Le grandi basi fittili che sorreggevano gli acroteri del tempio dell’Apollo nel santuario di Portonaccio 560 abstracts a Veio, la cui pubblicazione integrale è prevista nella serie miscellanea dei Monumenti Antichi dei Lincei, rivestono un particolare interesse non solo dal punto di vista della struttura ma anche sotto l’aspetto decorativo. In questo contributo si presentano le caratteristiche morfologiche delle 18 basi individuate – destinate ad essere collocate sul colmo e sulle falde – e distinguibili in tre gruppi (basi “a sella” o “passanti”, “a sella” di forma emicilindrica, basi con una fronte interamente chiusa) e se ne propone il sistema di posizionamento sul tetto. Si passa poi ad esaminare le decorazioni dipinte che ne rivestono le superfici (capri rampanti, delfini guizzanti, occhioni, scacchiera, volute), singolarmente del tutto ignorate nelle trattazioni sulla pittura etrusca, sebbene rappresentino un prezioso quanto raro documento della grande pittura su terracotta proveniente da un contesto architettonico eccezionale come quello del tempio dell’Apollo di Veio.
Gli dei sul tetto. Le basi acroteriali del tempio di Veio-Portonaccio: struttura e apparato decorativo / Michetti, Laura Maria. - STAMPA. - (2011), pp. 96-106. (Intervento presentato al convegno Architectural Terracottas in Ancient Italy. Images of gods, monsters and heroes, Deliciae Fictiles, IV tenutosi a Roma-Sicilia nel 2009).
Gli dei sul tetto. Le basi acroteriali del tempio di Veio-Portonaccio: struttura e apparato decorativo
MICHETTI, Laura Maria
2011
Abstract
Le grandi basi fittili che sorreggevano gli acroteri del tempio dell’Apollo nel santuario di Portonaccio 560 abstracts a Veio, la cui pubblicazione integrale è prevista nella serie miscellanea dei Monumenti Antichi dei Lincei, rivestono un particolare interesse non solo dal punto di vista della struttura ma anche sotto l’aspetto decorativo. In questo contributo si presentano le caratteristiche morfologiche delle 18 basi individuate – destinate ad essere collocate sul colmo e sulle falde – e distinguibili in tre gruppi (basi “a sella” o “passanti”, “a sella” di forma emicilindrica, basi con una fronte interamente chiusa) e se ne propone il sistema di posizionamento sul tetto. Si passa poi ad esaminare le decorazioni dipinte che ne rivestono le superfici (capri rampanti, delfini guizzanti, occhioni, scacchiera, volute), singolarmente del tutto ignorate nelle trattazioni sulla pittura etrusca, sebbene rappresentino un prezioso quanto raro documento della grande pittura su terracotta proveniente da un contesto architettonico eccezionale come quello del tempio dell’Apollo di Veio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.