Il crescente fenomeno dell’inquinamento da metalli pesanti nelle acque e nei suoli richiede l’individuazione di strategie di risanamento impiegabili su ampie superfici e a costi contenuti. Le potenzialità di accumulo e tolleranza ai metalli pesanti di diverse specie di salice risultano interessanti per applicazioni in tecnologie di fitorimedio. In un esperimento a breve termine talee di Salix alba L., cresciute in coltura idroponica, sono state sottoposte ad elevate concentrazioni di zinco (3000M), al fine valutare gli effetti del metallo sull’attività fisiologica della pianta e caratterizzare le capacità di fitoestrazione di tale specie. La risposta funzionale è stata valutata a livello fogliare, tramite analisi non distruttive e non invasive: misure di scambi gassosi, fluorescenza diretta della clorofilla “a” e contenuto relativo di pigmenti fotosintetici. È stata calcolata la quantità di metallo assorbito nella biomassa (foglie, fusto e radici) attraverso spettroscopia ad assorbimento atomico (AAS) e sono stati determinati i fattori di bioaccumulo (BAF) e traslocazione (TF). I risultati ottenuti dalle misure di scambio gassoso, evidenziano una riduzione significativa della fotosintesi netta e della conduttanza stomatica, nei giorni successivi alla somministrazione del metallo, dovuto ad una limitazione di tipo stomatico. I principali parametri della fluorescenza (test OJIP) mostrano una riduzione dell’efficienza del trasporto elettronico e della performance fotosintetica, indice di un alterazione dell’apparato fotosintetico. Infine, dalle analisi delle concentrazioni del metallo negli organi della pianta, è emerso come il maggior accumulo di zinco è stato rinvenuto nelle radici, con scarso traslocazione e allocazione nelle porzioni epigee. Pertanto, anche se S. alba non rientra tra le specie fitoestrattrici, per la scarsa traslocazione del metallo alle foglie (TF<1), risulta tollerante ad elevate concentrazioni di zinco e può essere utilizzata nei processi di fitostabilizzazione per la bonifica di siti inquinati.
Risposta ecofisiologica all’assorbimento dello zinco in talee di Salix alba L. allevate in coltura idroponica / Bernardini, Alessandra; Di Re, S.; Salvatori, Elisabetta; Fusaro, Lina; Galante, G.; Panetta, S.; Manes, Fausto. - ELETTRONICO. - (2011), pp. 233-233. (Intervento presentato al convegno I limiti dello sviluppo: beni e servizi ecosistemici, impatti e gestione tenutosi a Palermo nel 3-6 Ottobre 2011).
Risposta ecofisiologica all’assorbimento dello zinco in talee di Salix alba L. allevate in coltura idroponica
BERNARDINI, ALESSANDRA;SALVATORI, ELISABETTA;FUSARO, LINA;MANES, Fausto
2011
Abstract
Il crescente fenomeno dell’inquinamento da metalli pesanti nelle acque e nei suoli richiede l’individuazione di strategie di risanamento impiegabili su ampie superfici e a costi contenuti. Le potenzialità di accumulo e tolleranza ai metalli pesanti di diverse specie di salice risultano interessanti per applicazioni in tecnologie di fitorimedio. In un esperimento a breve termine talee di Salix alba L., cresciute in coltura idroponica, sono state sottoposte ad elevate concentrazioni di zinco (3000M), al fine valutare gli effetti del metallo sull’attività fisiologica della pianta e caratterizzare le capacità di fitoestrazione di tale specie. La risposta funzionale è stata valutata a livello fogliare, tramite analisi non distruttive e non invasive: misure di scambi gassosi, fluorescenza diretta della clorofilla “a” e contenuto relativo di pigmenti fotosintetici. È stata calcolata la quantità di metallo assorbito nella biomassa (foglie, fusto e radici) attraverso spettroscopia ad assorbimento atomico (AAS) e sono stati determinati i fattori di bioaccumulo (BAF) e traslocazione (TF). I risultati ottenuti dalle misure di scambio gassoso, evidenziano una riduzione significativa della fotosintesi netta e della conduttanza stomatica, nei giorni successivi alla somministrazione del metallo, dovuto ad una limitazione di tipo stomatico. I principali parametri della fluorescenza (test OJIP) mostrano una riduzione dell’efficienza del trasporto elettronico e della performance fotosintetica, indice di un alterazione dell’apparato fotosintetico. Infine, dalle analisi delle concentrazioni del metallo negli organi della pianta, è emerso come il maggior accumulo di zinco è stato rinvenuto nelle radici, con scarso traslocazione e allocazione nelle porzioni epigee. Pertanto, anche se S. alba non rientra tra le specie fitoestrattrici, per la scarsa traslocazione del metallo alle foglie (TF<1), risulta tollerante ad elevate concentrazioni di zinco e può essere utilizzata nei processi di fitostabilizzazione per la bonifica di siti inquinati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.