Mentre le rivolte studentesche degli anni Sessanta mettevano in luce la grande distanza che ormai esisteva tra il Sistema universitario e la società di quegli anni, Giancarlo De Carlo era chiamato a progettare i Collegi universitari di Urbino. Alcune questioni socio-culturali di quel periodo vengono affrontate ne La piramide rovesciata, libro scritto da Giancarlo De Carlo nel 1968, nel quale attraverso la narrazione dei fatti e dei contenuti, delle proteste degli studenti nelle facoltà di Architettura italiane, l’autore esprime più o meno direttamente il ruolo che secondo Lui doveva assumere l’architettura a partire da quegli anni. Uno dei temi che ricorre tanto nel testo, quanto nelle opere architettoniche dell’autore, è il concetto di interscalarità, intesa come attenzione al fatto che ad una crescita quantitativa corrisponda un miglioramento qualitativo, che è intrinseco proprio nella nozione di società di massa: tanto L’Università, quanto l’Architettura hanno ragione di essere solo in funzione dei loro utenti finali.
I Collegi universitari di Urbino. Giancarlo De Carlo e la crisi del sistema universitario italiano negli anni Sessanta / Bernardini, Claudia. - In: HORTUS. - ISSN 2038-6095. - ELETTRONICO. - 60:(2012).
I Collegi universitari di Urbino. Giancarlo De Carlo e la crisi del sistema universitario italiano negli anni Sessanta
BERNARDINI, claudia
2012
Abstract
Mentre le rivolte studentesche degli anni Sessanta mettevano in luce la grande distanza che ormai esisteva tra il Sistema universitario e la società di quegli anni, Giancarlo De Carlo era chiamato a progettare i Collegi universitari di Urbino. Alcune questioni socio-culturali di quel periodo vengono affrontate ne La piramide rovesciata, libro scritto da Giancarlo De Carlo nel 1968, nel quale attraverso la narrazione dei fatti e dei contenuti, delle proteste degli studenti nelle facoltà di Architettura italiane, l’autore esprime più o meno direttamente il ruolo che secondo Lui doveva assumere l’architettura a partire da quegli anni. Uno dei temi che ricorre tanto nel testo, quanto nelle opere architettoniche dell’autore, è il concetto di interscalarità, intesa come attenzione al fatto che ad una crescita quantitativa corrisponda un miglioramento qualitativo, che è intrinseco proprio nella nozione di società di massa: tanto L’Università, quanto l’Architettura hanno ragione di essere solo in funzione dei loro utenti finali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.