Viene attuata una disamina dei percorsi diagnostico-terapeutici integrati tiroideo-riproduttivi in pazienti candidate a programmi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Nonostante l'elevata frequenza di tireopatie nelle pazienti sterili, il rapporto causa-effetto non è ancora del tutto dimostrato. I risultati non hanno confermato l'ipotesi, sostenuta da evidenze cliniche, che lo status tiroideo influisca direttamente sulla fertilità, in termini di sviluppo degli ovociti e degli embrioni o almeno non a livelli tali da produrre effetti misurabili nel contesto clinico di un programma di PMA. Per quanto riguarda il fattore età, si deve opportunamente sottolineare che esso rappresenta un fattore predittivo di fallimento di gravidanza (sia spontanea che medicalmente assistita), qualora associato alla presenza di tireopatie. Peraltro, la fecondità ha un acme intorno ai 25 anni e declina gradualmente dopo i 32 anni sia nell'uomo che nella donna. L'età agisce sulla fertilità della donna principalmente attraverso l' "invecchiamento" degli ovociti, come hanno permesso di dimostrare i risultati ottenuti nei programmi di PMA utilizzanti ovociti di donatrici. In questi programmi, infatti, la quota di aborti nelle riceventi varia dal 14% al 45% a seconda che l'età della donatrice dell'ovocita sia compresa tra 20 e i 24 anni oppure superi i 35 anni. L' "invecchiamento" provoca una aumentata prevalenza di aneuploidia negli ovociti, risultante da alterazioni nei meccanismi regolatori che governano il processo meiotico. Le conseguenti modificazioni ormonali, che di solito incominciano a manifestarsi intorno ai 35-40 anni, consistono in un modesto ma reale aumento dell'FSH ed in una diminuzione dell'inibina-B, a dimostrazione della rapida diminuzione del numero e della peggiore qualità dei follicoli primordiali ancora presenti nelle ovaie in questo periodo. Altro ruolo importante di correlazione tra funzione tiroidea e gravidanza è l'autoimmunità tiroidea, spesso trascurata, nonostante la positività autoanticorpale possa essere presente anche in uno stato di eutiroidismo. In conclusione, nonostante le predette considerazioni, è ipotizzabile che l'omeostasi tiroidea influisca sulla fertilità nella fase di impianto e successivo sviluppo dell'embrione, piuttosto che nella prima fase di sviluppo di ovociti e zigoti. La gravidanza, infatti, è da considerarsi una condizione endocrino-immunologica di speciale eccezionalità, che richiede la massima efficienza dei due sistemi, in particolare per la recettività dell'utero (endometrio) all'impianto ed al successivo sviluppo embrionale. Ulteriori indagini andrebbero, quindi, indirizzate alle fasi precoci della gestazione (primo trimestre), focalizzando l'attenzione sul possibile ruolo degli ormoni tiroidei e degli anticorpi anti-tiroidei sui meccanismi fisiologici finalizzati allo sviluppo ed al mantenimento dell'unità feto-placentare.

Endocrinologia ginecologica / Pennesi, Primo. - STAMPA. - XXX:(2008), pp. 65-65. (Intervento presentato al convegno 1° Congresso Nazionale F.I.O.G., 16° Congresso Nazionale A.G.U.I., 14° Congresso Nazionale A.GI.CO., 10° Congresso Nazionale A.G.E.O. "La donna tra scienza e società" tenutosi a Roma nel 5-7 novembre 2008).

Endocrinologia ginecologica

PENNESI, Primo
2008

Abstract

Viene attuata una disamina dei percorsi diagnostico-terapeutici integrati tiroideo-riproduttivi in pazienti candidate a programmi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Nonostante l'elevata frequenza di tireopatie nelle pazienti sterili, il rapporto causa-effetto non è ancora del tutto dimostrato. I risultati non hanno confermato l'ipotesi, sostenuta da evidenze cliniche, che lo status tiroideo influisca direttamente sulla fertilità, in termini di sviluppo degli ovociti e degli embrioni o almeno non a livelli tali da produrre effetti misurabili nel contesto clinico di un programma di PMA. Per quanto riguarda il fattore età, si deve opportunamente sottolineare che esso rappresenta un fattore predittivo di fallimento di gravidanza (sia spontanea che medicalmente assistita), qualora associato alla presenza di tireopatie. Peraltro, la fecondità ha un acme intorno ai 25 anni e declina gradualmente dopo i 32 anni sia nell'uomo che nella donna. L'età agisce sulla fertilità della donna principalmente attraverso l' "invecchiamento" degli ovociti, come hanno permesso di dimostrare i risultati ottenuti nei programmi di PMA utilizzanti ovociti di donatrici. In questi programmi, infatti, la quota di aborti nelle riceventi varia dal 14% al 45% a seconda che l'età della donatrice dell'ovocita sia compresa tra 20 e i 24 anni oppure superi i 35 anni. L' "invecchiamento" provoca una aumentata prevalenza di aneuploidia negli ovociti, risultante da alterazioni nei meccanismi regolatori che governano il processo meiotico. Le conseguenti modificazioni ormonali, che di solito incominciano a manifestarsi intorno ai 35-40 anni, consistono in un modesto ma reale aumento dell'FSH ed in una diminuzione dell'inibina-B, a dimostrazione della rapida diminuzione del numero e della peggiore qualità dei follicoli primordiali ancora presenti nelle ovaie in questo periodo. Altro ruolo importante di correlazione tra funzione tiroidea e gravidanza è l'autoimmunità tiroidea, spesso trascurata, nonostante la positività autoanticorpale possa essere presente anche in uno stato di eutiroidismo. In conclusione, nonostante le predette considerazioni, è ipotizzabile che l'omeostasi tiroidea influisca sulla fertilità nella fase di impianto e successivo sviluppo dell'embrione, piuttosto che nella prima fase di sviluppo di ovociti e zigoti. La gravidanza, infatti, è da considerarsi una condizione endocrino-immunologica di speciale eccezionalità, che richiede la massima efficienza dei due sistemi, in particolare per la recettività dell'utero (endometrio) all'impianto ed al successivo sviluppo embrionale. Ulteriori indagini andrebbero, quindi, indirizzate alle fasi precoci della gestazione (primo trimestre), focalizzando l'attenzione sul possibile ruolo degli ormoni tiroidei e degli anticorpi anti-tiroidei sui meccanismi fisiologici finalizzati allo sviluppo ed al mantenimento dell'unità feto-placentare.
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