A due anni i bambini hanno una comprensione sofisticata delle persone come agenti intenzionali (Brandone et al., 2009; Tomasello et al., 2005), d’altro canto a questa stessa età essi hanno difficoltà a capire che le persone e gli oggetti che vedono in un video sono rappresentazioni di persone e oggetti reali, un fenomeno noto in letteratura come ‘video deficit effect’ (Anderson et al., 2005). E’ stato utilizzato il paradigma sperimentale della Riproduzione del tentativo fallito (Meltzoff, 1995) per testare se bambini di due anni sono in grado di inferire l’intenzione altrui da un modello su video. Hanno partecipato alla ricerca 80 bambini di 18 (n=40, età media=18.11, 20F) e 24 mesi (n=40, età media=24.11, 20F) casualmente assegnati alle condizioni Dim. Azione, Dim. Intenzione, Cont. Baseline, Cont. Manipolazione, con presentazione su video del modello. L’ANOVA fattoriale 2x2x4, considerando come variabili indipendenti il genere, l’età (18 e 24 mesi) e la condizione sperimentale (DA, DI, CB, CM), e come variabile dipendente il numero di azioni criteriali prodotte dai bambini, ha mostrato un effetto principale della condizione sperimentale (F3,76 =15,58, p< .001). L’analisi dei post-hoc (Tukey test; p<.005) ha evidenziato che i bambini hanno prodotto un numero medio di azioni criteriali significativamente maggiore nella condizione DA (M=3.65; DS=1.78) rispetto alla condizione DI (M=2.30; DS=1.30) e nella condizione DI rispetto alle condizioni di controllo, in cui non si sono differenziati tra loro (CB: M=1.10, SD=.91, CM: M=1.25, SD=.91). Tutti gli altri effetti principali e le interazioni non sono risultati significativi. Il mezzo video sembra interferire con la ben documentata capacità dei bambini di leggere i tentativi falliti altrui come azioni intenzionali. In altre parole, i bambini tendono ad essere più passivi quando vedono una persona agire in un video rispetto a quando la osservano dal vivo.
Riproduzione di azioni intenzionali di modelli adulti su video in bambini di 18 e 24 mesi / Bellagamba, Francesca; Laghi, Fiorenzo; Lonigro, Antonia; Pace, CECILIA SERENA. - STAMPA. - (2012), pp. 164-165. (Intervento presentato al convegno XXV° Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, AIP tenutosi a Chieti nel Settembre 2012).
Riproduzione di azioni intenzionali di modelli adulti su video in bambini di 18 e 24 mesi
BELLAGAMBA, Francesca;LAGHI, Fiorenzo;LONIGRO, ANTONIA;PACE, CECILIA SERENA
2012
Abstract
A due anni i bambini hanno una comprensione sofisticata delle persone come agenti intenzionali (Brandone et al., 2009; Tomasello et al., 2005), d’altro canto a questa stessa età essi hanno difficoltà a capire che le persone e gli oggetti che vedono in un video sono rappresentazioni di persone e oggetti reali, un fenomeno noto in letteratura come ‘video deficit effect’ (Anderson et al., 2005). E’ stato utilizzato il paradigma sperimentale della Riproduzione del tentativo fallito (Meltzoff, 1995) per testare se bambini di due anni sono in grado di inferire l’intenzione altrui da un modello su video. Hanno partecipato alla ricerca 80 bambini di 18 (n=40, età media=18.11, 20F) e 24 mesi (n=40, età media=24.11, 20F) casualmente assegnati alle condizioni Dim. Azione, Dim. Intenzione, Cont. Baseline, Cont. Manipolazione, con presentazione su video del modello. L’ANOVA fattoriale 2x2x4, considerando come variabili indipendenti il genere, l’età (18 e 24 mesi) e la condizione sperimentale (DA, DI, CB, CM), e come variabile dipendente il numero di azioni criteriali prodotte dai bambini, ha mostrato un effetto principale della condizione sperimentale (F3,76 =15,58, p< .001). L’analisi dei post-hoc (Tukey test; p<.005) ha evidenziato che i bambini hanno prodotto un numero medio di azioni criteriali significativamente maggiore nella condizione DA (M=3.65; DS=1.78) rispetto alla condizione DI (M=2.30; DS=1.30) e nella condizione DI rispetto alle condizioni di controllo, in cui non si sono differenziati tra loro (CB: M=1.10, SD=.91, CM: M=1.25, SD=.91). Tutti gli altri effetti principali e le interazioni non sono risultati significativi. Il mezzo video sembra interferire con la ben documentata capacità dei bambini di leggere i tentativi falliti altrui come azioni intenzionali. In altre parole, i bambini tendono ad essere più passivi quando vedono una persona agire in un video rispetto a quando la osservano dal vivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.