La chirurgia della mano, come specialità, è nata negli USA nel primo dopoguerra (anni 1940-1950) per merito di un uomo: Sterling Bunnell (1882-1957). Egli, durante la sua esperienza nel trattamento dei feriti di guerra, aveva notato quanto fossero più gravi i postumi permanenti di ferite dell’arto superiore e della mano rispetto a quelli relativi all’arto inferiore. Da questa constatazione statistica e medico-legale, egli trasse la forza e la decisione di studiare i processi riparativi delle lesioni della mano, ne individuò le leggi basilari e mise a punto la tecniche chirurgiche. A lui si deve la definizione di “tecnica atraumatica”. Bunnell ebbe numerosi allievi, sia negli USA che in Europa, e da essi, che possiamo definire la prima generazione di chirurghi della mano, la specialità si è consolidata e affermata nei maggiori Centri Ospedalieri e Universitari. Negli USA ricordiamo Littler a New York, Boyes, autore del primo trattato organico della nuova specialità “Bunnell’s surgery of the hand”, a Los Angeles, Wilson a S.Diego, Swanson a Grand Rapids in Michigan. In Europa allievi di Bunnell sono stati Verdan a Losanna, Tubiana a Parigi, Pulvertaft a Londra, Jorg Boeler in Austria. Essi sono la cosiddetta “seconda generazione” di chirurghi della mano, tra i quali rientrano anche i fondatori dei centri di chirurgia della mano in Italia. In Italia, negli anni ’60, nascono e si consolidano in Ospedali e Università di diverse città reparti dedicati esclusivamente alla chirurgia della mano. Sono prevalentemente di derivazione ortopedica, ma anche plastica e di chirurgia generale, esattamente come era accaduto negli USA. Sul piano scientifico, viene fondata nel 1964 a Firenze la Società Italiana di Chirurgia della Mano, sponsorizzata da Maestri della Ortopedia: Scaglietti, Bonola, Mancini. Ma l’affermarsi anche in Italia della chirurgia della mano come superspecialità autonoma è dovuta soprattutto all’impegno e alla costanza di quei chirurghi di “2° generazione”, che recandosi all’estero dagli allievi di Bunnell apprendono da loro le basi teoriche e le tecniche specifiche, le importano in Patria e iniziano ad applicarle nei loro Ospedali-Università, ottenendo prima un riconoscimento dai malati poi, faticosamente, dalle Amministrazioni. Vengono così fondate sezioni aggregate, poi autonome, e infine primariati e cattedre. Nel corso di 30 anni si copre tutto il territorio nazionale italiano, a partire dai Centri più importanti, elencando dal Nord al Sud: Torino, Milano, Brescia, Legnano, Padova, Pordenone, Modena, Firenze, Savona, Roma, Napoli, Palermo. Oggi i “chirurghi della mano di 2° generazione” sono stati tutti, o quasi, sostituiti dai loro allievi o collaboratori più giovani (la 3° generazione!) che si sono ulteriormente moltiplicati, garantendo la presenza del chirurgo della mano anche in molte città e ospedali di media grandezza. Oggigiorno, le tecniche specifiche della Chirurgia della Mano sono patrimonio consolidato non solo dei cultori esclusivi della specialità ma, attraverso le Riviste, i Congressi ed i numerosi Corsi di aggiornamento, anche di molti ortopedici e chirurghi plastici non totalmente dediti a questo tipo di chirurgia. È in questo contesto culturale che maturano e si affermano i contributi originali italiani alle ricerche e alle tecniche della Chirurgia della Mano. Descriveremo brevemente questi contributi, ricordandoli sulla base della memoria e del vissuto personale, con l’intento di tracciare un quadro generale, senza voler attribuire priorità di tempo né di valore scientifico, e con la consapevolezza di trascurarne molti altri altrettanto validi per voler rimanere nei tempi e nello spirito dell’incarico avuto. Una ulteriore indicazione limitativa impostaci dagli Organizzatori del Congresso, è quella di citare solo i contributi italiani consolidati dalla diffusa accettazione da parte della comunità scientifica internazionale.

Il contributo italiano alla chirurgia del polso e della mano. Overview / Bufalini, C; Perugia, Dario. - In: ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA. - ISSN 1721-2588. - STAMPA. - 34(1):(2008), pp. 58-60.

