In the South there is, even today, a significant problem of illegal and underestimated the relationship between illegal and organized crime. So far, with few exceptions, have prevailed reading disciplinary and phenomenological descriptions have emphasized that the alleged informal and individual. What is claimed, however, is that in some places it is possible to trace the settlements, even of large size, entirely made by criminal organizations, such as real housing development and through the total control of the entire building cycle. There are a number of areas, fortune illegally, which can be considered as 'neighborhoods' urban intervention from the point of view of the unity and homogeneity of building types, but, also, forms of rootedness and identity developed over time . An interesting protagonist has gone from below by defining fact, in these contexts, with the creation and networking of numerous committees of citizens abusive or condoned, so to speak. Needless to say, the study of the forms of citizenship that have been developing is certainly an interesting challenge. Also, in some areas, including uncertainties and delays of politics, neighborhoods abusive represented the most substantial "transformation" occurred recently in our country. For so it probably deserves an appropriate level of analysis that can be used to inform policy, not only of repression and conflict, but, also, of risignificazione.L 'understandable and perhaps inevitable delay in the implementation of planned urbanization does not solve the 'magnitude of the problem for governments almost always with scarce resources and design capabilities. It is also the practical problem of what to do in these areas and it seems evident that the plan of the allowances prescribed, for example, by the Campania Region has more shadows than luci.Le challenges, then, are many: the forms of production and the contrast construction activity, especially when it is configured as a criminal enterprise, even more powerful in the context of the crisis

Nel Mezzogiorno esiste, ancora oggi, un rilevante problema di abusivismo e di sottostimata relazione tra abusivismo e criminalità organizzata. Sinora, con poche eccezioni, hanno prevalso lettura disciplinari fenomenologiche e descrittive che ne hanno enfatizzato il presunto carattere informale e individuale. Quello che si sostiene, invece, è che in alcuni territori sia possibile rintracciare degli insediamenti, anche di vaste dimensioni, interamente realizzati dalle organizzazioni criminali, come vere e proprie lottizzazione e attraverso il totale controllo dell’intero ciclo edilizio. Esistono numerose aree, sorte abusivamente, che possono essere considerate come ‘quartieri’ urbani dal punto di vista dell’unitarietà dell’intervento e dell’omogeneità delle tipologie edilizie, ma, anche, delle forme di radicamento e di identità sviluppate nel corso del tempo. Un interessante protagonismo dal basso si è andato definendo infatti, in questi contesti con la creazione e la messa in rete di numerosi comitati di cittadini abusivi o condonati, per così dire. Inutile sottolineare che la riflessione sulle forme di cittadinanza che si sono andata sviluppando è certamente una sfida interessante. Inoltre, in alcune aree, tra incertezze e ritardi della politica, i quartieri abusivi hanno rappresentato la più consistente “trasformazione” recente avvenuta nel nostro Paese. Per tanto essa, probabilmente, meriterebbe un piano di analisi appropriato, in grado di fornire indicazioni alle politiche, non solo di repressione e contrasto, ma, anche, di risignificazione. L’inevitabile e forse comprensibile ritardo nella realizzazione della urbanizzazioni previste non risolve l’entità del problema per amministrazioni quasi sempre con scarse risorse e capacità progettuali. Resta, inoltre, il problema concreto di cosa fare di queste aree e sembra evidente che il Piano degli abbattimenti previsti, ad esempio, dalla Regione Campania presenta più ombre che luci. Le sfide, dunque, sono molteplici: le forme di produzione e il contrasto dell’attività edilizia, specie quando questa si configura come impresa criminale, ancora più potente in un contesto di crisi; forme della cittadinanza e nessi tra forme della regolazione urbanistica e sociale che si riproducono all’interno di un tessuto criminogeno.

La partita aperta dei quartieri abusivi / DE LEO, Daniela. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - ELETTRONICO. - (2010), pp. 1-8.

