At a time when Italy and Germany has raised the issue of renewing the constitutional pact and to rewrite the constitution to succeeding generations to that of the founding fathers, and in which Europe and the whole world will wonder about multiculturalism State constitutions and constitutional development of supra-national and international, with a strong importance is the problem of the relationship between the constitution and culture. The modern constitutions are not in fact a piece of paper, a policy decision or a product of the economy, rather they are configured as crystallizations of culture, fruits and seeds of an open and public process always mediated by cultural institutions that feed both the policy As the law. This is the leitmotif of the volume of Peter Häberle, 'For a doctrine of creation as a science of culture' (Carocci, 2001), the Italian translation of the second edition of a booklet of just eighty pages, published in 1982 under the title 'Verfassungslehre als Kulturwissenschaft '. Häberle - author, in the opinion of many, the last great theory of the constitution of the twentieth century - trying to track down in interdisciplinary dialogue with a tradition of more remote "science of culture" (W. Dilthey, A. Weber, M. Eber ) and on the heels of a loaf of experiences of the doctrine of the civil law, the footprint of the sciences of culture in the public right of Weimar, with the signatures of R. Smend and G. Holstein, H. Heller and A. Hensel. This approach, the author complains, was lost in the Second World War "in the yards of the reconstruction of Germany, a federal republic set the values ​​of the economy and well-being." But, over several decades, "the fundamental law has created a tradition of constitutional culture, a set of understandings and preconceptions of science and practice that now deserves a deeper analysis - from the perspective of a theory of the constitution as a science culture. The texts of the Basic Law are legal texts and retain their character of law 'positive', but at the same time also refer to something further: in reality only partially and 'superficial' and indicated created by the texts themselves "(p. 17) .

In tempi in cui in Italia e in Germania si è posto il problema di rinnovare il patto costituzionale e di riscrivere la costituzione per le generazioni successive a quella dei padri costituenti, e in cui l’Europa e il mondo intero si interrogano sulla multiculturalità dello Stato costituzionale e sullo sviluppo di costituzioni sovranazionali ed internazionali, di spiccata rilevanza appare il problema del rapporto tra costituzione e cultura. Le costituzioni moderne non sono infatti un pezzo di carta, una decisione della politica o un prodotto dell’economia; esse si configurano piuttosto come cristallizzazioni di cultura, frutti e semi di un processo pubblico sempre aperto e mediato da istituzioni culturali che alimentano tanto la politica quanto il diritto. È questo il filo conduttore del volume di Peter Häberle, 'Per una dottrina della costituzione come scienza della cultura' (Carocci, 2001), traduzione italiana della seconda edizione di un opuscolo di appena ottanta pagine, pubblicato nel 1982 con il titolo 'Verfassungslehre als Kulturwissenschaft'. Häberle – autore, nell’opinione di molti, dell’ultima grande teoria della costituzione del XX secolo – cerca di rintracciare nel dialogo interdisciplinare con una tradizione più remota delle “scienze della cultura” (W. Dilthey, A. Weber, M. Eber) e sulla scia di un filone di esperienze della dottrina del diritto civile, l’impronta delle scienze della cultura nel diritto pubblico di Weimar, con le firme di R. Smend e G. Holstein, H. Heller e A. Hensel. Tale impostazione, lamenta l’autore, è andata smarrita nel secondo dopoguerra “nei cantieri della ricostruzione della Germania, in una Repubblica federale fissata sui valori dell’economia e del benessere”. Ma, nell’arco di più decenni, “la legge fondamentale ha generato una tradizione di cultura costituzionale, un insieme di comprensioni e precomprensioni della scienza e della prassi che merita ora un’analisi più approfondita – dalla prospettiva di una teoria della costituzione come scienza della cultura. I testi della legge fondamentale restano testi giuridici e conservano il loro carattere di diritto ‘positivo’, ma rinviano nel contempo anche a qualcosa di ulteriore: a una realtà solo parzialmente e ‘superficialmente’ indicata e creata dai testi stessi” (p. 17).

Per una dottrina della costituzione come scienza della cultura / Antonini, Erica. - In: SOCIOLOGIA. - ISSN 0038-0156. - STAMPA. - XXXVI, 1:(2001), pp. 193-195.

