La prospettiva cominciò ad essere scientificamente studiata a partire dal XV secolo, ma fu tra il XVII ed il XVIII secolo che avvenne una trasformazione: da metodo di rappresentazione della realtà, la prospettiva divenne anche un metodo progettuale per poter trasformare la realtà modellandola secondo un’immagine prestabilita dal progettista. Massima espressione di questo nuovo modo di progettare è l’opera dell’architetto paesaggista francese André Le Nôtre, indiscutibilmente il principale artefice della trasformazione e dell’affermazione del giardino francese nel corso del XVII secolo. I suoi giardini sono deformati prospetticamente per poter essere osservati da punti di vista prestabiliti e rappresentare immagini precostituite che esaltano la potenza del committente. Allo stesso tempo le deformazioni a cui sono sottoposti gli elementi dei giardini creano illusione e sorpresa in chi si trova a camminare in quegli stessi spazi verdi. A circa un secolo di distanza, anche Luigi Vanvitelli, nel progetto dell’asse centrale del Parco di Caserta, utilizza lo stesso metodo progettuale per creare un’immagine che si propone come il manifesto della ricchezza e della potenza del re fin dall’ingresso della nuova Reggia. Le deformazioni a cui sono sottoposti gli elementi del Parco fanno sì che tutto l’asse centrale sia visibile, a colpo d’occhio, inquadrato tra gli archi del piano terra del Palazzo Reale.
La prospettiva come metodo progettuale, da André Le Nôtre a Luigi Vanvitelli / Bagordo, GIOVANNI MARIA. - STAMPA. - 2:(2010), pp. 131-137. (Intervento presentato al convegno X Congreso Internacional expresion grafica aplicada a la edificacion tenutosi a Alicante nel 2-3-4 dicembre 2010).
La prospettiva come metodo progettuale, da André Le Nôtre a Luigi Vanvitelli
BAGORDO, GIOVANNI MARIA
2010
Abstract
La prospettiva cominciò ad essere scientificamente studiata a partire dal XV secolo, ma fu tra il XVII ed il XVIII secolo che avvenne una trasformazione: da metodo di rappresentazione della realtà, la prospettiva divenne anche un metodo progettuale per poter trasformare la realtà modellandola secondo un’immagine prestabilita dal progettista. Massima espressione di questo nuovo modo di progettare è l’opera dell’architetto paesaggista francese André Le Nôtre, indiscutibilmente il principale artefice della trasformazione e dell’affermazione del giardino francese nel corso del XVII secolo. I suoi giardini sono deformati prospetticamente per poter essere osservati da punti di vista prestabiliti e rappresentare immagini precostituite che esaltano la potenza del committente. Allo stesso tempo le deformazioni a cui sono sottoposti gli elementi dei giardini creano illusione e sorpresa in chi si trova a camminare in quegli stessi spazi verdi. A circa un secolo di distanza, anche Luigi Vanvitelli, nel progetto dell’asse centrale del Parco di Caserta, utilizza lo stesso metodo progettuale per creare un’immagine che si propone come il manifesto della ricchezza e della potenza del re fin dall’ingresso della nuova Reggia. Le deformazioni a cui sono sottoposti gli elementi del Parco fanno sì che tutto l’asse centrale sia visibile, a colpo d’occhio, inquadrato tra gli archi del piano terra del Palazzo Reale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.