Il blu di smalto, o smaltino, vetro potassico che deve la sua colorazione azzurra alla presenza di cobalto, è adoperato come pigmento, sia in pittura su supporto mobile che in pittura murale, soprattutto a partire dal XVI secolo. Tale pigmento è soggetto a noti fenomeni di degrado e viraggio cromatico se impiegato nella pittura ad olio, mentre mostra in genere buona stabilità in affresco. Una campagna di analisi non invasive e micro-invasive è stata condotta sui dipinti murali della cupola del Duomo di Parma affrescata tra il 1522 e il 1526 da Antonio Allegri detto il Correggio, con lo scopo di individuare pigmenti e leganti utilizzati dall’artista ed identificare i materiali di restauro e i prodotti di degrado. Si presentano criticamente i risultati ottenuti grazie all’impiego di un’ampia classe di metodologie analitiche: analisi elementare XRF, spettrometria in riflettanza nel visibile, spettroscopie vibrazionali (micro-Raman e micro-FTIR), microscopia ottica ed elettronica ambientale (ESEM-EDS), diffrazione di raggi X (XRD) quindi analisi cromatografiche (GC-MS). I risultati delle analisi vengono discussi in relazione alla caratterizzazione del blu di smalto e allo studio del suo stato di conservazione, oltre che all’identificazione di altri composti presenti nei campioni che lo contengono.
Il blu di smalto in affreschi: il caso del Correggio nella cupola del Duomo di Parma / D., Bersani; M., Berzioli; S., Caglio; A., Casoli; D., Cauzzi; P. P., Lottici; Medeghini, Laura; G., Poldi; P., Zannini. - STAMPA. - (2010), pp. 205-223. (Intervento presentato al convegno Riflessioni e trasparenze. Diagnosi e conservazione di opere e manufatti vetrosi. Convegno dell’Associazione Italiana di Archeometria tenutosi a Ravenna).
Il blu di smalto in affreschi: il caso del Correggio nella cupola del Duomo di Parma
MEDEGHINI, Laura;
2010
Abstract
Il blu di smalto, o smaltino, vetro potassico che deve la sua colorazione azzurra alla presenza di cobalto, è adoperato come pigmento, sia in pittura su supporto mobile che in pittura murale, soprattutto a partire dal XVI secolo. Tale pigmento è soggetto a noti fenomeni di degrado e viraggio cromatico se impiegato nella pittura ad olio, mentre mostra in genere buona stabilità in affresco. Una campagna di analisi non invasive e micro-invasive è stata condotta sui dipinti murali della cupola del Duomo di Parma affrescata tra il 1522 e il 1526 da Antonio Allegri detto il Correggio, con lo scopo di individuare pigmenti e leganti utilizzati dall’artista ed identificare i materiali di restauro e i prodotti di degrado. Si presentano criticamente i risultati ottenuti grazie all’impiego di un’ampia classe di metodologie analitiche: analisi elementare XRF, spettrometria in riflettanza nel visibile, spettroscopie vibrazionali (micro-Raman e micro-FTIR), microscopia ottica ed elettronica ambientale (ESEM-EDS), diffrazione di raggi X (XRD) quindi analisi cromatografiche (GC-MS). I risultati delle analisi vengono discussi in relazione alla caratterizzazione del blu di smalto e allo studio del suo stato di conservazione, oltre che all’identificazione di altri composti presenti nei campioni che lo contengono.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.