Il contributo italiano alla chirurgia del polso e della mano. Overview

PERUGIA, DARIO
2008

Abstract

La chirurgia della mano, come specialità, è nata negli USA nel primo dopoguerra (anni 1940-1950) per merito di un uomo: Sterling Bunnell (1882-1957). Egli, durante la sua esperienza nel trattamento dei feriti di guerra, aveva notato quanto fossero più gravi i postumi permanenti di ferite dell’arto superiore e della mano rispetto a quelli relativi all’arto inferiore. Da questa constatazione statistica e medico-legale, egli trasse la forza e la decisione di studiare i processi riparativi delle lesioni della mano, ne individuò le leggi basilari e mise a punto la tecniche chirurgiche. A lui si deve la definizione di “tecnica atraumatica”. Bunnell ebbe numerosi allievi, sia negli USA che in Europa, e da essi, che possiamo definire la prima generazione di chirurghi della mano, la specialità si è consolidata e affermata nei maggiori Centri Ospedalieri e Universitari. Negli USA ricordiamo Littler a New York, Boyes, autore del primo trattato organico della nuova specialità “Bunnell’s surgery of the hand”, a Los Angeles, Wilson a S.Diego, Swanson a Grand Rapids in Michigan. In Europa allievi di Bunnell sono stati Verdan a Losanna, Tubiana a Parigi, Pulvertaft a Londra, Jorg Boeler in Austria. Essi sono la cosiddetta “seconda generazione” di chirurghi della mano, tra i quali rientrano anche i fondatori dei centri di chirurgia della mano in Italia. In Italia, negli anni ’60, nascono e si consolidano in Ospedali e Università di diverse città reparti dedicati esclusivamente alla chirurgia della mano. Sono prevalentemente di derivazione ortopedica, ma anche plastica e di chirurgia generale, esattamente come era accaduto negli USA. Sul piano scientifico, viene fondata nel 1964 a Firenze la Società Italiana di Chirurgia della Mano, sponsorizzata da Maestri della Ortopedia: Scaglietti, Bonola, Mancini. Ma l’affermarsi anche in Italia della chirurgia della mano come superspecialità autonoma è dovuta soprattutto all’impegno e alla costanza di quei chirurghi di “2° generazione”, che recandosi all’estero dagli allievi di Bunnell apprendono da loro le basi teoriche e le tecniche specifiche, le importano in Patria e iniziano ad applicarle nei loro Ospedali-Università, ottenendo prima un riconoscimento dai malati poi, faticosamente, dalle Amministrazioni. Vengono così fondate sezioni aggregate, poi autonome, e infine primariati e cattedre. Nel corso di 30 anni si copre tutto il territorio nazionale italiano, a partire dai Centri più importanti, elencando dal Nord al Sud: Torino, Milano, Brescia, Legnano, Padova, Pordenone, Modena, Firenze, Savona, Roma, Napoli, Palermo. Oggi i “chirurghi della mano di 2° generazione” sono stati tutti, o quasi, sostituiti dai loro allievi o collaboratori più giovani (la 3° generazione!) che si sono ulteriormente moltiplicati, garantendo la presenza del chirurgo della mano anche in molte città e ospedali di media grandezza. Oggigiorno, le tecniche specifiche della Chirurgia della Mano sono patrimonio consolidato non solo dei cultori esclusivi della specialità ma, attraverso le Riviste, i Congressi ed i numerosi Corsi di aggiornamento, anche di molti ortopedici e chirurghi plastici non totalmente dediti a questo tipo di chirurgia. È in questo contesto culturale che maturano e si affermano i contributi originali italiani alle ricerche e alle tecniche della Chirurgia della Mano. Descriveremo brevemente questi contributi, ricordandoli sulla base della memoria e del vissuto personale, con l’intento di tracciare un quadro generale, senza voler attribuire priorità di tempo né di valore scientifico, e con la consapevolezza di trascurarne molti altri altrettanto validi per voler rimanere nei tempi e nello spirito dell’incarico avuto. Una ulteriore indicazione limitativa impostaci dagli Organizzatori del Congresso, è quella di citare solo i contributi italiani consolidati dalla diffusa accettazione da parte della comunità scientifica internazionale.
2008
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il contributo italiano alla chirurgia del polso e della mano. Overview / Bufalini, C; Perugia, Dario. - In: ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA. - ISSN 1721-2588. - STAMPA. - 34(1):(2008), pp. 58-60.
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