Com’è ben noto ai progettisti, lo spazio interno costituisce una componente essenziale dell’architettura che, in sua assenza, perde tale valenza per trasformarsi in scultura o in scenografia. Risulta automatico porsi tale domanda ogni qual volta esaminiamo un’opera realizzata internamente a un’altra, come nel caso dell’ampliamento della Camera di Commercio di Amburgo nel quale la nuova architettura è costituita da un edificio realizzato dentro una preesistenza. Possiamo in questo caso parlare propriamente di un progetto di architettura oppure ci troviamo di fronte a un’opera a carattere scenografico? Il concepire una costruzione all’interno di un’altra, operazione definibile con il termine di “architettura dentro”, ha assunto negli ultimi trent’anni un crescente interesse da parte di diversi studi di architettura: Oswald Mathias Ungers con il museo dell’architettura tedesca a Francoforte sul Meno, Bernard Tschumi con la Scuola di Architettura a Marne-la-Vallée, Richard Rogers con il Palazzo di Giustizia di Bordeaux, Massimiliano Fuksas con la nuvola del Centro Congressi Italia a Roma-EUR, per citare quattro esempi significativi. Questa ricerca, neanche a dirlo, trova importanti antecedenti nella storia, specie nell’architettura religiosa, come nel caso del baldacchino di Gianlorenzo Bernini posizionato sotto la cupola di Michelangelo nella Basilica di San Pietro, o di molti pulpiti come quello del Duomo di Sessa Aurunca. Questi esempi sono, senza dubbio, delle vere e proprie architetture, così come ritengo lo sia la “House in a House” inizialmente progettata dallo studio Behnisch & Partner (Günter Behnisch e Manfred Sabatke) vincitore del primo premio al concorso del 2003 per l’ampliamento della Camera di Commercio di Amburgo, e in seguito elaborato a livello esecutivo dallo studio Behnisch Architekten (fondato nel 1989 e diretto da Stefan Behnisch con David Cook e Martin Haas). Questa realizzazione costituisce un ulteriore contributo alla su descritta ricerca, che i progettisti hanno potuto sviluppare grazie a una chiara richiesta della committenza: utilizzare come contenitore quella parte di edificio della sede storica che presenta al suo interno un ampio spazio a multipla altezza per collocarvi una “architettura dentro”.
Dentro - House in a house, Hamburg / Lenci, Ruggero. - In: L'ARCA. - ISSN 0394-2147. - STAMPA. - 228:(2007), pp. 10-17.
Dentro - House in a house, Hamburg
LENCI, Ruggero
2007
Abstract
Com’è ben noto ai progettisti, lo spazio interno costituisce una componente essenziale dell’architettura che, in sua assenza, perde tale valenza per trasformarsi in scultura o in scenografia. Risulta automatico porsi tale domanda ogni qual volta esaminiamo un’opera realizzata internamente a un’altra, come nel caso dell’ampliamento della Camera di Commercio di Amburgo nel quale la nuova architettura è costituita da un edificio realizzato dentro una preesistenza. Possiamo in questo caso parlare propriamente di un progetto di architettura oppure ci troviamo di fronte a un’opera a carattere scenografico? Il concepire una costruzione all’interno di un’altra, operazione definibile con il termine di “architettura dentro”, ha assunto negli ultimi trent’anni un crescente interesse da parte di diversi studi di architettura: Oswald Mathias Ungers con il museo dell’architettura tedesca a Francoforte sul Meno, Bernard Tschumi con la Scuola di Architettura a Marne-la-Vallée, Richard Rogers con il Palazzo di Giustizia di Bordeaux, Massimiliano Fuksas con la nuvola del Centro Congressi Italia a Roma-EUR, per citare quattro esempi significativi. Questa ricerca, neanche a dirlo, trova importanti antecedenti nella storia, specie nell’architettura religiosa, come nel caso del baldacchino di Gianlorenzo Bernini posizionato sotto la cupola di Michelangelo nella Basilica di San Pietro, o di molti pulpiti come quello del Duomo di Sessa Aurunca. Questi esempi sono, senza dubbio, delle vere e proprie architetture, così come ritengo lo sia la “House in a House” inizialmente progettata dallo studio Behnisch & Partner (Günter Behnisch e Manfred Sabatke) vincitore del primo premio al concorso del 2003 per l’ampliamento della Camera di Commercio di Amburgo, e in seguito elaborato a livello esecutivo dallo studio Behnisch Architekten (fondato nel 1989 e diretto da Stefan Behnisch con David Cook e Martin Haas). Questa realizzazione costituisce un ulteriore contributo alla su descritta ricerca, che i progettisti hanno potuto sviluppare grazie a una chiara richiesta della committenza: utilizzare come contenitore quella parte di edificio della sede storica che presenta al suo interno un ampio spazio a multipla altezza per collocarvi una “architettura dentro”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


