The period, from the second half of the twenties of the twentieth century, expresses a clear reference to Rome oriental styles especially in setting up temporary structures (kiosks , pavilions, street furniture), facilities for events (parties, pyrotechnic events ), leisure complexes and Sport (reception hall for the fourth race of the National Shooting), buildings for gardens (greenhouse and Moorish tower at Villa Torlonia ) . Even in Roman environment , however, can be traced some significant architectural examples inspired by Moorish and Arabic architecture , often contaminated by insertions Gothic and medieval buildings is desired by the iron will of the buyers always supported by specific reasons and specific cultural interests which the love of travel and shipments. Among these are reminiscent of the Moorish residence of the Spanish painter José Villegas , which no longer exists (architect Ernesto Basile) , the villa Bentivegna - Gravina ( engineer Rosario Bentivegna ), chapel and cottage Manzi , the beach on the coast of Rome Ostia (Giovanni Battista Milani), the Alhambra theater in Prati . But the proof is more eclectic and varied Martinori villa in Narni ( Umbria) commissioned by Edward Martinori ( 1854-1935 ) , engineer , collector, scholar and traveler descendant of a family of marble . In 1896 he designed what may be regarded as the synthesis of his passions : the villa of Narni set to a seventeenth-century convent of the Capuchin New . The structure , in 1895 , was acquired by Martinori which transforms the preexisting religious " architecture plaything of the imagination " that dominates with its belfry - minaret and gardens the Nera Valley . In the project, in fact, intertwined with exquisite sensitivity , natural features and cultural memories associated with the ' legendary ' Orient , all eclectically fused in a clever system architecture and decoration , where oriental styles ( arches, decorated with tiles , stained glass , inlays , colored stucco and calligraphic motifs ) bind with lily ponds , fountains and sculptural elements (columns , cherubs , capitals , obelisks ) , all topped dall'imponete minaret.

Il periodo preso in esame, che va dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Venti del Novecento, esprime a Roma chiari riferimenti agli stili orientali soprattutto nell’allestimento di apparati effimeri (chioschi, padiglioni, arredi urbani), strutture per spettacoli (feste, manifestazioni pirotecniche), complessi per lo svago e lo sport (sala dei ricevimenti per la IV gara di Tiro a segno nazionale), costruzioni per giardini (serra e torre moresca a villa Torlonia). Anche in ambiente romano, però, sono rintracciabili alcuni significativi esempi architettonici ispirati all’architettura araba e moresca, seppur spesso contaminati da inserimenti gotici e medievali; si tratta di edifici voluti dalla ferrea volontà dei committenti sempre sostenuti da specifiche motivazioni e da peculiari interessi culturali quale l’amore per i viaggi e le spedizioni. Tra questi si ricordano la residenza moresca del pittore spagnolo Josè Villegas, oggi non più esistente (architetto Ernesto Basile), il villino Bentivegna-Gravina (ingegnere Rosario Bentivegna), la cappella e il villino Manzi, lo stabilimento balneare Roma sul litorale di Ostia (Giovanni Battista Milani), il teatro Alhambra in Prati. Ma la dimostrazione più eclettica e multiforme è villa Martinori a Narni (Umbria) voluta da Edoardo Martinori (1854-1935), ingegnere, collezionista, erudito viaggiatore e discendente di una famiglia di marmorari romani. Nel 1896 progetta quella che può essere considerata la sintesi delle sue passioni: la villa di Narni impostata su un convento seicentesco dei Cappuccini Nuovi. La struttura, nel 1895, viene acquisita da Martinori il quale trasforma la preesistenza religiosa in “un’architettura trastullo della fantasia” che sovrasta con il suo campanile-minareto e i giardini la valle del Nera. Nel progetto, infatti, s’intrecciano, con raffinata sensibilità, richiami naturali e ricordi culturali legati al ‘mitico’ Oriente, il tutto ecletticamente fuso in un sapiente sistema architettonico e decorativo, dove stilemi orientali (archi, decorazioni di maioliche, vetri colorati, intarsi, motivi calligrafici e stucchi colorati) si legano con ninfei, fontane ed elementi scultorei (colonne, putti, capitelli, obelischi), il tutto sormontato dall’imponete minareto.

Les tendances arabisantes dans l’architecture italienne entre 1830 et 1930 / Sonia, Gallico; Turco, Maria Grazia. - In: PALLADIO. - ISSN 0031-0379. - STAMPA. - n. 49, Gennaio-Giugno 2012 (2013):N.S., a. XXV(2013), pp. 93-104.

