Il periodo postpartum è stato indicato come la fase di maggiore vulnerabilità per lo sviluppo di un disordine affettivo nelle donne (Nonacs, et al., 1998). La depressione post-partum rappresenta un importante fattore di rischio che determina conseguenze negative sia per la madre stessa, che per il bambino (Halbreich et al, 2005). Numerosi studi hanno analizzato i fattori che predicono la depressione post-partum, ed è stato osservato che un parto pretermine o un basso peso alla nascita risultavano essere dei fattori predittivi per lo sviluppo di tale sintomatologia (Halbreich et al, 2005). Il ricovero del proprio bambino immediatamente dopo la nascita in una terapia intensiva neonatale (TIN) è per una madre un evento inaspettato che crea un forte disturbo emozionale dovuto alla prolungata separazione tra lei e il proprio bambino (Masako, et al., 2004). Alcune ricerche (Beck, 2001; Stuart 1998) stimano che la depressione postpartum interessi il 10-15% delle donne, mentre altre rilevano una variabilità molto più ampia che va dallo 0.5% al 60% (Halbreich et al, 2005), che può essere spiegata dal fatto che, secondo alcune ricerche (O’Hara et al., 1990; Yoshida et al., 1997), l’80% delle donne con depressione post-partum non riceve una diagnosi poiché non chiede aiuto per il proprio disturbo, il tasso più alto è registrato a 3 mesi dopo il parto (Bifulco, Gabbarelli, 2010). Il tasso di incidenza della depressione nelle donne che hanno subito un parto prematuro si aggira in vece intorno al 40,3% (Davis, et al., 2003). L'obiettivo di questo studio è stato quello di individuare se la depressione post partum e lo stato di ansia delle madri dei bambini prematuri influenzava la qualità delle rappresentazioni genitoriali. Il campione è composto da 30 diadi madre-bambino nati prematuri. All'età di 3 mesi sono state raccolte le seguenti misure: lo stile della rappresentazione materna attraverso l'IRMAN (Ammaniti, et al., 1995) e alcuni self-report per valutare la sintomatologia depressiva, il CES-D (Radloff 1977, versione italiana a cura di Fava, 1982) e la PDSS (Beck, Gable, 2000, versione italiana a cura di Caretti, Monti, Agostini, Ragonese, 2010); e per valutare lo stato di ansia, lo STAI-Y (Spielberger , Gorsuch, Lushene, Vagg, Jacobs, 1983, versione italiana a cura di Petrabissi, Santinello, 1898). I risultati ottenuti hanno confermato che le rappresentazioni materne risultano essere influenzate dai fattori più specifici relativi al benessere psicologico delle madri quali depressione post-partum ed ansia.
Il benessere psicologico della donna in contesti di prematurità: depressione post-partum ed ansia / Odorisio, Flaminia; Patruno, Chiara; Deiana, E.. - STAMPA. - (2012). (Intervento presentato al convegno Congresso Internazionale di Sarzana sulla depressione post-partum tenutosi a Sarzana nel settembre 2012).
Il benessere psicologico della donna in contesti di prematurità: depressione post-partum ed ansia
ODORISIO, Flaminia;PATRUNO, CHIARA;
2012
Abstract
Il periodo postpartum è stato indicato come la fase di maggiore vulnerabilità per lo sviluppo di un disordine affettivo nelle donne (Nonacs, et al., 1998). La depressione post-partum rappresenta un importante fattore di rischio che determina conseguenze negative sia per la madre stessa, che per il bambino (Halbreich et al, 2005). Numerosi studi hanno analizzato i fattori che predicono la depressione post-partum, ed è stato osservato che un parto pretermine o un basso peso alla nascita risultavano essere dei fattori predittivi per lo sviluppo di tale sintomatologia (Halbreich et al, 2005). Il ricovero del proprio bambino immediatamente dopo la nascita in una terapia intensiva neonatale (TIN) è per una madre un evento inaspettato che crea un forte disturbo emozionale dovuto alla prolungata separazione tra lei e il proprio bambino (Masako, et al., 2004). Alcune ricerche (Beck, 2001; Stuart 1998) stimano che la depressione postpartum interessi il 10-15% delle donne, mentre altre rilevano una variabilità molto più ampia che va dallo 0.5% al 60% (Halbreich et al, 2005), che può essere spiegata dal fatto che, secondo alcune ricerche (O’Hara et al., 1990; Yoshida et al., 1997), l’80% delle donne con depressione post-partum non riceve una diagnosi poiché non chiede aiuto per il proprio disturbo, il tasso più alto è registrato a 3 mesi dopo il parto (Bifulco, Gabbarelli, 2010). Il tasso di incidenza della depressione nelle donne che hanno subito un parto prematuro si aggira in vece intorno al 40,3% (Davis, et al., 2003). L'obiettivo di questo studio è stato quello di individuare se la depressione post partum e lo stato di ansia delle madri dei bambini prematuri influenzava la qualità delle rappresentazioni genitoriali. Il campione è composto da 30 diadi madre-bambino nati prematuri. All'età di 3 mesi sono state raccolte le seguenti misure: lo stile della rappresentazione materna attraverso l'IRMAN (Ammaniti, et al., 1995) e alcuni self-report per valutare la sintomatologia depressiva, il CES-D (Radloff 1977, versione italiana a cura di Fava, 1982) e la PDSS (Beck, Gable, 2000, versione italiana a cura di Caretti, Monti, Agostini, Ragonese, 2010); e per valutare lo stato di ansia, lo STAI-Y (Spielberger , Gorsuch, Lushene, Vagg, Jacobs, 1983, versione italiana a cura di Petrabissi, Santinello, 1898). I risultati ottenuti hanno confermato che le rappresentazioni materne risultano essere influenzate dai fattori più specifici relativi al benessere psicologico delle madri quali depressione post-partum ed ansia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.