I centri italiani sono caratterizzati da tipologie costruttive molto disparate cha vanno dall’edificio monumentale costruito diversi secoli or sono, a costruzioni storiche anch’esse di qualche secolo, ma che costituiscono ancora oggi il nucleo di vita delle popolazioni con residenze e piccole attività, a costruzioni più recenti in muratura o in cemento armato, a volte anche rimaneggiate nel tempo con interventi privi di criterio. Un panorama così ampio non può certo essere oggetto di un solo articolo ma può, nel suo insieme, essere la base per alcune riflessioni interessanti sulle modalità costruttive italiane e, soprattutto, sulle modalità di intervento di consolidamento sismico che si sono succedute negli anni e che dovranno essere adottate per migliorare il livello di sicurezza dei nostri edifici e del nostro patrimonio culturale. Molte indicazioni sono fornite dagli effetti del terremoto de l’Aquila del 2009 e dalle analisi effettuate da Decanini L.D. et al. (2010, 2011), Sorrentino L. et al. (2011, 2012) e nell’ambito delle attività dell’Accordo istituzionale tra Comuni dell’area omogenea n. 9 e Sapienza Università di Roma per i piani di ricostruzione dell’area omogenea della neve, nell’ambito del quale il gruppo del Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica ha curato e coordinato il settore Strutture, storia, geologia e geotecnica sismica. La scrittura di questo articolo è stata attraversata dal tragico evento del terremoto dell’Emilia del 20 maggio 2012; non si può perciò prescindere da una, seppur superficiale, analisi degli eventi appena verificatisi.
Il costruito italiano: tipologie, problematiche, interventi pre e post sisma / Pasca, Monica. - In: TAFTER JOURNAL. - ISSN 1974-563X. - ELETTRONICO. - 50(2012), pp. -..
Il costruito italiano: tipologie, problematiche, interventi pre e post sisma
PASCA, Monica
2012
Abstract
I centri italiani sono caratterizzati da tipologie costruttive molto disparate cha vanno dall’edificio monumentale costruito diversi secoli or sono, a costruzioni storiche anch’esse di qualche secolo, ma che costituiscono ancora oggi il nucleo di vita delle popolazioni con residenze e piccole attività, a costruzioni più recenti in muratura o in cemento armato, a volte anche rimaneggiate nel tempo con interventi privi di criterio. Un panorama così ampio non può certo essere oggetto di un solo articolo ma può, nel suo insieme, essere la base per alcune riflessioni interessanti sulle modalità costruttive italiane e, soprattutto, sulle modalità di intervento di consolidamento sismico che si sono succedute negli anni e che dovranno essere adottate per migliorare il livello di sicurezza dei nostri edifici e del nostro patrimonio culturale. Molte indicazioni sono fornite dagli effetti del terremoto de l’Aquila del 2009 e dalle analisi effettuate da Decanini L.D. et al. (2010, 2011), Sorrentino L. et al. (2011, 2012) e nell’ambito delle attività dell’Accordo istituzionale tra Comuni dell’area omogenea n. 9 e Sapienza Università di Roma per i piani di ricostruzione dell’area omogenea della neve, nell’ambito del quale il gruppo del Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica ha curato e coordinato il settore Strutture, storia, geologia e geotecnica sismica. La scrittura di questo articolo è stata attraversata dal tragico evento del terremoto dell’Emilia del 20 maggio 2012; non si può perciò prescindere da una, seppur superficiale, analisi degli eventi appena verificatisi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.