Per una dottrina della costituzione come scienza della cultura

ANTONINI, Erica
2001

Abstract

At a time when Italy and Germany has raised the issue of renewing the constitutional pact and to rewrite the constitution to succeeding generations to that of the founding fathers, and in which Europe and the whole world will wonder about multiculturalism State constitutions and constitutional development of supra-national and international, with a strong importance is the problem of the relationship between the constitution and culture. The modern constitutions are not in fact a piece of paper, a policy decision or a product of the economy, rather they are configured as crystallizations of culture, fruits and seeds of an open and public process always mediated by cultural institutions that feed both the policy As the law. This is the leitmotif of the volume of Peter Häberle, 'For a doctrine of creation as a science of culture' (Carocci, 2001), the Italian translation of the second edition of a booklet of just eighty pages, published in 1982 under the title 'Verfassungslehre als Kulturwissenschaft '. Häberle - author, in the opinion of many, the last great theory of the constitution of the twentieth century - trying to track down in interdisciplinary dialogue with a tradition of more remote "science of culture" (W. Dilthey, A. Weber, M. Eber ) and on the heels of a loaf of experiences of the doctrine of the civil law, the footprint of the sciences of culture in the public right of Weimar, with the signatures of R. Smend and G. Holstein, H. Heller and A. Hensel. This approach, the author complains, was lost in the Second World War "in the yards of the reconstruction of Germany, a federal republic set the values ​​of the economy and well-being." But, over several decades, "the fundamental law has created a tradition of constitutional culture, a set of understandings and preconceptions of science and practice that now deserves a deeper analysis - from the perspective of a theory of the constitution as a science culture. The texts of the Basic Law are legal texts and retain their character of law 'positive', but at the same time also refer to something further: in reality only partially and 'superficial' and indicated created by the texts themselves "(p. 17) .
2001
In tempi in cui in Italia e in Germania si è posto il problema di rinnovare il patto costituzionale e di riscrivere la costituzione per le generazioni successive a quella dei padri costituenti, e in cui l’Europa e il mondo intero si interrogano sulla multiculturalità dello Stato costituzionale e sullo sviluppo di costituzioni sovranazionali ed internazionali, di spiccata rilevanza appare il problema del rapporto tra costituzione e cultura. Le costituzioni moderne non sono infatti un pezzo di carta, una decisione della politica o un prodotto dell’economia; esse si configurano piuttosto come cristallizzazioni di cultura, frutti e semi di un processo pubblico sempre aperto e mediato da istituzioni culturali che alimentano tanto la politica quanto il diritto. È questo il filo conduttore del volume di Peter Häberle, 'Per una dottrina della costituzione come scienza della cultura' (Carocci, 2001), traduzione italiana della seconda edizione di un opuscolo di appena ottanta pagine, pubblicato nel 1982 con il titolo 'Verfassungslehre als Kulturwissenschaft'. Häberle – autore, nell’opinione di molti, dell’ultima grande teoria della costituzione del XX secolo – cerca di rintracciare nel dialogo interdisciplinare con una tradizione più remota delle “scienze della cultura” (W. Dilthey, A. Weber, M. Eber) e sulla scia di un filone di esperienze della dottrina del diritto civile, l’impronta delle scienze della cultura nel diritto pubblico di Weimar, con le firme di R. Smend e G. Holstein, H. Heller e A. Hensel. Tale impostazione, lamenta l’autore, è andata smarrita nel secondo dopoguerra “nei cantieri della ricostruzione della Germania, in una Repubblica federale fissata sui valori dell’economia e del benessere”. Ma, nell’arco di più decenni, “la legge fondamentale ha generato una tradizione di cultura costituzionale, un insieme di comprensioni e precomprensioni della scienza e della prassi che merita ora un’analisi più approfondita – dalla prospettiva di una teoria della costituzione come scienza della cultura. I testi della legge fondamentale restano testi giuridici e conservano il loro carattere di diritto ‘positivo’, ma rinviano nel contempo anche a qualcosa di ulteriore: a una realtà solo parzialmente e ‘superficialmente’ indicata e creata dai testi stessi” (p. 17).
Costituzione; Scienze della cultura; Interdisciplinarietà
01 Pubblicazione su rivista::01d Recensione
Per una dottrina della costituzione come scienza della cultura / Antonini, Erica. - In: SOCIOLOGIA. - ISSN 0038-0156. - STAMPA. - XXXVI, 1:(2001), pp. 193-195.
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