Epicondiliti: etiopatogenesi e patomorfologia

La patomorfologia dell'epicondilite è stata studiata da vari autori, i quali hanno rilevato alterazioni di vario tipo. Alcuni hanno evidenziato, con elevata frequenza, alterazioni macroscopiche consistenti in fenomeni degenerativi e rotture tendinee. Nell'esperienza degli autori ciò è estremamente raro. Nella gran parte dei casi il quadro macroscopico è normale. Sotto il profilo istologico si osservano, invece, in molti soggetti, alterazioni degenerative a tipo di degenerazione ialina, fibrinoide e mucoide. Non raramente si osservano microcalcificazioni nel contesto del tessuto tendineo. I reperti più significativi, tuttavia, sono rappresentati da alterazioni dell'area giunzionale osteotendinea, ove si possono osservare delle microlacerazioni tessutali e, soprattutto, dalla presenza di aree di iperplasia vascolare e di ipercellularità del tessuto tendineo. Le cellule presenti in queste aree sono rappresentate da elementi di tipo fibroblastico spesso con citoplasma molto abbondante e in attiva sintesi. Queste ultime alterazioni suggeriscono che un elemento di cardinale importanza nella genesi della sindrome clinica è costituito da fenomeni infiammatori, sia pure atipici. Ciò spiegherebbe I'efficacia terapeutica dei trattamenti antiflogistici, particolarmente delle infiltrazioni di cortisonici locali a lento assorbimento, che nei soggetti con primo episodio della sindrome risolvono quasi costantemente la sintomatologia dolorosa.