tutti i protagonisti: genitori adottivi, istituzioni, bambino, fratelli, famiglie d’origine. Come? “Avere il bambino nella testa”, una meravigliosa affermazione, geniale per la sua semplicità e immediatezza, rende benissimo l’idea di come questa sia la chiave di volta dello sviluppo sano: sapersi e sentirsi pensati da un genitore “sufficientemente buono”. Costruire la consapevolezza dell’essere pensati passa attraverso una miriade di gesti, scelte e comportamenti (quasi) naturali quando dettati e sostenuti dal legame che si sviluppa tra genitore e figlio e che sincronizza corpi e menti ed emozioni degli attori della relazione. Sincronizza non è una parola scelta a caso sta ad indicare quanto i più recenti studi testimoniano; i contatti corporei intimi e significativi generano nei neonati un'attività cerebrale ritmica specifica (theta, 4-6 Hz) nelle diverse aree corticali, la stessa attività che accompagna negli adulti gli stati di meditazione e di rilassamento profondo. Esperienze precoci positive sembrano costituire la base per una rappresentazione piacevole del sé corporeo. Ma cosa succede quando queste esperienze non sono possibili e/o sostituite dal loro contrario? Come poter non solo sanare queste ferite ma offrire “esperienze in contesti di vita” che permettano al processo di crescita di riprendere il suo cammino? Come, cioè, costruire nel bambino la consapevolezza e la fiducia dell’”essere nella testa” di un adulto benevolo e nel genitore la capacità di “tenere nella testa” quello specifico piccolo individuo attivo, partecipativo e interagente? L’esperienza riportata in questo volume testimonia l’importanza di sostenere un’ottica complessa, di saper spaziare dall’intervento sul singolo a quello sulla rete.
2013
Il bambino nella testa e nel cuore. Il percorso adottivo
978-8895234-80-9
Adozione, bambino, sviluppo sano
02 Pubblicazione su volume::02c Prefazione/Postfazione
Il bambino nella testa e nel cuore. Il percorso adottivo / Tomai, Manuela. - STAMPA. - 2(2013), pp. 5-9.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/528717
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