Occorre fare una breve riflessione per cercare di far comprendere a tutti il valore di una progettazione plurisensoriale da applicare a qualsiasi progetto per assicurare il livello di accessibilità anche per chi è affetto da disabilità visive. In generale, se pensiamo ai limiti dello spettro visibile dell’occhio umano, scopriamo che la luce e i colori non sono ugualmente visibili per tutti ma variano soggettivamente. Sappiamo che le differenti lunghezze d’onda sono interpretate dal nostro cervello come colori. Tutti noi sappiamo che ci sono anche frequenze, poste immediatamente al di fuori dello spettro percettibile all’occhio umano, per esempio l’ultravioletto (UV) per le alte frequenze e l’infrarosso (IR), per le basse frequenze, che non sono visibili agli uomini. L’infrarosso è percepito dai recettori della pelle come calore che, se fosse emanato da una sorgente luminosa, può emettere un segnale percepibile da tutti: il caldo. Se ci avviciniamo agli ultravioletti, sembra che siano visibili solo alle api, ai cervi e agli stambecchi che inoltre non distinguono il rosso dal verde, mentre i serpenti percepiscono le prede a sangue caldo grazie a recettori termici che si associano alla visione e quindi vedono gli infrarossi percependone il loro calore. Come poi è noto, le talpe non vedono bene; in compenso hanno un senso dell’olfatto molto sviluppato che permette loro di muoversi agevolmente nel buio delle tane in cui trascorrono gran parte del loro tempo. Non tutti quelli che vedono recepiscono la luce e i suoi colori allo stesso modo e molto spesso si amplificano le altre capacità sensoriali per riconoscere ciò che è rappresentato dal colore attraverso altre qualità associate come per il serpente e la talpa. Il senso della vista, per troppi anni, ha soffocato e limitato l’uso di tutti gli altri sensi. Indagare sull’influenza del calore di sorgenti luminose poste secondo un linguaggio “intelligente” e secondo codici riconoscibili aiutano il disabile visivo a comprendere il luogo in cui si trova. Per esempio se si trova all’ingresso di un ambiente o all’inizio di una scala o nei pressi di un ascensore. Tutto ciò si può realizzare progettando controsoffitti con idonee sorgenti luminose che emettono diversi tipi di luce e calore così da poter essere rese riconoscibili da chi è allenato a scoprire lo spazio attraverso i suoi indizi sensoriali. La progettazione plurisensoriale, infatti, cerca di far comunicare lo spazio attraverso tutti i sensi. L’uso di profumazioni o la presenza di essenze arboree può favorire la percezione dello spazio e contribuire al suo abbellimento e all’equilibrio igrometrico dell’ambiente.

Luce che si sente / Empler, Tommaso; Elena Brusa, Pasquè; Sergio, Vallini. - In: SPAZIOSPORT. - ISSN 1125-1905. - STAMPA. - 21:(2012), pp. 44-49.

Luce che si sente

EMPLER, TOMMASO;
2012

Abstract

Occorre fare una breve riflessione per cercare di far comprendere a tutti il valore di una progettazione plurisensoriale da applicare a qualsiasi progetto per assicurare il livello di accessibilità anche per chi è affetto da disabilità visive. In generale, se pensiamo ai limiti dello spettro visibile dell’occhio umano, scopriamo che la luce e i colori non sono ugualmente visibili per tutti ma variano soggettivamente. Sappiamo che le differenti lunghezze d’onda sono interpretate dal nostro cervello come colori. Tutti noi sappiamo che ci sono anche frequenze, poste immediatamente al di fuori dello spettro percettibile all’occhio umano, per esempio l’ultravioletto (UV) per le alte frequenze e l’infrarosso (IR), per le basse frequenze, che non sono visibili agli uomini. L’infrarosso è percepito dai recettori della pelle come calore che, se fosse emanato da una sorgente luminosa, può emettere un segnale percepibile da tutti: il caldo. Se ci avviciniamo agli ultravioletti, sembra che siano visibili solo alle api, ai cervi e agli stambecchi che inoltre non distinguono il rosso dal verde, mentre i serpenti percepiscono le prede a sangue caldo grazie a recettori termici che si associano alla visione e quindi vedono gli infrarossi percependone il loro calore. Come poi è noto, le talpe non vedono bene; in compenso hanno un senso dell’olfatto molto sviluppato che permette loro di muoversi agevolmente nel buio delle tane in cui trascorrono gran parte del loro tempo. Non tutti quelli che vedono recepiscono la luce e i suoi colori allo stesso modo e molto spesso si amplificano le altre capacità sensoriali per riconoscere ciò che è rappresentato dal colore attraverso altre qualità associate come per il serpente e la talpa. Il senso della vista, per troppi anni, ha soffocato e limitato l’uso di tutti gli altri sensi. Indagare sull’influenza del calore di sorgenti luminose poste secondo un linguaggio “intelligente” e secondo codici riconoscibili aiutano il disabile visivo a comprendere il luogo in cui si trova. Per esempio se si trova all’ingresso di un ambiente o all’inizio di una scala o nei pressi di un ascensore. Tutto ciò si può realizzare progettando controsoffitti con idonee sorgenti luminose che emettono diversi tipi di luce e calore così da poter essere rese riconoscibili da chi è allenato a scoprire lo spazio attraverso i suoi indizi sensoriali. La progettazione plurisensoriale, infatti, cerca di far comunicare lo spazio attraverso tutti i sensi. L’uso di profumazioni o la presenza di essenze arboree può favorire la percezione dello spazio e contribuire al suo abbellimento e all’equilibrio igrometrico dell’ambiente.
2012
Luce; sport; universal design; percezione sensoriale; disabile visivo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Luce che si sente / Empler, Tommaso; Elena Brusa, Pasquè; Sergio, Vallini. - In: SPAZIOSPORT. - ISSN 1125-1905. - STAMPA. - 21:(2012), pp. 44-49.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/498945
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