Il Centro Antiveleni del Policlinico Umberto I di Roma viene contattato per un bambino di 30 mesi che aveva accidentalmente ingerito una quantità imprecisata di metadone, avendo bevuto, un’ora e mezza prima, dallo stesso bicchiere in cui era presente un residuo imprecisato di metadone cloridrato sciroppo, alla concentrazione 0,5%, assunto dal padre. Il bambino viene ammesso al DEA in arresto cardiorespiratorio, cianotico e con pupille isocoriche e isocicliche. Inoltre il paziente risulta essere affetto da Varicella e presenta alterazione febbrile (T °: 38.5). Viene consigliata dal CAV la somministrazione di Naloxone cloridrato 0.2 mg in bolo da ripetere fino a risveglio e respirazione spontanea. A seguito della somministrazione della prima dose di naloxone, il bambino riprende coscienza. Successivamente viene instaurata una terapia infusionale con naloxone 1 gr in 250 ml di soluzione fisiologica (0.9%NaCl in acqua) alla velocita di 60 ml/ora ed un’ulteriore fiala di naloxone 0.4 mg viene somministrata per via intramuscolare. Stabilizzate le condizioni cliniche, il paziente viene trasferito nel reparto di osservazione pediatrica dove vengono riscontrati i seguenti parametri vitali: PA 90/60 mm/Hg, FC 116 battiti/min, FR 28 atti respiratori/min, e saturazione del 100% con O2 L/min. L’EGA venoso mostra acidosi (ph 7,28), mentre gli esami ematochimici sono nella norma. Successivamente il bambino viene valutato dai medici del CAV; all’E.O. risulta risvegliabile, parametri vitali nella norma , la FR è di 22 atti respiratori/minuto e le pupille sono miotiche ma reagenti alla luce. Viene somministrata infusione continua di glucosata e fisiologica e ripetuto naloxone 0.2 mg in 24 ml di glucosata al 5% alla velocità di 1 ml/ora. Il giorno successivo viene richiesto un esame tossicologico delle urine ed una determinazione della metadonemia. Si riscontra metadone nel campione urinario esaminato a mezzo di EMIT (1380 ng/ml (cut-off 300 ng/ml); la metadonemia indagata con metodica HPTLC è di 1.99 microg/ml, quella con LC-MS/MS è di 1.09 ng/ml. Nonostante le elevate concentrazioni di metadone nel sangue, le condizioni del bambino risultano stabili e viene così sospesa la ventilazione assistita. Il bambino rimane sotto osservazione in fluidoterapia. Viene giornalmente monitorata l’escrezione di metadone nelle urine e la concentrazione ematica, che risultano entrambe in progressiva diminuzione (nel campione ematico: 485 ng/ml). Quattro giorni dopo il ricovero il bambino viene dimesso in quanto l’esame tossicologico delle urine mostra risultato negativo e i livelli ematici di metadone si sono normalizzati. Di particolare interesse è la discordanza tra i risultati del quadro laboratoristico e il quadro clinico del paziente. Infatti, dopo l’iniziale sintomatologia tipica delle intossicazioni acute da metadone, le condizioni cliniche del bambino sono sempre state stabili e nonostante gli elevati livelli urinari ed ematici di metadone, il bambino è sempre stato cosciente, reattivo, senza segni e sintomi d’impregnazione da oppiacei e bisogno di ventilazione assistita. Particolare attenzione, inoltre, va posta riguardo agli affidi ai pazienti in terapia sostitutiva con metadone nella formulazione con concentrazione 0,5%, attualmente maggiormente utilizzata rispetto a quella allo 0,1%, soprattutto se custodiscono il metadone in luoghi frequentati da bambini.
Intossicazione acuta da metadone a seguito di ingestione accidentale in un bambino di due anni / Malavasi, Elisa; Schepisi, C; Brusadin, V; Sabatini, D; Antonilli, Letizia; Nencini, Paolo; Grassi, Maria Caterina. - STAMPA. - (2011). (Intervento presentato al convegno Antidotes in Depth 2011-09-12 Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies tenutosi a Pavoa nel 28-30 settembre 2011).
