La crescita demografica della popolazione geriatrica, dovuta ad un allungamento della vita media, ha comportato la maggiore manifestazione di malattie preesistenti (cardiorespiratorie croniche e dismetaboliche) ( 2 ) e l’ instaurarsi di nuove patologie ( 3 ). Anche in ambito oftalmologico si assiste ad un aumento di patologie che causano ipovisione quali, la cataratta, la retinopatia diabetica e ipertensiva, le degenerazioni maculari. Da diverse indagini epidemiologiche risulta che oltre il 30,1% sono soggetti affetti da cataratta e che il 70% con età superiore a 65 anni mentre nella fascia di età superiore agli 82 anni la prevalenza della cataratta è del 100%. Su una percentuale così elevata di pazienti geriatrici, le malattie sistemiche rappresentano una associazione frequente. Dall’ analisi di questi dati risulta evidente la necessità di migliorare la qualità di vita dei pazienti old age frequentemente affetti da più patologie sistemiche e oculari. In questi soggetti, la chirurgia, è il solo trattamento possibile, considerando, inoltre, che tali pazienti pongono non pochi problemi chirurgici ed anestiesiologici. Attualmente la chirurgia oftalmica, escludendo particolari situazioni (emergenze in politraumatizzato, pazienti pediatrici e psichiatrici), predilige una anestesia loco-regionale (1). Il blocco motore del bulbo e l'analgesia vengono ottenuti attraverso l’infiltrazione peribulbare, le cui complicanze sono abbastanza remote rispetto ad altre tecniche (perforazione accidentale del bulbo, ematoma retrobulbare ed anestesia bulbo-cerebrale) (4). L'infiltrazione di agenti anestetici, singolarmente o in associazione, viene eseguita a basso dosaggio per ottenere un ottimale blocco motore ed analgesia, con minime reazioni tossiche. Alcuni autori preferiscono potenziare l'azione farmacologica degli anestetici locali con l'aggiunta di ialuronidasi nella soluzione (5,6). Ai crescenti bisogni chirurgici, in ambito oftalmologico, in pazienti spesso ultrasettantenni consegue la necessità di impiegare nuovi agenti anestetici con minore cardiotossicità e neurotossicità enantioselettive (7): gli enantiomeri S (-) di miscele racemiche; la ropivacaina e la levobupivacaina. Gli effetti biologici degli enantiomeri sono differenti, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, secondari alla configurazione del recettore. L’isomero R della bupivacaina produce un blocco tonico dei canali del sodio due volte più lungo e un blocco fasico tre volte maggiore che l’isomero L (8). La levobupivacaina è un enantiomero S (-) di una miscela racemica di bupivacaina; è un anestetico a lunga durata (9, 10) con un minor rischio di cardiotossicità e neurotossicità rispetto alla bupivacaina (11, 12, 13). La dose massima raccomandata per la somministrazione peribulbare, secondo gli studi sulle caratteristiche del farmaco condotta dai laboratori Abbott, è di 112.5 mg (15ml – 0.50%). Il farmaco è controindicato nei pazienti con disturbi epatici, poiché viene metabolizzato a questo livello attraverso il sistema del citocromo P450 (11). In questo studio gli Autori si ripropongono di comparare l'efficacia della bupivacaina vs. la levobupivacaina, con o senza l’aggiunta di ialuronidasi, nel blocco del bulbo in oftalmochirurgia.

LEVOBIPUVICAINA VS. BUPIVACAINA RACEMICA NELLA CHIRURGIA OFTALMICA / Pacella, Elena; Collini, Saul; Pacella, Fernanda; Turchetti, Paolo; L., Digenova; Pinto, Giovanni; BALACCO GABRIELI, Corrado. - In: BOLLETTINO DI OCULISTICA. - ISSN 0006-677X. - STAMPA. - Anno17:N.1-3(2006).

