Today more than ever, it is difficult define and understand young people . Not surprisingly, the media and the scientific literature describe them as members of an X, Y, disengaged, virtual or neet generation, using generic letters of the alphabet or adjectives that indicate what they miss, rather than what they have. In particular, the various Italian researches use different extensions of the youth and non-homogeneous age groups, making the study of an ever changing object even more complex

È piuttosto chiaro che oggi si fatichi a trovare un termine adatto per descrivere la nuova generazione. Altrettanto lampante è la percezione di un certo disorientamento nella lettura scientifica e di evidenti semplificazioni nello spazio dei media. Definire i giovani come membri di una generica generazione X o Y, di “non” studenti né lavoratori, a cui manca qualcosa che i loro padri avevano, non solo non aiuta a comprendere il fenomeno, ma rivela anche la sua incomunicabilità e la difficoltà di coglierne caratteristiche autoevidenti. È probabile, quindi, che le categorie semantiche di “giovani” e “adulti”, un tempo solide, oggi non funzionino più. Di qui una pluralità di etichette, fasce d’età, estensioni della giovinezza che risente della diversità dei punti di vista e forse della difficoltà di includere i diversi giovani in classi univoche, legate a dimensioni meramente anagrafiche. La stessa parola “giovani” è diventata un’entità dal significato opaco e contrattabile a seconda delle situazioni, un appellativo facile che indica una realtà eterogenea che può includere, senza troppe distinzioni, uomini e donne da 0 a 39 anni, e forse più.

La generazione che non c'è. I giovani con cui la scuola crede di fare i conti / Panarese, Paola. - In: MEDIA DUEMILA. - ISSN 0393-0599. - STAMPA. - 9 anno XXIII:(2005), pp. 23-23.

La generazione che non c'è. I giovani con cui la scuola crede di fare i conti.

PANARESE, Paola
2005

Abstract

Today more than ever, it is difficult define and understand young people . Not surprisingly, the media and the scientific literature describe them as members of an X, Y, disengaged, virtual or neet generation, using generic letters of the alphabet or adjectives that indicate what they miss, rather than what they have. In particular, the various Italian researches use different extensions of the youth and non-homogeneous age groups, making the study of an ever changing object even more complex
2005
È piuttosto chiaro che oggi si fatichi a trovare un termine adatto per descrivere la nuova generazione. Altrettanto lampante è la percezione di un certo disorientamento nella lettura scientifica e di evidenti semplificazioni nello spazio dei media. Definire i giovani come membri di una generica generazione X o Y, di “non” studenti né lavoratori, a cui manca qualcosa che i loro padri avevano, non solo non aiuta a comprendere il fenomeno, ma rivela anche la sua incomunicabilità e la difficoltà di coglierne caratteristiche autoevidenti. È probabile, quindi, che le categorie semantiche di “giovani” e “adulti”, un tempo solide, oggi non funzionino più. Di qui una pluralità di etichette, fasce d’età, estensioni della giovinezza che risente della diversità dei punti di vista e forse della difficoltà di includere i diversi giovani in classi univoche, legate a dimensioni meramente anagrafiche. La stessa parola “giovani” è diventata un’entità dal significato opaco e contrattabile a seconda delle situazioni, un appellativo facile che indica una realtà eterogenea che può includere, senza troppe distinzioni, uomini e donne da 0 a 39 anni, e forse più.
giovani; generazione; scuola; valori; cambiamento
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La generazione che non c'è. I giovani con cui la scuola crede di fare i conti / Panarese, Paola. - In: MEDIA DUEMILA. - ISSN 0393-0599. - STAMPA. - 9 anno XXIII:(2005), pp. 23-23.
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