Il Car Sharing a Roma, iniziato nell’ambito di un progetto finanziato dalla Commissione Europea nel 2005, ha, da subito, riscontrato un notevole gradimento di pubblico, tale da consentirne la sua affermazione sul territorio quale servizio di trasporto collettivo su gomma di nicchia, ma integrativo di quello tradizionale e, soprattutto, alternativo all’auto privata. Attualmente il Car Sharing è disponibile in quattro municipi della città, presso 61 parcheggi, con una flotta di 113 veicoli e più di 1400 abbonati e i dati forniti dal gestore del servizio (Agenzia Roma Servizi per la Mobilità) indicano un continuo aumento della domanda. Conseguentemente, è stata avviata una collaborazione fra il gestore ed il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale (DICEA) della “Sapienza” Università di Roma, al fine di redigere un piano di espansione del Car Sharing nelle aree della città ancora non servite, partendo da una accurata analisi dell’offerta finora attuata, unita ad un benchmark con analoghe esperienze messe in atto con successo all’estero. Al fine di meglio valutare l’efficienza del servizio è stata elaborata una metodica basata su indicatori prestazionali (dettagliati nella memoria), utili anche a quantificare i benefici ambientali connessi all’uso dell’auto in condivisione. L’approccio, pertanto, è stato duplice: da un lato, gli indicatori prestazionali hanno consentito di elaborare alcuni valori di soglia utili a stabilire i requisiti operativi minimi per poter avviare il Car Sharing nelle aree non servite; dall’altro, il calcolo del pacchetto emissivo dovuto alla attuale flotta Car Sharing, nonché la stima della relativa occupazione di suolo pubblico connessa alle percorrenze ed alle soste, sono serviti a dimostrare come sia possibile migliorare la qualità dell’aria ed aumentare la vivibilità dell’ambiente costruito. Infatti, dalla comparazione della stima dei pacchetti inquinanti emessi dalla flotta Car Sharing e dal parco dei veicoli privati registrato a Roma (valutati secondo la metodologia SINANET, computando gli specifici fattori di emissione per ciascuna categoria dei veicoli considerati), a parità di km percorsi, si riscontra come con il Car Sharing sia possibile ottenere una notevole riduzione delle emissioni inquinanti, fra cui spicca una diminuzione del 46% di CO2; inoltre il “risparmio di superficie”, dovuto alla riduzione della circolazione e sosta dei veicoli privati sostituiti dall’uso del Car Sharing, consentirebbe di liberare dal traffico, ogni anno, un’area urbana equivalente all’estensione di Piazza Farnese e Campo de’ Fiori. La convinzione che qualità della vita e Car Sharing siano un binomio indissolubile, oltre che dalle stime emissive, è stata suffragata anche dalla relazione osservata tra ambiente costruito e utilizzo del servizio: un uso del suolo multifunzionale abbinato ad una buona offerta di trasporto pubblico sono fattori che ricorrono nel decretare la fortuna di un parcheggio, mentre aree a vocazione monofunzionale (siano esse di tipo residenziale o commerciale) non si rivelano sufficientemente forti a sostenere l’esercizio nel tempo. A ciò va aggiunta l’osservazione della cosiddetta “vocazione pedonale” del servizio: la maggior parte degli utenti sembra interessata a prelevare l’auto in condivisione in parcheggi distanti, in media, dalla propria abitazione 530 m, una percorrenza che suggerisce un ambiente “walking-friendly”, tipico delle aree urbane multifunzionali. Tale constatazione è stata codificata in una serie di indicatori di accessibilità territoriale al servizio, elaborati su base cartografica georeferenziata, utilizzati per valutare la fattibilità ubicazionale dei nuovi stazionamenti previsti dal piano di espansione, quale ulteriore vaglio per l’attivazione del servizio, ad integrazione dei valori prestazionali di soglia precedentemente citati. La considerazione congiunta dei parametri operativi necessari a mantenere il servizio proficuo per l’operatore e di quelli di natura ambientale mirati a decretarne il gradimento presso l’utenza ha consentito, pertanto, la localizzazione dei nuovi stazionamenti previsti in aree urbane potenzialmente orientate all’utilizzo del Car Sharing ubicate negli altri municipi cittadini “non serviti”, così come dal piano di espansione, nonché l’individuazione delle cause di insuccesso di alcuni stazionamenti attualmente operativi, al fine di un loro riposizionamento più vantaggioso.
Car sharing a Roma: opportunità e vincoli dell’ambiente costruito per una politica di espansione del servizio / Musso, Antonio; Corazza, MARIA VITTORIA; Tozzi, M.. - ELETTRONICO. - (2011). (Intervento presentato al convegno 1 ° Convegno ASSTRA "Sistema gomma nel TPL" tenutosi a Roma nel 23-24 novembre 2011).