Intossicazione acuta da metadone a seguito di ingestione accidentale in un bambino di due anni
MALAVASI, ELISA;ANTONILLI, Letizia;NENCINI, Paolo;GRASSI, Maria Caterina
2011
Abstract
Il Centro Antiveleni del Policlinico Umberto I di Roma viene contattato per un bambino di 30 mesi che aveva accidentalmente ingerito una quantità imprecisata di metadone, avendo bevuto, un’ora e mezza prima, dallo stesso bicchiere in cui era presente un residuo imprecisato di metadone cloridrato sciroppo, alla concentrazione 0,5%, assunto dal padre. Il bambino viene ammesso al DEA in arresto cardiorespiratorio, cianotico e con pupille isocoriche e isocicliche. Inoltre il paziente risulta essere affetto da Varicella e presenta alterazione febbrile (T °: 38.5). Viene consigliata dal CAV la somministrazione di Naloxone cloridrato 0.2 mg in bolo da ripetere fino a risveglio e respirazione spontanea. A seguito della somministrazione della prima dose di naloxone, il bambino riprende coscienza. Successivamente viene instaurata una terapia infusionale con naloxone 1 gr in 250 ml di soluzione fisiologica (0.9%NaCl in acqua) alla velocita di 60 ml/ora ed un’ulteriore fiala di naloxone 0.4 mg viene somministrata per via intramuscolare. Stabilizzate le condizioni cliniche, il paziente viene trasferito nel reparto di osservazione pediatrica dove vengono riscontrati i seguenti parametri vitali: PA 90/60 mm/Hg, FC 116 battiti/min, FR 28 atti respiratori/min, e saturazione del 100% con O2 L/min. L’EGA venoso mostra acidosi (ph 7,28), mentre gli esami ematochimici sono nella norma. Successivamente il bambino viene valutato dai medici del CAV; all’E.O. risulta risvegliabile, parametri vitali nella norma , la FR è di 22 atti respiratori/minuto e le pupille sono miotiche ma reagenti alla luce. Viene somministrata infusione continua di glucosata e fisiologica e ripetuto naloxone 0.2 mg in 24 ml di glucosata al 5% alla velocità di 1 ml/ora. Il giorno successivo viene richiesto un esame tossicologico delle urine ed una determinazione della metadonemia. Si riscontra metadone nel campione urinario esaminato a mezzo di EMIT (1380 ng/ml (cut-off 300 ng/ml); la metadonemia indagata con metodica HPTLC è di 1.99 microg/ml, quella con LC-MS/MS è di 1.09 ng/ml. Nonostante le elevate concentrazioni di metadone nel sangue, le condizioni del bambino risultano stabili e viene così sospesa la ventilazione assistita. Il bambino rimane sotto osservazione in fluidoterapia. Viene giornalmente monitorata l’escrezione di metadone nelle urine e la concentrazione ematica, che risultano entrambe in progressiva diminuzione (nel campione ematico: 485 ng/ml). Quattro giorni dopo il ricovero il bambino viene dimesso in quanto l’esame tossicologico delle urine mostra risultato negativo e i livelli ematici di metadone si sono normalizzati. Di particolare interesse è la discordanza tra i risultati del quadro laboratoristico e il quadro clinico del paziente. Infatti, dopo l’iniziale sintomatologia tipica delle intossicazioni acute da metadone, le condizioni cliniche del bambino sono sempre state stabili e nonostante gli elevati livelli urinari ed ematici di metadone, il bambino è sempre stato cosciente, reattivo, senza segni e sintomi d’impregnazione da oppiacei e bisogno di ventilazione assistita. Particolare attenzione, inoltre, va posta riguardo agli affidi ai pazienti in terapia sostitutiva con metadone nella formulazione con concentrazione 0,5%, attualmente maggiormente utilizzata rispetto a quella allo 0,1%, soprattutto se custodiscono il metadone in luoghi frequentati da bambini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.