The case of the crypt of the Cathedral of Civita Castellana provides some ideas for an interpretation of the construction methods at a construction site where the material is used for primary use and especially for re-use. These modes are divided between the choices of an economic nature of chromatic and plastic (both in the crypt in the cathedral porch of the same), as well as evocative of classical, early Christian and perhaps also the most ancient phases of the church. The organization of the medieval construction is manifested in this case as a succession of key stages of procurement of materials, use of primary and re-use of modes of implementation starting from a project that may change in the course of work depending on the manufacturing processes and the difficulties that gradually come together. The analysis was conducted by observation especially timely materials reused and the interpretation of the history of medieval strips and rework at the time of installation. The remains, of course not be considered en bloc simply old, has sought instead to distinguish the pieces from the Roman period - in this case the production of western or eastern - or the period of the Ostrogoth, Byzantine and Lombard, making judgments stylistic workshops have made it possible to distinguish between local, regional and urban areas and offer a constructive contribution to the history of the Cathedral of Civita Castellana through the evaluation of the influence that the use of architectural remains has been active on the site.

Il caso della cripta della Cattedrale di Civita Castellana fornisce alcuni spunti per un’interpretazione delle modalità costruttive in un cantiere in cui si impiega materiale d’uso primario e soprattutto di reimpiego. Tali modalità si articolano fra scelte di natura economica, di ricerca cromatica e plastica (sia nella cripta che nel portico della medesima Cattedrale), nonché evocativa della classicità, del primo cristianesimo e forse anche delle fasi più antiche della chiesa. L’organizzazione del cantiere medievale si manifesta in questo caso come successione di fasi essenziali di approvvigionamento dei materiali, d’uso primario e di reimpiego, di modalità della messa in opera che partono da un progetto e che possono subire modifiche in corso d’opera a seconda dei procedimenti costruttivi e delle difficoltà che man mano s’incontrano. L’analisi è stata condotta mediante l’osservazione puntuale soprattutto dei materiali reimpiegati e l’interpretazione della cronologia delle spoglia e delle rilavorazioni medievali all’atto della messa in opera. Le spoglie, come è ovvio non sono da considerare in blocco semplicemente antiche; si è cercato piuttosto di distinguere i pezzi di età romana – in questo caso di produzione occidentale o orientale - o del periodo dell’occupazione ostrogota, bizantina e longobarda, formulando giudizi stilistici che hanno consentito di distinguere tra officine locali, regionali e urbane e offrire un contributo alla storia costruttiva della Cattedrale di Civita Castellana attraverso la valutazione dell’influenza che l’utilizzo delle spoglie architettoniche ha operato sul cantiere.

Il cantiere e il reimpiego nella Cattedrale di Civita Castellana / Esposito, Daniela; P., Pensabene. - STAMPA. - (2012), pp. 121-165. (Intervento presentato al convegno La cattedrale cosmatesca di Civita Castellana tenutosi a Civita Castellana nel 18-19 novembre 2010).

Il cantiere e il reimpiego nella Cattedrale di Civita Castellana

ESPOSITO, Daniela;
2012

Abstract

The case of the crypt of the Cathedral of Civita Castellana provides some ideas for an interpretation of the construction methods at a construction site where the material is used for primary use and especially for re-use. These modes are divided between the choices of an economic nature of chromatic and plastic (both in the crypt in the cathedral porch of the same), as well as evocative of classical, early Christian and perhaps also the most ancient phases of the church. The organization of the medieval construction is manifested in this case as a succession of key stages of procurement of materials, use of primary and re-use of modes of implementation starting from a project that may change in the course of work depending on the manufacturing processes and the difficulties that gradually come together. The analysis was conducted by observation especially timely materials reused and the interpretation of the history of medieval strips and rework at the time of installation. The remains, of course not be considered en bloc simply old, has sought instead to distinguish the pieces from the Roman period - in this case the production of western or eastern - or the period of the Ostrogoth, Byzantine and Lombard, making judgments stylistic workshops have made it possible to distinguish between local, regional and urban areas and offer a constructive contribution to the history of the Cathedral of Civita Castellana through the evaluation of the influence that the use of architectural remains has been active on the site.
2012
La cattedrale cosmatesca di Civita Castellana
Il caso della cripta della Cattedrale di Civita Castellana fornisce alcuni spunti per un’interpretazione delle modalità costruttive in un cantiere in cui si impiega materiale d’uso primario e soprattutto di reimpiego. Tali modalità si articolano fra scelte di natura economica, di ricerca cromatica e plastica (sia nella cripta che nel portico della medesima Cattedrale), nonché evocativa della classicità, del primo cristianesimo e forse anche delle fasi più antiche della chiesa. L’organizzazione del cantiere medievale si manifesta in questo caso come successione di fasi essenziali di approvvigionamento dei materiali, d’uso primario e di reimpiego, di modalità della messa in opera che partono da un progetto e che possono subire modifiche in corso d’opera a seconda dei procedimenti costruttivi e delle difficoltà che man mano s’incontrano. L’analisi è stata condotta mediante l’osservazione puntuale soprattutto dei materiali reimpiegati e l’interpretazione della cronologia delle spoglia e delle rilavorazioni medievali all’atto della messa in opera. Le spoglie, come è ovvio non sono da considerare in blocco semplicemente antiche; si è cercato piuttosto di distinguere i pezzi di età romana – in questo caso di produzione occidentale o orientale - o del periodo dell’occupazione ostrogota, bizantina e longobarda, formulando giudizi stilistici che hanno consentito di distinguere tra officine locali, regionali e urbane e offrire un contributo alla storia costruttiva della Cattedrale di Civita Castellana attraverso la valutazione dell’influenza che l’utilizzo delle spoglie architettoniche ha operato sul cantiere.
Cantiere; reimpiego; cripte; Civita Castellana
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Il cantiere e il reimpiego nella Cattedrale di Civita Castellana / Esposito, Daniela; P., Pensabene. - STAMPA. - (2012), pp. 121-165. (Intervento presentato al convegno La cattedrale cosmatesca di Civita Castellana tenutosi a Civita Castellana nel 18-19 novembre 2010).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/512866
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