“Je vois tous les Etats de l’Europe courir à leur ruine...”. Cosmopolitismo, patria, Europa degli Stati nella riflessione di Rousseau

The paper analyzes the position of Rousseau on Europe, in comparison with the context of the European Enlightenment of the eighteenth century. A Europe that Rousseau places in relationship, on the one hand, with the sphere of the state; on the other, with the cosmopolitan dimension of mankind; in the light of his reflection on the possibility to build and maintain social ties. The result of this reflection induce Rousseau to a position somewhat analogous and other adverse to that of other philosophers of the time, as Montesquieu and Voltaire: from one side he praises the level of civilization cultural and political reached, in their entirety, by European states; on the other he regards worried, et criticizes the degree of homogeneity and lack of differentiation to which, in his view, they are inclined.

Il saggio analizza la posizione di Rousseau sull’Europa, nel confronto con il contesto illuminista europeo del Settecento. Un’Europa che Rousseau colloca nella relazione che a suo avviso la lega strettamente alla dimensione dello Stato, da un lato, e a quella cosmopolitica del genere umano, dall’altro; alla luce della sua riflessione, centrale nel suo pensiero, sulle possibilità e le modalità di fondare e conservare il legame sociale. Il risultato di questa riflessione porta Rousseau ad una posizione per certi aspetti analoga e per altri avversa a quella di altri filosofi del tempo, come Montesquieu e Voltaire, da un lato di elogio del livello di civiltà culturale e politica raggiunto, nel loro insieme, dagli Stati europei, dall’altro di considerazione preoccupata e critica proprio del grado di omogeneità e di indifferenziazione verso il quale essi, a suo avviso, ormai tendono.