Obiettivi delle nostre ricerche sono quelli di: a) effettuare uno studio microbiologico e ultrastrutturale su CVC espiantati da pazienti con segni e sintomi di infezione, ricoverati presso l’Unità di terapia Intesnsiva del Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma, al fine di valutare la prevalenza delle specie microbiche coinvolte e la qualità dei cateteri impiantati; b) condurre ricerche sperimentali volte alla messa a punto di cateteri di nuova concezione, refrattari alla colonizzazione microbica. Per quanto riguarda lo studio di cui al primo punto sono stati finora presi in considerazione, su un totale di circa 4500 cateteri impiantati, oltre 500 CVC positivi per colonizzazione microbica. In riferimento poi al secondo obiettivo, polimeri a base uretanica sono stati opportunamente funzionalizzati con gruppi basici al fine di ottimizzare l’adsorbimento di antibiotici-tipo (amoxicillina, cefamandolo nafato, rifampicina e vancomicina) tramite interazione ionica con i relativi gruppi acidi. Per mimare un catetere in vivo, a contatto con fluido biologico, dischi polimerici, del diametro di 3 cm e con spessore di 250 micron, impregnati con ciascun antibiotico, erano mantenuto in soluzione salina con agitazione magnetica. L’antibiotico rilasciato veniva monitorato ogni ora nelle prime 6 e successivamente ogni 24 ore. La capacità antibatterica dei dischi impregnati è stata verificata sia mediante microscopia ottica che con il test di Kirby Bauer, impiegando come riferimento il ceppo ATCC 35984 di Staphylococcus epidermidis. Gli esperimenti hanno evidenziato come i poliuretani funzionalizzati riescano ad adsorbire particolarmente bene la rifampicina e a rilasciarla a concentrazioni efficaci per tempi assai lunghi: con il test di Kirby Bauer è stato possibile osservare aloni di inibizione di 30 mm fino a 30 giorni, con una lenta, progressiva diminuzione fino a 10 mm di diametro dopo 8 mesi di eluizione. Lo studio ha da un lato evidenziato come sia indispensabile, per i CVC in commercio, raggiungere standard qualitativi superiori agli attuali, e dall’altro, come opportune modificazioni dei polimeri possano consentire la realizzazione di cateteri impregnati con antibiotici in grado di prevenire la colonizzazione microbica, utilizzando ovviamente nuove molecole che non siano già largamente impiegate in campo clinico, come quelle da noi utilizzate come molecole-modello.

Le infezioni associate ai cateteri venosi centrali: aspetti diagnostico-epidemiologici e prospettive di prevenzione / G., Donelli; V., DI CARLO; E., Guaglianone; Francolini, Iolanda; Piozzi, Antonella; Marconi, Valter; DI ROSA, Roberta; F., Leone; P., Mazzella; A., Rossi; M., Antonelli; G., Fadda. - STAMPA. - (2003), pp. 122-122. (Intervento presentato al convegno 31° Congresso Nazionale Società Italiana di Microbiologia tenutosi a Rome, Italy nel 19-22 Ottobre).

Le infezioni associate ai cateteri venosi centrali: aspetti diagnostico-epidemiologici e prospettive di prevenzione

FRANCOLINI, IOLANDA;PIOZZI, Antonella;MARCONI, Valter;DI ROSA, Roberta;
2003

Abstract

Obiettivi delle nostre ricerche sono quelli di: a) effettuare uno studio microbiologico e ultrastrutturale su CVC espiantati da pazienti con segni e sintomi di infezione, ricoverati presso l’Unità di terapia Intesnsiva del Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma, al fine di valutare la prevalenza delle specie microbiche coinvolte e la qualità dei cateteri impiantati; b) condurre ricerche sperimentali volte alla messa a punto di cateteri di nuova concezione, refrattari alla colonizzazione microbica. Per quanto riguarda lo studio di cui al primo punto sono stati finora presi in considerazione, su un totale di circa 4500 cateteri impiantati, oltre 500 CVC positivi per colonizzazione microbica. In riferimento poi al secondo obiettivo, polimeri a base uretanica sono stati opportunamente funzionalizzati con gruppi basici al fine di ottimizzare l’adsorbimento di antibiotici-tipo (amoxicillina, cefamandolo nafato, rifampicina e vancomicina) tramite interazione ionica con i relativi gruppi acidi. Per mimare un catetere in vivo, a contatto con fluido biologico, dischi polimerici, del diametro di 3 cm e con spessore di 250 micron, impregnati con ciascun antibiotico, erano mantenuto in soluzione salina con agitazione magnetica. L’antibiotico rilasciato veniva monitorato ogni ora nelle prime 6 e successivamente ogni 24 ore. La capacità antibatterica dei dischi impregnati è stata verificata sia mediante microscopia ottica che con il test di Kirby Bauer, impiegando come riferimento il ceppo ATCC 35984 di Staphylococcus epidermidis. Gli esperimenti hanno evidenziato come i poliuretani funzionalizzati riescano ad adsorbire particolarmente bene la rifampicina e a rilasciarla a concentrazioni efficaci per tempi assai lunghi: con il test di Kirby Bauer è stato possibile osservare aloni di inibizione di 30 mm fino a 30 giorni, con una lenta, progressiva diminuzione fino a 10 mm di diametro dopo 8 mesi di eluizione. Lo studio ha da un lato evidenziato come sia indispensabile, per i CVC in commercio, raggiungere standard qualitativi superiori agli attuali, e dall’altro, come opportune modificazioni dei polimeri possano consentire la realizzazione di cateteri impregnati con antibiotici in grado di prevenire la colonizzazione microbica, utilizzando ovviamente nuove molecole che non siano già largamente impiegate in campo clinico, come quelle da noi utilizzate come molecole-modello.
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