La partita aperta dei quartieri abusivi

DE LEO, DANIELA
2010

Abstract

In the South there is, even today, a significant problem of illegal and underestimated the relationship between illegal and organized crime. So far, with few exceptions, have prevailed reading disciplinary and phenomenological descriptions have emphasized that the alleged informal and individual. What is claimed, however, is that in some places it is possible to trace the settlements, even of large size, entirely made by criminal organizations, such as real housing development and through the total control of the entire building cycle. There are a number of areas, fortune illegally, which can be considered as 'neighborhoods' urban intervention from the point of view of the unity and homogeneity of building types, but, also, forms of rootedness and identity developed over time . An interesting protagonist has gone from below by defining fact, in these contexts, with the creation and networking of numerous committees of citizens abusive or condoned, so to speak. Needless to say, the study of the forms of citizenship that have been developing is certainly an interesting challenge. Also, in some areas, including uncertainties and delays of politics, neighborhoods abusive represented the most substantial "transformation" occurred recently in our country. For so it probably deserves an appropriate level of analysis that can be used to inform policy, not only of repression and conflict, but, also, of risignificazione.L 'understandable and perhaps inevitable delay in the implementation of planned urbanization does not solve the 'magnitude of the problem for governments almost always with scarce resources and design capabilities. It is also the practical problem of what to do in these areas and it seems evident that the plan of the allowances prescribed, for example, by the Campania Region has more shadows than luci.Le challenges, then, are many: the forms of production and the contrast construction activity, especially when it is configured as a criminal enterprise, even more powerful in the context of the crisis
2010
Nel Mezzogiorno esiste, ancora oggi, un rilevante problema di abusivismo e di sottostimata relazione tra abusivismo e criminalità organizzata. Sinora, con poche eccezioni, hanno prevalso lettura disciplinari fenomenologiche e descrittive che ne hanno enfatizzato il presunto carattere informale e individuale. Quello che si sostiene, invece, è che in alcuni territori sia possibile rintracciare degli insediamenti, anche di vaste dimensioni, interamente realizzati dalle organizzazioni criminali, come vere e proprie lottizzazione e attraverso il totale controllo dell’intero ciclo edilizio. Esistono numerose aree, sorte abusivamente, che possono essere considerate come ‘quartieri’ urbani dal punto di vista dell’unitarietà dell’intervento e dell’omogeneità delle tipologie edilizie, ma, anche, delle forme di radicamento e di identità sviluppate nel corso del tempo. Un interessante protagonismo dal basso si è andato definendo infatti, in questi contesti con la creazione e la messa in rete di numerosi comitati di cittadini abusivi o condonati, per così dire. Inutile sottolineare che la riflessione sulle forme di cittadinanza che si sono andata sviluppando è certamente una sfida interessante. Inoltre, in alcune aree, tra incertezze e ritardi della politica, i quartieri abusivi hanno rappresentato la più consistente “trasformazione” recente avvenuta nel nostro Paese. Per tanto essa, probabilmente, meriterebbe un piano di analisi appropriato, in grado di fornire indicazioni alle politiche, non solo di repressione e contrasto, ma, anche, di risignificazione. L’inevitabile e forse comprensibile ritardo nella realizzazione della urbanizzazioni previste non risolve l’entità del problema per amministrazioni quasi sempre con scarse risorse e capacità progettuali. Resta, inoltre, il problema concreto di cosa fare di queste aree e sembra evidente che il Piano degli abbattimenti previsti, ad esempio, dalla Regione Campania presenta più ombre che luci. Le sfide, dunque, sono molteplici: le forme di produzione e il contrasto dell’attività edilizia, specie quando questa si configura come impresa criminale, ancora più potente in un contesto di crisi; forme della cittadinanza e nessi tra forme della regolazione urbanistica e sociale che si riproducono all’interno di un tessuto criminogeno.
Abusivismo edilizio; criminalità organizzata; territori deboli
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La partita aperta dei quartieri abusivi / DE LEO, Daniela. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - ELETTRONICO. - (2010), pp. 1-8.
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