La depressione maggiore è un disturbo che si presenta con elevata frequenza in comorbidità con le patologie cardiovascolari. Questo fenomeno sembrerebbe legato a specifi che interazioni tra i meccanismi fi siopatologici alla base dei due distrubi. Nei casi in cui sia presente questo tipo di comorbidità la scelta del farmaco per la cura della sintomatologia depressiva andrebbe effettuata tenendo in considerazione le possibili interazioni tra i farmaci usati per il trattamento dell’affezione somatica e gli antidepressivi stessi. Inoltre i farmaci antidepressivi andrebbero sempre scelti sulla base del loro profi lo di sicurezza cardiovascolare. Lo scopo di questa rassegna è quello di poter valutare, facendo riferimento ai dati pubblicati in letteratura fi no ad oggi, la tollerabilità, sicurezza ed effi cacia dei vari farmaci attualmente disponibili per la cura dei sintomi depressivi, affi nchè sia possibile comprendere quali siano i composti psicotropi da preferire nel trattamento dei pazienti depressi affetti da patologie cardiovascolari. Gli antidepressivi triciclici sono responsabili di vari effetti avversi, tra i quali ipotensione ortostatica, aritmie, rallentamento della conduzione elettrica e della frequenza cardiaca. Gli SSRI invece sono risultati dotati di un migliore profi lo di sicurezza, infatti sono attualmente considerati i farmaci di prima scelta per il trattamento di questi pazienti. Nei casi di depressione psicotica potrebbe risultare necessario far ricorso all’uso di antipsicotici. Tra questi, l’amisulpiride è risultato essere il neurolettico dotato di minori effetti avversi a carico del sistema cardiovascolare. Allo stato attuale vi sono pochi studi di valutazione del profi lo di sicurezza, tollerabilità ed effi cacia dei farmaci antidepressivi realizzati su campioni composti da pazienti depressi affetti da patologie cardiovascolari. Inoltre non sono ancora disponibili risultati di studi clinici che permettano di defi nire con chiarezza i rischi e i benefi ci a medio e lungo termine delle terapie farmacologiche antidepressive in questi pazienti. È dunque auspicabile che vengano realizzati ulteriori studi.
Depressione e malattie cardiovascolari: implicazioni per i trattamenti psicofarmacologici. II / A., Giordano; L., Latini; A., Bianchi; Parmigiani, Giovanna; DELLE CHIAIE, Roberto. - In: MEDICINA PSICOSOMATICA. - ISSN 0025-7893. - STAMPA. - 53:4(2008), pp. 183-194.
Depressione e malattie cardiovascolari: implicazioni per i trattamenti psicofarmacologici. II
PARMIGIANI, GIOVANNA;DELLE CHIAIE, ROBERTO
2008
Abstract
La depressione maggiore è un disturbo che si presenta con elevata frequenza in comorbidità con le patologie cardiovascolari. Questo fenomeno sembrerebbe legato a specifi che interazioni tra i meccanismi fi siopatologici alla base dei due distrubi. Nei casi in cui sia presente questo tipo di comorbidità la scelta del farmaco per la cura della sintomatologia depressiva andrebbe effettuata tenendo in considerazione le possibili interazioni tra i farmaci usati per il trattamento dell’affezione somatica e gli antidepressivi stessi. Inoltre i farmaci antidepressivi andrebbero sempre scelti sulla base del loro profi lo di sicurezza cardiovascolare. Lo scopo di questa rassegna è quello di poter valutare, facendo riferimento ai dati pubblicati in letteratura fi no ad oggi, la tollerabilità, sicurezza ed effi cacia dei vari farmaci attualmente disponibili per la cura dei sintomi depressivi, affi nchè sia possibile comprendere quali siano i composti psicotropi da preferire nel trattamento dei pazienti depressi affetti da patologie cardiovascolari. Gli antidepressivi triciclici sono responsabili di vari effetti avversi, tra i quali ipotensione ortostatica, aritmie, rallentamento della conduzione elettrica e della frequenza cardiaca. Gli SSRI invece sono risultati dotati di un migliore profi lo di sicurezza, infatti sono attualmente considerati i farmaci di prima scelta per il trattamento di questi pazienti. Nei casi di depressione psicotica potrebbe risultare necessario far ricorso all’uso di antipsicotici. Tra questi, l’amisulpiride è risultato essere il neurolettico dotato di minori effetti avversi a carico del sistema cardiovascolare. Allo stato attuale vi sono pochi studi di valutazione del profi lo di sicurezza, tollerabilità ed effi cacia dei farmaci antidepressivi realizzati su campioni composti da pazienti depressi affetti da patologie cardiovascolari. Inoltre non sono ancora disponibili risultati di studi clinici che permettano di defi nire con chiarezza i rischi e i benefi ci a medio e lungo termine delle terapie farmacologiche antidepressive in questi pazienti. È dunque auspicabile che vengano realizzati ulteriori studi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.