Car sharing a Roma: opportunità e vincoli dell’ambiente costruito per una politica di espansione del servizio
MUSSO, Antonio;CORAZZA, MARIA VITTORIA;
2011
Abstract
Il Car Sharing a Roma, iniziato nell’ambito di un progetto finanziato dalla Commissione Europea nel 2005, ha, da subito, riscontrato un notevole gradimento di pubblico, tale da consentirne la sua affermazione sul territorio quale servizio di trasporto collettivo su gomma di nicchia, ma integrativo di quello tradizionale e, soprattutto, alternativo all’auto privata. Attualmente il Car Sharing è disponibile in quattro municipi della città, presso 61 parcheggi, con una flotta di 113 veicoli e più di 1400 abbonati e i dati forniti dal gestore del servizio (Agenzia Roma Servizi per la Mobilità) indicano un continuo aumento della domanda. Conseguentemente, è stata avviata una collaborazione fra il gestore ed il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale (DICEA) della “Sapienza” Università di Roma, al fine di redigere un piano di espansione del Car Sharing nelle aree della città ancora non servite, partendo da una accurata analisi dell’offerta finora attuata, unita ad un benchmark con analoghe esperienze messe in atto con successo all’estero. Al fine di meglio valutare l’efficienza del servizio è stata elaborata una metodica basata su indicatori prestazionali (dettagliati nella memoria), utili anche a quantificare i benefici ambientali connessi all’uso dell’auto in condivisione. L’approccio, pertanto, è stato duplice: da un lato, gli indicatori prestazionali hanno consentito di elaborare alcuni valori di soglia utili a stabilire i requisiti operativi minimi per poter avviare il Car Sharing nelle aree non servite; dall’altro, il calcolo del pacchetto emissivo dovuto alla attuale flotta Car Sharing, nonché la stima della relativa occupazione di suolo pubblico connessa alle percorrenze ed alle soste, sono serviti a dimostrare come sia possibile migliorare la qualità dell’aria ed aumentare la vivibilità dell’ambiente costruito. Infatti, dalla comparazione della stima dei pacchetti inquinanti emessi dalla flotta Car Sharing e dal parco dei veicoli privati registrato a Roma (valutati secondo la metodologia SINANET, computando gli specifici fattori di emissione per ciascuna categoria dei veicoli considerati), a parità di km percorsi, si riscontra come con il Car Sharing sia possibile ottenere una notevole riduzione delle emissioni inquinanti, fra cui spicca una diminuzione del 46% di CO2; inoltre il “risparmio di superficie”, dovuto alla riduzione della circolazione e sosta dei veicoli privati sostituiti dall’uso del Car Sharing, consentirebbe di liberare dal traffico, ogni anno, un’area urbana equivalente all’estensione di Piazza Farnese e Campo de’ Fiori. La convinzione che qualità della vita e Car Sharing siano un binomio indissolubile, oltre che dalle stime emissive, è stata suffragata anche dalla relazione osservata tra ambiente costruito e utilizzo del servizio: un uso del suolo multifunzionale abbinato ad una buona offerta di trasporto pubblico sono fattori che ricorrono nel decretare la fortuna di un parcheggio, mentre aree a vocazione monofunzionale (siano esse di tipo residenziale o commerciale) non si rivelano sufficientemente forti a sostenere l’esercizio nel tempo. A ciò va aggiunta l’osservazione della cosiddetta “vocazione pedonale” del servizio: la maggior parte degli utenti sembra interessata a prelevare l’auto in condivisione in parcheggi distanti, in media, dalla propria abitazione 530 m, una percorrenza che suggerisce un ambiente “walking-friendly”, tipico delle aree urbane multifunzionali. Tale constatazione è stata codificata in una serie di indicatori di accessibilità territoriale al servizio, elaborati su base cartografica georeferenziata, utilizzati per valutare la fattibilità ubicazionale dei nuovi stazionamenti previsti dal piano di espansione, quale ulteriore vaglio per l’attivazione del servizio, ad integrazione dei valori prestazionali di soglia precedentemente citati. La considerazione congiunta dei parametri operativi necessari a mantenere il servizio proficuo per l’operatore e di quelli di natura ambientale mirati a decretarne il gradimento presso l’utenza ha consentito, pertanto, la localizzazione dei nuovi stazionamenti previsti in aree urbane potenzialmente orientate all’utilizzo del Car Sharing ubicate negli altri municipi cittadini “non serviti”, così come dal piano di espansione, nonché l’individuazione delle cause di insuccesso di alcuni stazionamenti attualmente operativi, al fine di un loro riposizionamento più vantaggioso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.