LEVOBIPUVICAINA VS. BUPIVACAINA RACEMICA NELLA CHIRURGIA OFTALMICA

PACELLA, Elena;COLLINI, Saul;PACELLA, FERNANDA;TURCHETTI, PAOLO;PINTO, Giovanni;BALACCO GABRIELI, Corrado
2006

Abstract

La crescita demografica della popolazione geriatrica, dovuta ad un allungamento della vita media, ha comportato la maggiore manifestazione di malattie preesistenti (cardiorespiratorie croniche e dismetaboliche) ( 2 ) e l’ instaurarsi di nuove patologie ( 3 ). Anche in ambito oftalmologico si assiste ad un aumento di patologie che causano ipovisione quali, la cataratta, la retinopatia diabetica e ipertensiva, le degenerazioni maculari. Da diverse indagini epidemiologiche risulta che oltre il 30,1% sono soggetti affetti da cataratta e che il 70% con età superiore a 65 anni mentre nella fascia di età superiore agli 82 anni la prevalenza della cataratta è del 100%. Su una percentuale così elevata di pazienti geriatrici, le malattie sistemiche rappresentano una associazione frequente. Dall’ analisi di questi dati risulta evidente la necessità di migliorare la qualità di vita dei pazienti old age frequentemente affetti da più patologie sistemiche e oculari. In questi soggetti, la chirurgia, è il solo trattamento possibile, considerando, inoltre, che tali pazienti pongono non pochi problemi chirurgici ed anestiesiologici. Attualmente la chirurgia oftalmica, escludendo particolari situazioni (emergenze in politraumatizzato, pazienti pediatrici e psichiatrici), predilige una anestesia loco-regionale (1). Il blocco motore del bulbo e l'analgesia vengono ottenuti attraverso l’infiltrazione peribulbare, le cui complicanze sono abbastanza remote rispetto ad altre tecniche (perforazione accidentale del bulbo, ematoma retrobulbare ed anestesia bulbo-cerebrale) (4). L'infiltrazione di agenti anestetici, singolarmente o in associazione, viene eseguita a basso dosaggio per ottenere un ottimale blocco motore ed analgesia, con minime reazioni tossiche. Alcuni autori preferiscono potenziare l'azione farmacologica degli anestetici locali con l'aggiunta di ialuronidasi nella soluzione (5,6). Ai crescenti bisogni chirurgici, in ambito oftalmologico, in pazienti spesso ultrasettantenni consegue la necessità di impiegare nuovi agenti anestetici con minore cardiotossicità e neurotossicità enantioselettive (7): gli enantiomeri S (-) di miscele racemiche; la ropivacaina e la levobupivacaina. Gli effetti biologici degli enantiomeri sono differenti, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, secondari alla configurazione del recettore. L’isomero R della bupivacaina produce un blocco tonico dei canali del sodio due volte più lungo e un blocco fasico tre volte maggiore che l’isomero L (8). La levobupivacaina è un enantiomero S (-) di una miscela racemica di bupivacaina; è un anestetico a lunga durata (9, 10) con un minor rischio di cardiotossicità e neurotossicità rispetto alla bupivacaina (11, 12, 13). La dose massima raccomandata per la somministrazione peribulbare, secondo gli studi sulle caratteristiche del farmaco condotta dai laboratori Abbott, è di 112.5 mg (15ml – 0.50%). Il farmaco è controindicato nei pazienti con disturbi epatici, poiché viene metabolizzato a questo livello attraverso il sistema del citocromo P450 (11). In questo studio gli Autori si ripropongono di comparare l'efficacia della bupivacaina vs. la levobupivacaina, con o senza l’aggiunta di ialuronidasi, nel blocco del bulbo in oftalmochirurgia.
2006
cataratta; anestesia peribulbare chirurgia oftalmica bipivacaina levobupivicaina jaluronidasi
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
LEVOBIPUVICAINA VS. BUPIVACAINA RACEMICA NELLA CHIRURGIA OFTALMICA / Pacella, Elena; Collini, Saul; Pacella, Fernanda; Turchetti, Paolo; L., Digenova; Pinto, Giovanni; BALACCO GABRIELI, Corrado. - In: BOLLETTINO DI OCULISTICA. - ISSN 0006-677X. - STAMPA. - Anno17:N.1-3(2006).
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