Les tendances arabisantes dans l’architecture italienne entre 1830 et 1930

TURCO, Maria Grazia
2013

Abstract

The period, from the second half of the twenties of the twentieth century, expresses a clear reference to Rome oriental styles especially in setting up temporary structures (kiosks , pavilions, street furniture), facilities for events (parties, pyrotechnic events ), leisure complexes and Sport (reception hall for the fourth race of the National Shooting), buildings for gardens (greenhouse and Moorish tower at Villa Torlonia ) . Even in Roman environment , however, can be traced some significant architectural examples inspired by Moorish and Arabic architecture , often contaminated by insertions Gothic and medieval buildings is desired by the iron will of the buyers always supported by specific reasons and specific cultural interests which the love of travel and shipments. Among these are reminiscent of the Moorish residence of the Spanish painter José Villegas , which no longer exists (architect Ernesto Basile) , the villa Bentivegna - Gravina ( engineer Rosario Bentivegna ), chapel and cottage Manzi , the beach on the coast of Rome Ostia (Giovanni Battista Milani), the Alhambra theater in Prati . But the proof is more eclectic and varied Martinori villa in Narni ( Umbria) commissioned by Edward Martinori ( 1854-1935 ) , engineer , collector, scholar and traveler descendant of a family of marble . In 1896 he designed what may be regarded as the synthesis of his passions : the villa of Narni set to a seventeenth-century convent of the Capuchin New . The structure , in 1895 , was acquired by Martinori which transforms the preexisting religious " architecture plaything of the imagination " that dominates with its belfry - minaret and gardens the Nera Valley . In the project, in fact, intertwined with exquisite sensitivity , natural features and cultural memories associated with the ' legendary ' Orient , all eclectically fused in a clever system architecture and decoration , where oriental styles ( arches, decorated with tiles , stained glass , inlays , colored stucco and calligraphic motifs ) bind with lily ponds , fountains and sculptural elements (columns , cherubs , capitals , obelisks ) , all topped dall'imponete minaret.
2013
Il periodo preso in esame, che va dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Venti del Novecento, esprime a Roma chiari riferimenti agli stili orientali soprattutto nell’allestimento di apparati effimeri (chioschi, padiglioni, arredi urbani), strutture per spettacoli (feste, manifestazioni pirotecniche), complessi per lo svago e lo sport (sala dei ricevimenti per la IV gara di Tiro a segno nazionale), costruzioni per giardini (serra e torre moresca a villa Torlonia). Anche in ambiente romano, però, sono rintracciabili alcuni significativi esempi architettonici ispirati all’architettura araba e moresca, seppur spesso contaminati da inserimenti gotici e medievali; si tratta di edifici voluti dalla ferrea volontà dei committenti sempre sostenuti da specifiche motivazioni e da peculiari interessi culturali quale l’amore per i viaggi e le spedizioni. Tra questi si ricordano la residenza moresca del pittore spagnolo Josè Villegas, oggi non più esistente (architetto Ernesto Basile), il villino Bentivegna-Gravina (ingegnere Rosario Bentivegna), la cappella e il villino Manzi, lo stabilimento balneare Roma sul litorale di Ostia (Giovanni Battista Milani), il teatro Alhambra in Prati. Ma la dimostrazione più eclettica e multiforme è villa Martinori a Narni (Umbria) voluta da Edoardo Martinori (1854-1935), ingegnere, collezionista, erudito viaggiatore e discendente di una famiglia di marmorari romani. Nel 1896 progetta quella che può essere considerata la sintesi delle sue passioni: la villa di Narni impostata su un convento seicentesco dei Cappuccini Nuovi. La struttura, nel 1895, viene acquisita da Martinori il quale trasforma la preesistenza religiosa in “un’architettura trastullo della fantasia” che sovrasta con il suo campanile-minareto e i giardini la valle del Nera. Nel progetto, infatti, s’intrecciano, con raffinata sensibilità, richiami naturali e ricordi culturali legati al ‘mitico’ Oriente, il tutto ecletticamente fuso in un sapiente sistema architettonico e decorativo, dove stilemi orientali (archi, decorazioni di maioliche, vetri colorati, intarsi, motivi calligrafici e stucchi colorati) si legano con ninfei, fontane ed elementi scultorei (colonne, putti, capitelli, obelischi), il tutto sormontato dall’imponete minareto.
Architettura; Neo Moresco; Ottocento
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Les tendances arabisantes dans l’architecture italienne entre 1830 et 1930 / Sonia, Gallico; Turco, Maria Grazia. - In: PALLADIO. - ISSN 0031-0379. - STAMPA. - n. 49, Gennaio-Giugno 2012 (2013):N.S., a. XXV(2013), pp. 93-104.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/515405
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact