Il contributo espone un progress delle risultanze emerse al termine del secondo anno di una ricerca triennale europea “SoURCE - Sustainable Urban Cells”, cofinanziata dal MIUR e dal MAE e svolta in collaborazione fra CITERA (Centro Interdipartimentale, Territorio, Edilizia, Restauro e Ambiente) che fa capo al Dipartimento DATA della Sapienza di Roma ed il KTH (Swedish Royal Institute of Technology) della School of Architecture + Built Environment. Le prime risultanze del lavoro sono state già rese note attraverso due pubblicazioni. Obiettivo della ricerca è formulare e “validare sul campo” in contesti del tutto differenti (in Italia e Svezia) una metodologia per individuare quote di tessuto urbano - urban cell - all’interno delle quali il saldo fra consumi energetici (ridimensionati a seguito di interventi di riqualificazione energetica a scala edilizia) e produzione di energia da fonti rinnovabili sia ricompreso in un predeterminato range. La urban cell, razionalizzata energeticamente, viene poi implementata da una serie di servizi “a rete”, anch’essi resi sostenibili sotto un profilo ambientale, assumendo la connotazione di una smart grid. Intervenendo in seguito su questa in altri settori ed utilizzando strumentazioni proprie di discipline come urbanistica, sociologia, informatica, si riesce a delineare un “intorno” - la smart city - che può costituire un “modulo” attraverso cui intervenire nella riqualificazione di tessuti urbani degradati (con la logica del costruire sul costruito per non consumare altro territorio). Pur nell’attuale fase di crisi economica, si stanno creando le condizioni per operare: nell’UE con il Programma Horizon 2020; in Italia il Decreto Sviluppo 2012 - Misure per l'edilizia - ha previsto detrazioni per interventi di efficientamento energetico; “un piano nazionale per le città” per riqualificare aree urbane degradate e, per lo sviluppo dell’occupazione giovanile nel settore della green economy, concede finanziamenti agevolati a privati che operano nella riqualificazione energetica. In queste iniziative le PA (anche in partenariato con privati) debbono essere supportate da know how e strumenti che la ricerca può mettere a disposizione. Gli aspetti generalizzabili che possono fornire un contributo di conoscenza sono rintracciabili nella metodologia di lavoro adottata e nella trasferibilità delle risultanze; il contributo originale si ritrova nei dati che si sono acquisiti attraverso la “sperimentazione sul campo”.
Un modulo energetico per la riqualificazione ambientale del territorio: la urban cell. An energy module for the environmental requalification of the territory: the urban cell / Cumo, Fabrizio; Sferra, ADRIANA SCARLET. - STAMPA. - (2012), pp. 1603-1613. (Intervento presentato al convegno Abitare il nuovo/Abitare di nuovo ai tempi della crisi tenutosi a Napoli nel Dicembre 2012).
Un modulo energetico per la riqualificazione ambientale del territorio: la urban cell. An energy module for the environmental requalification of the territory: the urban cell
CUMO, Fabrizio;SFERRA, ADRIANA SCARLET
2012
Abstract
Il contributo espone un progress delle risultanze emerse al termine del secondo anno di una ricerca triennale europea “SoURCE - Sustainable Urban Cells”, cofinanziata dal MIUR e dal MAE e svolta in collaborazione fra CITERA (Centro Interdipartimentale, Territorio, Edilizia, Restauro e Ambiente) che fa capo al Dipartimento DATA della Sapienza di Roma ed il KTH (Swedish Royal Institute of Technology) della School of Architecture + Built Environment. Le prime risultanze del lavoro sono state già rese note attraverso due pubblicazioni. Obiettivo della ricerca è formulare e “validare sul campo” in contesti del tutto differenti (in Italia e Svezia) una metodologia per individuare quote di tessuto urbano - urban cell - all’interno delle quali il saldo fra consumi energetici (ridimensionati a seguito di interventi di riqualificazione energetica a scala edilizia) e produzione di energia da fonti rinnovabili sia ricompreso in un predeterminato range. La urban cell, razionalizzata energeticamente, viene poi implementata da una serie di servizi “a rete”, anch’essi resi sostenibili sotto un profilo ambientale, assumendo la connotazione di una smart grid. Intervenendo in seguito su questa in altri settori ed utilizzando strumentazioni proprie di discipline come urbanistica, sociologia, informatica, si riesce a delineare un “intorno” - la smart city - che può costituire un “modulo” attraverso cui intervenire nella riqualificazione di tessuti urbani degradati (con la logica del costruire sul costruito per non consumare altro territorio). Pur nell’attuale fase di crisi economica, si stanno creando le condizioni per operare: nell’UE con il Programma Horizon 2020; in Italia il Decreto Sviluppo 2012 - Misure per l'edilizia - ha previsto detrazioni per interventi di efficientamento energetico; “un piano nazionale per le città” per riqualificare aree urbane degradate e, per lo sviluppo dell’occupazione giovanile nel settore della green economy, concede finanziamenti agevolati a privati che operano nella riqualificazione energetica. In queste iniziative le PA (anche in partenariato con privati) debbono essere supportate da know how e strumenti che la ricerca può mettere a disposizione. Gli aspetti generalizzabili che possono fornire un contributo di conoscenza sono rintracciabili nella metodologia di lavoro adottata e nella trasferibilità delle risultanze; il contributo originale si ritrova nei dati che si sono acquisiti attraverso la “sperimentazione sul campo”.File | Dimensione | Formato | |
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